In partenza per andare a questo evento medico come ospite e intervistata:
“AIOM GIORNATE DELL’ETICA : ONCOLOGIA LA SALUTE DECLINATA SU SESSO E IDENTITA’ DI GENERE ASSISI 23-24 SETTEMBRE 2022”
Qualcosa si sta per muoversi nella sanità, se ne discute e hanno invitato una persona trans all’evento, cioè io, ed è una cosa epocale (non che ci sia io…ma che ci sia un’associazione di persone transgender che non sono medici).
Mi sono svegliata presto, fatto la doccia, sistemato i capelli, scelto l’abito per oggi. Nel mentre mi sono resa conto che non avrei avuto il tempo per pranzare a Firenze per via del cambio treno troppo vicino.
Sono passata dal mini market e mi sono fatta fare due focaccine ripiene.
Ho parcheggiato nei dintorni della stazione e fatto mezzo chilometro a piedi con il trolley al seguito.
Arrivata in stazione c’è la prima sorpresa: il treno è in ritardo di venti minuti. Faccio colazione al bar e scopro che tarderà almeno quaranta minuti!
Praticamente ho perso il Freccia Rossa delle dieci! Che palle! Una non può partire due ore prima, per riuscire a prendere un treno per andare a Milano che dista solo 30 chilometri!
Tra poco arriverà un altro treno che però dovrò cambiare a Lambrate e prendere la metropolitana, non arriverò mai in tempo e dovrò prendere il treno seguente, ma mi salterà la coincidenza a Firenze…La mia idea era di arrivare ad Assisi per le ore 15:00 e fare la turista, ma forse arriverò tardi, molto tardi…
Che lo facciano apposta per farmi scrivere il diario?
Intanto posto su Facebook un messaggio che partecipo all’evento. In un gruppo c’è una risposta scettica che indica tutta la diffidenza verso la classe medica:
“Speriamo. E speriamo che l’invito non sia finalizzato unicamente a fa sentire la coscienza apposto a medicə e specialistə cis, quando si troveranno nuovamente a decidere sulle vite delle persone trans.
”
Mentre viaggio con il treno seguente, navigo in rete e leggo:
“Nella cultura giapponese, scoprire il proprio Ikigai significa: "trovare il senso della propria esistenza", e cioè raggiungere uno stato di equilibrio interiore.
”
Il ritardo sarà per il mio equilibrio?
Arrivo in stazione con solo trenta minuti di ritardo. Per fortuna mi hanno prenotato sul treno che parte un’ora d’opo il mio. Non ho dovuto pagare la differenza perché ho conservato il biglietto del treno e hanno verificato dei cinquanta minuti di ritardo del mio treno…che non ho preso, ma non lo sanno.
Mentre aspettavo la mezz’ora che il treno arrivasse in stazione, ho mangiato una delle focaccine al prosciutto causa un calo fisico da troppe emozioni, proprio di prima mattina.
Mi rendo conto solo adesso che ho dimenticato il cavo per caricare l’orologio Apple Watch…in futuro dovrò mettermi dei biglietti giganti in zona delle cose da prendere all’ultimo! Ieri sera poi mi ha preso un colpo quando ho visto un ragno enorme sul muro, proprio vicino ai cavi…se penso di aver condiviso per giorni la cameretta mi vengono i brividi!
PS: ne ho ordinato uno compatibile, di cavo non di ragno, su Amazon con consegna in albergo, così per il futuro potrò metterlo subito in valigia senza attendere l’ultimo istante.
Ora sono sul treno diretto a Firenze, viaggio in prima classe economy e sono tornata in pista. Forse farò solo un’ora di ritardo sul piano, anzi no…vedo adesso che due ore! Avrò poco tempo per visitare la città, peccato.
Quando sono passati con il carrello del cibo ho detto di no, poi mi sono resa conto che sono in prima classe e non si pagano queste cose, così ho preso un caffè con crostatina.
Mi sono anche resa conto che è il mio primo viaggio lungo con i mezzi pubblici in versione femminile!
Stazione di Firenze! Scendo dal treno e seguo la folla, quando si dirada scopro di che sono andata verso il fondo della stazione, forse tutta quella gente doveva prendere un’altro treno e io stanca dal viaggio che gli sono andata appresso!. Dietro front e lunga camminata che però ci vuole.
