Inizio con una notizia a sorpresa.
Dopo quasi tre mesi che aspetto di sapere come fare a pagare la tassa di deposito della sentenza del Tribunale di Bergamo relativa al cambio nome e genere, con l’avvocato avevamo quasi gettato la spugna. La pratica deve compiere meno di un chilometro, ma non si capisce in quale punto si sia impantanata.
L’unica cosa da fare era di andare di persona all’Agenzia delle Entrate e capire dove diavolo è finita la mia pratica.
Ma in extremis l’avvocato è riuscito a conoscere il numero magico per poterla pagare. In realtà bastava quello e un codice specifico e non che si riuscisse a scaricare dal sito il modello F24 già pronto che sul sito non si trova.
L’avvocato mi ha generato il modello F24 perché sembra che finalmente l’agenzia delle entrate l’ha inserito sul loro sistema, senza comunicarlo a nessuno ovviamente.
Il mattino dopo sono andata in banca e ho pagato, ora spero solo che non ci impieghi altri due mesi perché avvisino il tribunale che una volta ricevuto il pagamento farà proseguire la pratica presso il Comune di Milano per aggiornare l’atto di nascita…sarà una lunga attesa anche qui?
Finalmente la mia vita sociale sta riprendendo dopo due settimane di quasi solitudine e gironzolare per il paese. Intanto Facebook mi sta ricordando le cose che ho fatto negli ultimi due anni in questo periodo e il confronto non regge, adesso non sto facendo nulla o quasi.
Una delle mie due vicine di casa è tornata dalle vacanze durate mesi, in realtà essendo in pensione è sempre in vacanza, abbiamo fatto un’uscita serale di camminata. Peccato che fa buio sempre più preso e inizia anche a fare fresco.
Mercoledì sono andata dalla mia amica parrucchiera per fare il colore e dare una sistemata ai capelli che erano in crescita libera. I miei sono molto fini e si stavano formando sempre più nodi verso le punte. Aurora anche questa volta è riuscita nel miracolo di farmi una permanente molto bella, peccato che poi dura due giorni al massimo!
Questa volta nel guardarmi allo specchio non ho avuto la meraviglia in quanto sapevo che sono abbastanza lunghi, ma vedermi con un caschetto è stato un sollievo. Dopo tre anni di parrucche per avere quell’effetto di arrotondamento del viso, vederlo “al naturale“, con tanto di frangetta, è stato liberatorio. Sono io e sono sempre più al “femminile“.
In questo periodo, stando spesso da sola, non mi sono sentita sempre a mio agio e così femminile. Ho scattato qualche selfie per vedermi e confermare, purtroppo, che quando sono con gli altri mi sento viva e donna, altrimenti non so bene cosa mi sento, ma non così bene e serena. Sempre meglio di come stavo prima.
Venerdì, nonostante sia terminata la settimana lavorativa mi sono sentita stanca, complice pure lo stare tre ore con il mio capo a guardare (da remoto) conti e cifre che mi ha sfiancata.
Guardo i social e vedo che c’è una notifica di LinkedIn da parte dell’agenzia che ha organizzato l’evento a tematica trans e oncologia di settimana prossima. Vado a vedere e scopro che hanno realizzato un teaser usando una parte della mia intervista. Non so perché, ma la cosa mi ha turbato leggermente eppure dovrei esserne felice. Forse perché hanno scelto delle frasi un po’ dubbie, ma ad effetto e poi c’è l’inquadratura di profilo dove non mi vedo così tanto al femminile come mi sentivo quel giorno. Mi si vede troppo il mio fisico maschile e le spalle larghe. ma forse è solo una serata no.
Sabato mattina sono tornata a fare l’allenamento con danza caraibica. Devo farmi quaranta minuti di autostrada, è lontano davvero, ma mi divertivo troppo a farla. Sono due mesi che siamo state in stop e il gruppo ha ricominciato anche al mercoledì sera che per me improponibile.
Arrivata in anticipo faccio colazione in un bar dove farciscono le brioche al momento e poi salgo nella sala dove facciamo lezione. Giuliana sorride quando mi vede e penso anche io e ci abbracciamo con trasporto. Poco più tardi arrivano le altre due ragazze e una mi stringe davvero tanto e a lungo. Mi ha dato un calore dentro al cuore enorme. Recentemente alcune donne hanno questa tendenza a stritolarmi di abbracci calorosi e non mi spiego completamente il loro sentimento nei miei riguardi, non è comunque una specie di aiuto per la “povera donna trans che fa del suo meglio”. Vedono in me qualcosa che ancora io non vedo e comunque è bello.
