Riguardando alcune pagine del diario dove faccio il punto sulla transizione, ho visto gli enormi progressi che ho fatto dall’inizio. E’ qualche mese che però mi sembra di non fare più nulla per la transizione, solo attendere il Tribunale e tutto il resto. Nel frattempo vivo la mia vita al femminile, faccio l’attivista transgender, ma ho la sensazione che manca qualcosa.
In questi giorni ho interrotto per una settimana qualsiasi attività, ma non per mia scelta. Il concessionario Kia che mi ha venduto l’auto me ne ha combinata un’altra lasciandomi senza auto per circa 15 giorni. Dopo dieci giorni che l’avevo presa si era accesa una spia sul cruscotto con il significato di portare l’auto in assistenza, solo che a un primo esame di mezz’ora non hanno capito quale era il problema rimandando ad un appuntamento per smontare il motore. L’appuntamento è stato dato dopo oltre un mese ed ora ho scoperto che ho rischiato di fondere il motore! Si sono rotti entrambi i catalizzatori e per avere i ricambi il tempo di attesa è di dieci giorni. Il problema? La signora della Kia è stata malata e nessuno li ha ordinati facendomi perdere otto giorni mentre attendevo una telefonata che non è mai arrivata. Una cosa simile era già successa quando dovevo ritirare l’auto; il venditore era andato in ferie e nessuno dei colleghi aveva portato avanti la mia pratica. Ora stessa cosa. Sembra che questo modo di lavorare con pressapochismo sia nella norma in Italia e io come cliente devo arrangiarmi e attendere i loro comodi senza poter fare nulla. Che dire? Non comprate un’auto Kia se l’assistenza è questa!
Abito in una paesino della bergamasca e con un autobus potrei spostarmi con difficoltà e grande costo. Servito talmente male che nessuno in paese sapeva dove vendevano i biglietti dopo che l’edicola ha chiuso. Ho rinunciato alle ultime due lezioni del corso di danza, una di pilates e una del corso di cucina. meno male che per il compleanno della nipotina sono venuti a prendermi. Per “fortuna” altre attività sono state annullate per via dell’influenza. Avevo pensato di andare a Siena a trovare un’amica che non vedo da tre anni, ma senza l’auto prendere il treno all’ultimo momento costa troppo. In alternativa avrei potuto andare a trovare Paolo che non ho mai visto di persona e magari ci sarebbe scappato qualcosa di romantico. Nulla da fare pure qui. In questi giorni mi sento come una prigioniera e ho pensato che negli ultimi tre anni ho avuto blocchi simili nello stesso periodo: lockdown con chiusure locali, l’anno seguente ho preso il Covid e quarantena per 14 giorni, quest’anno sono senz’auto. Sembra che il destino voglia fermarmi per brevi periodi e farmi pensare.
Per fortuna non mi sento più sola. Ho comunque le mie vicine di casa con cui fare colazione al bar in centro, farci qualche camminata e abbiamo pure pranzato assieme un paio di volte. Oggi, durante una camminata in campagna, ho incrociato Roberta con la sua cagnolona e siamo tornata insieme. Tra le cose di cui abbiamo parlato mi ha colpita una cosa che ha detto dopo che le ho parlato che anni fa volevo andare ad abitare all’estero, per rendermi conto che il problema ero io, anche se sarei andata ad abitare lontano non sarebbe cambiato nulla. Per lei sta accadendo la stessa cosa, deve prima capire chi è davvero e cosa vuole fare, dopo che ha perso suo padre lo scorso anno. Cambiare paese oppure cambiare la propria vita? Io ho cambiato vita, letteralmente!
Sono un po’ di giorni che penso a me stessa chiedendomi chi sono in questo periodo della mia vita. Quando mi guardo allo specchio ora vedo una donna, anche quando non sono truccata. Sarà merito dei capelli lunghi? Ma dopo che mi sono ripresa dalla ricaduta al maschile lo scorso settembre, vedo i lineamenti più rilassati e femminili, anche senza make-up.
Sono nella mia routine settimanale di smart working che non mi fa per niente bene psicologicamente. Sono sola in casa per otto ore al giorno, tranne rari casi di conversazione audio e video, le comunicazioni sono solo in chat, per iscritto. Come posso essere una donna in queste condizioni? Quando il meteo fa caldo cerco sempre di vestirmi con abiti femminili, ma in questo periodo di primi freddi e con i prezzi del gas alle stelle, cerco di non far andare troppo la caldaia coprendomi di più strati. Sembro l’omina michelin, nessun abito particolarmente femminile, eppure allo specchio vedo una donna. Non sempre però sono così, ogni tanto in alcune occasioni alcune persone usano un pronome maschile, per poi scusarsi. Se il loro cervello ha deciso così è sicuramente perché in alcuni momenti non sono donna e espongo tratti maschili, magari nei movimenti oppure nella voce.
Uno dei pensieri che mi girano per la testa è che forse sono una persona non-binaria, che non si riconosce in nessuno dei due generi, e non una donna trans. Non ho odio per il mio corpo come le altre donne transgender che ho conosciuto, anzi vedendo il cambiamento, seppur piccolo, seno compreso, sono grata a quello che fa e le energie che riesco a trovare nonostante l’età.