Esco dalla stazione perché i negozi dentro hanno dei prezzi turistici assurdi, 11€ per un insalata da asporto!
Trovo un mini locale specializzato in porchetta e mi faccio un panino, che scopro essere enorme, e passare un ora tranquilla senza il caos della stazione.
Quando ho finito vado in bagno dove mi sistemo il make-up. Nel selfie che mi sono fatta nel locale non mi vedevo molto al femminile, ma tutti mi stanno dando della signora e mi chiedo se mi vedo così solo io.
Rientro in stazione e salgo sul treno locale che si riempie all’inverosimile di turisti e molto presto inizia a fare troppo caldo. Avrei dovuto togliere la canotta quando ero al bar, non ci ho pensato ed ora soffro.
Cerco di dormire, ma invano. Devo resistere ancora novanta minuti…ma mi sa che presto mi toglierò la maglietta con un cambio rapido e chissenefrega…però non è una cosa da signora su un treno affollato…
All’improvviso, durante una fermata del treno in un paese mai sentito, si svuota quasi tutto il vagone e soprattutto scendono dei turisti slavi che erano troppo rumorosi, specie una signora che rideva di continuo come una gallina. Mi sposto dall’altro lato del vagone dove c’è l’ombra, anche per quello avevo caldo, ero dal lato del sole! Appena riparte il treno faccio un cambio rapido con la maglietta e non se ne accorge nessuno dei pochi passeggeri rimasti. Ora respiro!
Ho ancora un’ora di viaggio e passo il tempo a informarmi sull’acquisto di una piastra per capelli a vapore. Un’amica mi ha detto la settimana scorsa che esistono e rispetto a quelle normali non rovinano i capelli.
Ora i miei capelli sono abbastanza lunghi da meritare un trattamento come si deve. Purtroppo il web è ormai solo composto da pubblicità con i siti di recensioni che fanno solo business con recensioni pilotate (se clicchi e compri loro prendono una percentuale). Anni fa si trovavano siti di recensioni genuine.
Alla fine le mie esigenze sono: capelli fini e crespi, la piastra non deve essere larga, il peso non è un problema per la mia fisicità che una volta tanto aiuta. I candidati finali sono due e mi chiedo perché una costa 60€ e l’altra 170€. Deciderò la settimana prossima.
Finalmente sono arrivata ad Assisi, stanca morta, ma devo vedere qualcosa della città e della basilica di San Francesco, così prendo l’autobus fino alla basilica, visto che la città è dalla parte opposta.
Dal sito cittadino “La stazione di Assisi è posta in pianura presso Santa Maria degli Angeli, quindi è molto lontana dal centro storico della città (circa 3 km) ma ad esso ben collegata da una corsa autobus effettuata ogni 30 minuti (Linea C). Gli autobus partono dal piazzale antistante la stazione e fermano in Piazza Matteotti.“
Arrivata in cima alla collina, cerco dove lasciare la valigia per qualche ora (non si può entrare nella basilica con il trolley e non c’è un deposito fuori) e uso questo sito per 5€.
Risalgo la salita che conduce alla chiesa ho un deja vu che si fa sempre più vivo. Arrivata in cima sono nella piazza e il ricordo che ci sono già stata è palese, solo che non ricordo quando e neppure con chi, anche se ero venuta con delle persone.
Ricordo il giro della basilica, la piazza superiore, ma proprio non riesco a mettere a fuoco le persone che erano con me. Possibile che ho rimosso? Ero venuta quando ero ancora maschio, ma eliminare un così bel ricordo?
Mi faccio delle foto e poi entro a fare il giro della basilica che è spettacolare, tutto sa di già visto. Vado anche in una zona della chiesa adibita solo alla preghiera e ne dico una, al termine chiedo qualcosa con il pensiero. Al primo tentativo “di far terminare la guerra in Ucraina“, una voce dentro mi dice di provare con qualcosa di più facile e di personale. Allora mi auguro che la transizione proceda bene e che mi senta sempre tranquilla dentro, ma forse non serve scomodare il Santo per questo.