Giuliana “Grazie a te per portare a lezione la tua meravigliosa e armoniosa energia
”
Questa volta c’erano altre tre ragazze a lezione, segno che a parte noi storiche, la cosa inizia a piacere. La lezione è stata dura, dopo due mesi di fermo, ma sempre stimolante, divertente e fisicamente tonificante.
Durante il tutto sento che il mio cervello memorizza anche tutti i movimenti delle altre per farli miei. Ad un tratto Giuliana dice:
“Ora con questo pezzo tiriamo fuori la bambolina che è in voi
” e mette un brano moderno ispirato agli anni ’50 e con i movimenti da fighetta in effetti mi sono sentita una pin-up dell’epoca, mi mancava solo l’abitino a pois.
Dopo aver terminato la lezione e salutato tutte sono rimasta un’ora con il mio iPad a preparare delle cose per l’associazione transgenere e mi sono concessa una pizza, che ricordavo strepitosa. Stamattina la bilancia mi ha detto che potevo premiarmi.
Leggo il menù e ne scelgo una che mi ispira: pizza caponata. Quando arriva mi accorgo che è lo stesso gusto che ho ordinato due mesi fa, buona comunque anche avrei preferito provarne un’altra.
Tornata a casa mi è calata addosso la stanchezza della lezione e la digestione della pizza, ma quando si è troppo stanche non si riesce a dormire e sono rimasta sul divano con la mappazza e stanchezza.
Decido che per cena devo prepararmi qualcosa di speciale. Ho ricominciato a cucinare e non scaldare cibo come si fa in estate. Lunedì ho preparato i biscotti e collaudato il turbante brasiliano che ho preso al campeggio. Mi sono usciti abbastanza bene anche come estetica.
Esco per fare un giro e liberare la mente e la cosa aiuta non poco. Compro del prosciutto e un formaggio tipo stracchino. Ho deciso di fare delle piadine, ma facendo io la sfoglia. Mia sorella mi aveva detto che è facile e si fanno in trenta minuti. Ci impiegherò quasi un ora. Le ho fatte senza strutto e con l’olio di oliva che le rende più leggere. Come primo risultato non sono state male, ma potrò migliorare.
Fuori fa freddo, non fresco, l’autunno arriva veloce. Anche se è tardi esco per fare una breve passeggiata. Non mi trucco e indosso la felpa color pesca, tanto non mi vedrà nessuno con il buio. In futuro dovrò sempre uscire preparata!.
In piazza c’è una musica altissima e un tappeto rosso. Un sacco di gente è presente e io non sono presentabile. Scopro che ci sarà una sfilata di abiti realizzati dalle sarte dei quattro rioni del paese. Io sono nel “Rione Ponte“. Scopro che sono quindici anni che a settembre si fa questa sfilata con abiti delle edizioni passate e alcuni nuovi. Non sapevo nulla, anche perché al sabato sera ero raramente in paese. Anche oggi è stato un caso che fossi rimasta a casa la sera.
Gli abiti sono strepitosi, quasi tutti da sera, svolazzanti, con spacchi, insomma un piacere da vedere e penso sa indossare. Le modelle, che sono ragazze del paese, li sfoggiano con la loro gioventù e mi viene da pensare che io non l’ho avuta in quel modo. Fa freddo però e non so come riescono a resistere mezze nude in abitini da seta. Non ho provato nulla di sessuale nel vederle, il mio cervello registrava i movimenti, confrontandoli con i miei, come erano gli abiti, il trucco, i sandali con il tacco.
Mi viene anche da fare il confronto per come sono adesso, imbacuccata nella felpa e senza make-up. Penso che mi abbiano scambiata per un maschio i presenti. Ogni tanto qualcuna passava e mi salutava e un paio di persone non ho idea di chi siano. La maggior parte dei presenti mi era sconosciuta, ma escono di casa in paese solo per questi eventi?