Mi sono documentata per un eventuale mastoplastica additiva (seno finto), e farla con il SSN dato che ora ho la sentenza del giudice depositata, il posto più vicino è in Trentino. Non sono però ancora convinta di volerlo fare. Ho fatto delle prove nei giorni scorsi tornando a utilizzare le tette in silicone da inserire dentro il reggiseno. La misura mi piace, ma non sento davvero la necessità di farlo. Se non sono convinta forse è meglio rimanere con la mia coppa B in leggera crescita mensile.
Altre cose da fare? La vaginoplastica è troppo in là da fare con il SSN e i rischi elevati per via dell’età. Operazioni al viso non mi occorrono. il pomo di Adamo mi era rientrato con la logopedia. La voce va abbastanza bene anche se dovrei allenarmi ancora, sento che potrei riuscire ad avere una voce più calda. Mi piacerebbe perdere qualche chilo di peso, ma con l’inverno e il Natale alle porte dovrò cercare di rimanere intorno ai miei ottanta chili.
La parte di me che non riesco ad accettare è quando vedo delle mie foto scattate di profilo. Solo in quelle vedo le spalle grandi, una postura troppo maschile e il profilo del viso non come lo vorrei. Ecco questa è l’incongruenza di genere che mi fa stare più male. A parte migliorare la postura come sto facendo con pilates e danza, non posso fare di più.
Da tempo cerco di migliorare la fluidità dei movimenti e vedo progressi, ma non come vorrei. Rivedendo il video del corso di danza vedo che non ho movimenti maschili, ma neppure aggraziati come le altre. Mi sono vista come un ragazzo-ragazza insieme, appunto non binary.
A gennaio andrò dalla mia psicologa per cercare dentro di me questi dubbi e dare loro un senso, da sola non riesco a capirmi come vorrei. Una di queste cose è capire se mi riempio di attività per non pensare, non rimanere da sola. Non ho più hobby da fare in casa, anzi quando rimango a casa la sera dopo il lavoro (sempre in casa) non ho voglia di fare nulla e mi vengono dei mal di testa. Guardare la TV e telefilm non mi aiuta per nulla e ripiombo ancora di più nella stanchezza. Quando sono fuori di casa, in mezzo alle persone mi sento bene, non sono mai stanca e mi sento “sul momento”, sono me stessa al massimo. In questi giorni avrei potuto fare pilates in casa, ho persino cercato di fare danza imparando la coreografia e siccome non avevo voglia ho tirato fuori gli abiti da DragQueen e con quelli indosso sono riuscita a farlo, anche se con difficoltà per non schiantarmi contro i mobili.
La mia vita sessuale e amorosa è sempre a zero. Tanti affetti per fortuna e so che ci sono tante persone che mi vogliono bene. Ovviamente cerchiamo sempre qualcosa di più, ma con questi continui stop&go non riesco a cercare nessuno. Quando mi riempio di attività non ho il tempo e non credo che nei corsi di cucina o di pilates riuscirò a trovare un compagno/compagna. Quando ho tempo sono bloccata a casa per vari motivi. L’unica cosa che ho notato è che mi piacciono determinati uomini, molto più giovani di me, tutti quelli over cinquanta li vedo spenti dentro l’anima e moltissimi devastati nel fisico. Quando abbraccio le donne non sento la stessa cosa dentro, ma con loro non ho mai provato un’intimità vera. Al momento mi definisco bisessuale non praticante.
La definizione che mi calza è che sono eclettica, empatica, aperta a tutto e tutto. Devo capire meglio quale direzione far prendere alla mia vita. I tre anni che mi ero data come termine per fare un punto sulla transizione sono trascorsi e devo capire cosa fare per i prossimi. Guardando il blog che è anche il mio diario, ho scoperto che ho così tanti ricordi come Bianca, grazie a tutte le attività, che alcuni iniziano a svanire, mentre quelli di quando ero Gerardo sono quasi tutti andati, tranne pochi molto significativi. Come ho scritto più volte, ho vissuto di più negli ultimi tre anni che nei trenta precedenti, quindi tutto bene? Devo risolvere alcune cose che ho dentro, ma comunque in linea di massima mi sento bene ed è un grande risultato essere coerenti con se stessi.
Maia “Ti ho pensata e mi è venuta in mente questa frase: "…quando tu sei certa di NON appartenere a nessun archetipo, ruolo, aspettativa altrui, etichetta culturale…è quando inizi ad appartenere a te stessa e a riprendere tutto ciò che ti è stato derubato dalla nascita
“
Grazie del pensiero, molto bello… avendo imparato da te a guardare le cose da altri punti di vista, mi chiedo se sono comunque, mio malgrado, entrata in altro stereotipo: la donna trans…più che altro quando devo raccontare di me stessa. Lato mio interno ora davvero mi sento libera di esprimermi come mi sento, niente più filtri nè falsità: fuori e dentro sono coerente.