Scopro che c’è anche il “bosco di San Francesco””, che è in realtà è un piccolo percorso con panorama notevole e vista sulle colline. C’è però un grande vento e inizia a calare la temperatura e io non ho gli abiti adatti. Al termine del percorso c’è un’ arco con una campana al centro e nei quattro lati sono presenti i simboli dei culti principali del mondo.
Ritornata alla piazza, scendo la ripida salita e in un negozio di souvenir, vedo dei braccialetti di cuoio con scritto il nome. C’è il nome Bianca e lo prendo al volo!. Per via del polso ancora potente, dopo un po’ spezzo qualsiasi braccialetto in argento…questo spero duri abbastanza.
Mi dirigo all’hotel per ritirare la valigia e tutto ad un tratto mi ricordo tutto: sono venuta qui quattro anni fa, al maschile, e con due amiche (Paola e Carla). Eravamo qui per Umbria Jazz (merita, merita di esserci) e un giorno di sole lo abbiamo dedicato per la gita ad Assisi. Come ho fatto a dimenticare? Era una vacanza dell’altro me stesso e ricordavo solo la parte a Perugia.
Prendo un taxi e vado in hotel dove ci sarà l’evento, non c’è altro modo per arrivare e meno male ho il viaggio rimborsato (non pago neppure hotel e cene). Faccio il check-in senza problemi, erano stati preavvisati di chi sono all’anagrafe e di come sono adesso.
Intanto mi arriva un messaggio che la presidente ‘onoraria’ della mia associazione transgenere, non può venire per sovrapposti impegni con le votazioni elettorali. Lei è un politico e mesi fa quando ha accettato di partecipar non si sapeva della elezioni. Penso che la sostituirò io visto che ne sono in grado e poi la gestione della partecipazione di ACET l’ho gestita tutta io. Non nego che una parte di me ha avuto un incremento di autostima, soprattutto dopo tutto il lavoro di mesi per riuscire nell’impresa: prima associazione transgender (di non medici) ad essere invitata ad un evento medico, ed io la prima donna trans ad essere presente come ospite. Mi sento come se fossi stata la prima donna a mettere piede sulla Luna!
Scendo per cena optando per indossare un abito semi elegante. Il ristorante è di lusso e nel menù ci sono cibi dal titolo sfizioso e sono indecisa. Forse prendo solo un secondo? Poi mi ricordo che nei luoghi di lusso, le porzioni non sono mai abbondanti e quindi prendo primo, secondo e dolce.
Primo: Tortello di Cipolla rossa di Cannara, burro alle erbe, guanciale croccante.
Secondo: Suprema di faraona laccata al miele, julienne di verdure fresche, crema di carote.
Dolce: gelato, frutta e un crumble di biscotto.
Il cibo è ottimo, il vino bianco è leggero e mi darà alla testa (solo due mezzi calici, non ho più l’età). Nel salone siamo solo in tre e quando termino di cenare arriva la comitiva dei medici organizzatori. Sono indecisa se presentarmi adesso oppure attendere domani.
So che poi monopolizzerò la conversazione, ma anche molto stanca e leggermente ubriaca. Decido di soprassedere e saluto solo Valentina, che ha organizzato il tutto.
Domani sarà una giornata intensa e spero che parlino di noi persone trans e di genere non conforme in modo rispettoso e che il mio invito non sia stato solo per pulirsi la coscienza.
Notte.
Commento del dopo evento: Non so le reali intenzioni dell’invito, ma con la mia presenza e gli interventi che ho fatto, sia nelle domande a fine sessione, che in quella di fine evento (la tavola rotonda) ha fatto la differenza e migliorato l’evento. Tutto quello che ho detto, inclusa la video intervista (Leggi dal blog) che avevo fatto mesi fa, sono stati apprezzati dall’organizzazione Inclusi i presidenti che hanno tenuto a dirmi che mi hanno voluto loro), dai relatori e soprattutto dal pubblico.
PS: il viaggio di ritorno è stato ancora più pesante di quello dell’andata e non ho digerito il pranzo. Sette ore e mezzo di treno, anche al ritorno, è stato davvero pesante da affrontare, ma ne valeva la pena.