Alcuni libri che ho letto recentemente e mi sono piaciuti in modo particolare. Per chi non legge e trova scuse, per anni avevo smesso di leggere con la scusa che la sera ero stanca, che lavoravo troppo al computer, etc. cose vere. Ho scoperto durante il lockdown che leggere anche solo dieci pagine prima di andare a dormire mi rilassava e stancava la vista, ovviamente dato il mio astigmatismo, ma era davvero “staccare la spina” con tutto quello accaduto in giornata.
“Solo dieci pagine, ma non ne vale la pena! Non leggi nulla”, sì mi stanco abbastanza. Risultato? In due e anni e mezzo ho letto circa quaranta romanzi! Un bel numero per “sole” poche pagine a volta.
Negli anni ho privilegiato il genere di romanzi rosa scoprendo che ci sono autrici italiane veramente brave, peccato che alla lunga la trama è più o meno la stessa: personaggi con caratteri discordanti, si respingono, scoprono che però qualcosa li attrae, accade qualcosa e si mettono insieme, un evento li separa e nel finale però qualcosa li fa rimettere insieme… cambiano ambientazioni, caratteri, ma la trama di base è la stessa. C’è da dire che qualsiasi storia inventata dall’uomo ha solo sette possibili trame di base, si è vera questa cosa! (Approfondisci). Questa è quella definita “il viaggio dell’eroe” dove un personaggio lascia il suo luogo sicuro, intraprende una missione, supera delle avversità, sarà in grave pericolo per poi risolvere e vincere e tornare al suo luogo sicuro. (Approfondisci).
Da qualche mese ho iniziato a cambiare genere, sempre con un qualcosa di “rosa”, ma dove la storia d’amore non è più il fulcro del romanzo.
Il primo romanzo “Davanti a una donna” di Cecilia Parodi, è in realtà un racconto lungo e tratta un argomento che mi riguarda: le donne trans. Sono stata contattata dall’autrice che mi ha chiesto un parere se la figura della donna trans è stata trattata correttamente. Ho letto la bozza di trenta pagine in una sera (alla faccia delle mie dieci pagine) , la storia mi aveva preso parecchio.
Preferirei che si narrasse di fatti più positivi e meno riguardanti la prostituzione (solo un 5% si prostituisce anche se nei media e giornali parlano di noi solo quando accade un fatto brutto che solitamente coinvolge la prostituzione), anche se questa storia è un pugno nello stomaco, come voleva l’autrice, ma di “storie trans” in italiano non ne esistono e comunque offre un ritratto coerente e in un certo senso contro corrente, la protagonista lo fa per denaro come sua professione e non perché costretta a farlo, quindi offre un nuovo punto di vista che poi non è il fulcro del racconto. Lo fa di mestiere, punto. Il racconto parla d’altro.
Dall’autrice Cecilia Parodi: “Questo libro è nato dopo aver guardato e ascoltato con attenzione un documentario sulle donne transgender che lavorano come sex workers al Bois de Boulogne, l’immenso parco pubblico di Parigi. Per diversi giorni gli occhi tristi, e meravigliosi, di una ragazza sudamericana mi hanno perseguitata e ossessionata.
Ho deciso, quindi, di telefonare alla mia amica Nomi Angel, famosa trans di Genova, per farle diverse domande. Naomi è stata, come sempre, generosa e disponibile. Mi ha regalato il permesso di inserire alcuni suoi ricordi, si tratta di piccoli dettagli che hanno stimolato la mia fantasia e colorato la storia. Ho deciso quindi di usare il suo nome per ringraziarla, ma I fatti che racconto fortunatamente non riguardano lei. La storia é totalmente frutto della mia immaginazione. Comunque é a lei, e a tutte le sue sorelle, che voglio dedicarla. So che è una storia forte, disturbante e breve, ma era mia intenzione cimentarmi in un’altra forma di narrazione e far arrivare al lettore uno schiaffo. Veloce, e possibilmente doloroso. Spero con tutto il cuore di essere riuscita nel mio intento. Ringrazio il mio editore per averlo compreso e aver dato fiducia a contenuti e modi sicuramente insoliti tra le attuali proposte di narrativa.“
Nel libro c’è anche una dedica al mio operato, cosa che mi lusinga. Il racconto merita una lettura ed ha un finale inatteso (no spoiler) che lo rende abbastanza differente da altri racconti.