Ho osservato molto come camminavano durante la sfilata e la maggior parte di queste ragazze camminava dritta cercando di rimanere sui tacchi alti, solo grazie all’abito per le loro forme fisiche c’era quell’effetto di sensualità di movimento, ma nessuna aveva una camminata da modella. Qualcosina più di loro ne so grazie anche alle lezioni del corso di teatro come tranquillo, dove hai imparato a esagerare e migliorare certe movenze fisiche.
Mi hanno colpita molto le acconciature che erano bellissime ed anche i gioielli abbinati.
La sfilata a sorpresa è stata belle e mi sono resa conto che mi manca come attività lo sfilare su una passerella. Scherzando con una vicina, che è nel comitato organizzativo, le dico “ma non mi hanno chiamata
!”, lei dice che il prossimo anno prova a propormi.In realtà non sarebbe male sia come soddisfazione personale che per mostrare la donna trans alta e molto figa con abiti da sogno.
Domenica sono andata a Milano per mangiare in una trattoria per vedere la mia amica Luciana dopo circa quattro mesi. È un pranzo organizzato da un gruppo di persone che conosce lei. Tutto bello rivederla e ci siamo raccontate un po’ di aggiornamenti soprattutto nel suo viaggio in Canada per andare a trovare la figlia che abita là.
Oggi c’era anche un’altra donna, Daniela, che ci siamo conosciute al corso di cucina che non avevo capito che sono una donna trans, gliel’ho detto oggi Luciana quando è passata a prenderla a casa. Tipicamente mi ha fatto due domande, procedendo la richiesta con un “non so niente di voi
” , una domanda sui documenti e l’altra sulla mia sessualità perché lei pensava che stando donna mi piacessero solo gli uomini. Ho risposto che sono bisex e vedo che è sempre un po’ spiazzante, ma risolve molto e dopo non proseguono con le domande sulla sessualità.
A fine pranzo c’è stato un problema con il gestore del locale che ha fatto casino con il conto sembrava che mancassero dei soldi, alla fine abbiamo fatto una specie di colletta aggiuntiva perché la maggior parte non avevo voglia di star lì a litigare. Qualcuno effettivamente ha fatto il furbo Oppure ha fatto casino si è dimenticato cosa aveva ordinato.
Metà delle persone e via con l’altra metà, quelle più simpatiche, abbiamo fatto una camminata intorno al laghetto del parco nord di Milano. Non certo punto ci fermiamo e c’è una ragazza che mi guarda, non del nostro gruppo, esclama “ma tu non eri al campeggio?
“. L’ho guardata un attimo effettivamente mi ha ricordato di averla vista recentemente, anche se non avevamo legato non so bene perché. Comunque al campeggio la terza settimana di agosto c’erano più di 100 persone e ci può stare. La cosa curiosa che era con il suo ragazzo che è andato via il secondo giorno e parlando a me ha usato un problema maschile “lui“, per poi completare la frase al femminile.
Oggi mi ero anche fatta la messa in piedi col ferro e truccata abbastanza, ma con la maglietta probabilmente o comunque un’aria al maschile. Questa mattina mi ero truccata e poi sono uscita a far colazione, ho lavorato un’ora al computer e poi sono partita per andare a Milano e lungo la strada guardandomi lo specchietto ho scoperto che il backup non era più a posto. Devo ricordarmi di lasciare in macchina un piccolo set per queste correzioni, tanto da adesso non farà caldo e non dovrebbero rovinarsi.
Oggi ho provato a guardarmi allo specchio e in alcune fotografie in vari momenti e nessuno di essi vedevo il volto di Gerardo come lo vedevo nei giorni scorsi dopo che ero stata da sola tutto il giorno.
Daniela mi ha chiesto che segno zodiacale fossi e quando risposto leone è rimasta un po’ lì perché è un segno forte e io do l’idea di essere dolce ed empatica. La parte forte c’è ancora e per il resto è dovuto essere finalmente bianca
Ci siamo lasciati quasi alle ore 17:00, ma solo perché c’era tanto vento ed era impossibile giocare a carte all’aperto. Entrata verso casa fermandomi in un centro commerciale a fare i bisogni, ho bevuto un cappuccino e poi ho girato alcuni negozi di abiti senza trovare nulla di interessante. Meglio, così ho risparmiato.
Preparando questo articolo mi sono resa conto che comunque non ho fatto poco!