Il romanzo è disponibile anche presso il sito dell’editore Vai alla pagina si Porto seguro editore ed anche in libreria (a breve mi dicono).
Ringrazio Bianca, dell'associazione Acet di Milano (Associazione per la Cultura e l'Etica Transgenere) per aver letto queste pagine in anteprima e avermi rassicurata sulla correttezza nella rappresentazione di una donna transgender. Infine ringrazio sempre e per sempre chi sceglie di leggere le mie parole, in questo specifico contesto ancora di più.
Un giallo d’altri tempi è “Il morso della vipera” di Alice Basso, ambientato nell’Italia fascista del 1935 dove una giovane donna, Anita, che fa la dattilografa e batte a macchina le storie americane ,opportunamente tradotte e adattate all’italia fascista della popolare rivista «Saturnalia», si trova a investigare con l’aiuto del suo editore su un caso apparente di incidente di morte a causa appunto del morso di una vipera. L’ambientazione particolare e la narrazione ti portano ad arrivare in fondo al racconto per scoprire chi è stato a compiere il delitto. Viene descritta come doveva essere la vita di una giovane donna a quell’epoca, delle imposizioni da parte della società, del costume e della famiglia a seguire determinate regole. Cosa doveva fare una donna e cosa non poteva fare. E’ sempre utile leggere del passato per non ricadere negli stessi problemi, oggi ne abbiamo di nuovi, ma per fortuna nel mondo occidentale sono stati fatti enormi passi avanti per il mondo femminile e l’emancipazione.
Sempre ambientato in altre epoche recenti “I segreti della Biblioteca sulla Quinta Strada” di Fiona Davis racconta la storia di una bibliotecaria moderna che ha a che fare con una serie di furti di libri rari. Il romanzo fa dei salti temporali raccontando della nonna che visse nella biblioteca con la famiglia nel 1914 dove avvennero furti similari e nell’era moderna. A poco a poco si scopre cosa hanno in comune queste due epoche e in particolare la storia ambientata al Greenwich Village, centro nevralgico del fermento culturale della Grande Mela. Ed è proprio qui che Laura (la nonna) conosce il Club dell’Eterodossia: un gruppo di donne che discute con passione di temi come il diritto di voto e la condizione femminile. Vengono affrontati temi interessanti ed anche come era vista l’omosessualità femminile all’epoca, dove una donna non poteva indossare i pantaloni e altri abiti che ricordassero abiti maschili.
Questo romanzo mi ha intrigata per via del mio amore per il Giappone e non vedo l’ora di tornarci “al femminile” e indossare un kimono. “Un tè con biscotti a Tokyo” di Julie Caplin narra di una blogger che riesce a farsi pagare una vacanza a Tokyo che racconterà nel suo blog. Tutto sembra andare per il meglio e vengono narrate le meraviglie del giappone in primavera, quando scopre che anche Gabe, l’uomo che ha spezzato il cuore dieci anni prima è pure lui a Tokyo. Il resto del romanzo segue la trama da romanzo rosa, ma affascina molto la descrizione dei luoghi dove si svolge la storia. La descrizione scenografica è molto fedele, almeno nei posti dove ci sono stata. Quindi per una bella storia che porta il lettore, anche visivamente alla scoperta delle meraviglie naturali e storiche del giappone. E’ veramente consigliato anche per i non fan del giappone, ma che desiderano conoscerlo meglio e qui è narrato dal punto di vista degli occidentali che si trovano in una cultura a volte davvero strana e peculiare!