Come nei romanzi più particolari inizio dal finale dando qualche indizio sulle emozioni e sensazioni. Con la mia amica del cuore Barbara sono di ritorno da una due giorni di un workshop sullo “Psicodramma a più voci“. Fa un caldo terribile e fuori c’è un sole che spacca le pietre con ben 35°. Ci stiamo scambiamo delle opinioni riassuntive su quello che abbiamo fatto in questi due giorni e che sono stati pazzeschi nonché impegnativi. Lei mi dice che ha bisogno di qualche ora da sola per sedimentare le sue esperienze, da parte mia è stato tutto nuovo e quindi dovrò anch’io pensare a tante cose. Barbara in più ha anche i rapporti con le persone che non vedeva da due anni e quindi oltre al workshop vero e proprio ha avuto anche un bel bagaglio emotivo notevole. Io ho fatto molte nuove conoscenze e il prossimo anno avrò lo stesso effetto e affetto.
Un altra cosa di cui abbiamo parlato è stata che lei voleva invitare due sue amiche con cui fa teatro, ma adesso pensa che hanno fatto bene a non venire e lei a non insistere. Forse non sarebbero state pronte, oppure le avrebbero rovinato l’esperienza. Perché io non l’ho rovinata?
Quando inviti qualcuno a partecipare con te a un evento, spesso l’altra persona si affida completamente, come fossi una guida turistica, e non cerca di conoscere gli altri partecipanti e magari vuole fare le stesse cose che fai tu. In questo caso i laboratori non vanno scelti per aggregarsi, vanno selezionati in base al tema trattato. L’esperienza a entrambe sarà rovinata, senza una viva partecipazione, senza sentirli dentro di sè e cercando nell’altra il supporto. Spesso poi molte persone erigono delle barriere su cose che magari non interessano così tanto, giusto a priori. Inoltre per Barbara è stato il rivedere delle persone e in questi casi gli amici portati starebbero muti a fare tappezzeria dopo la presentazione iniziale. Spesso le persone non riescono avere quell’indipendenza di pensiero andando in gruppo. Io capisco le motivazioni della mia amica Barbara e la rispetto, non faccio la tappezzeria, mi integro talmente facilmente bene nel gruppo di sconosciuti, che sono indipendente da lei da subito. Faccio attività che mi ispirano e partecipando a laboratori dove non siamo insieme. In questo evento solo una di queste attività laboratorio l’abbiamo fatta insieme!. Purtroppo ci sono stati degli eventi in contemporanea e di è dovuto scegliere basandosi sul titolo, chi è il conduttore, del breve testo che hanno stampato. Barbara ha detto che anche questa scelta ti porta comunque a selezionare delle attività che ti daranno qualcosa di particolare.
E infine “io sono la donna 360°”, faccio di tutto e non ho mai problemi.
Laura C “Io ti adoro e sapevo che avresti apprezzato le correzioni al discorso, è la tua dote, non prendi mai niente sul personale, hai un'energia trasformativa: ciò che per molte altre persone è motivo di risentimento e distruzione, per te è crescita. Grazie ancora per tutto quello che fai
”
Svegliata presto, fatta una doccia veloce, finito di preparare la valigia e via. Oggi vado al lago di Iseo con Barbara, per partecipare a un workshop di due giorni su una cosa chiamata “Psicodramma”, di cui non ho voluto sapere nulla in anticipo. Barbara ci va da anni e mi basta.
Faccio colazione in un bar carino, vicino al parcheggio dove lascerò l’auto. Andare in un bar nuovo mi aiuta a sentirmi in ferie, come anche la possibilità che la brioche non sia fresca…peccato.
Ho ancora addosso la stanchezza del corso di teatro e mi sono resa conto di essere stata in piedi e soprattutto “in azione” con prove finali e lo spettacolo, per sei ore! Ecco perché la stanchezza, oltre che l’adrenalina accumulata e poi rilasciata al termine con gli applausi.
Nel gruppo whatsapp del teatro si sono tutti sfogati a scrivere stupidate, dire che i ragazzi di sono depilati (viso e corpo), insomma un bel cazzeggio post corso. Mentre attendiamo le foto ufficiali e il video. La mia registrazione, fatta con una action cam economica tipo GoPro, non è uscita così bene. Sembra un video pirata degli anno novanta e poi ce ne è solo metà spettacolo perché avevo dovuto fare partire la registrazione trenta minuti prima, quando entrava il pubblico…ma alla fine la batteria si è scaricata! C’è tutto fino a noi ragazze. Ho visto giusto qualche scena e effettivamente è stato uno spettacolo notevole per dei dilettanti!
Ora è tempo di andare al parcheggio e aspettare Barbara che passa a prendermi. Sarà un weekend di svago come il nostro ultimo a novembre? Spero di sì.
Ora sono in attesa alla rotonda appena fuori dal casello, Barbara dovrebbe arrivare a minuti. Dovrei stare sempre “sul momento“, ma nei momenti di pausa e di attesa, la mia mente è già proiettata a settimana prossima, anzi tra due settimane. La prossima andrò a fare un evento in un paese vicino a Melegnano per la mia Associazione Transgender (ACET), l’argomento sarà sul cambio documenti e le cose legali correlate. Sono molto “sul pezzo“dato sto concludendo l’iter burocratico.
La settimana dopo sarò presentatrice e moderatrice al Milano Pride e quindi un intervento molto importante sull’argomento di cui conoscevo molto poco: il lavoro e le persone trangender. Mi sto documentando in tutti momenti liberi. Per entrambi gli eventi avrò un discorso da dire. Una specie di bozza è già pronta per entrambi, ma andrà rifinita. Dovrò anche fare la segreteria per riuscire a coordinare le tre donne trans invitate all’evento, di due di esse ho i nomi e ho cercato di contattarle, ma non ho ancora ricevuto risposta. Non so nemmeno se ho scritto alle persone giuste. I nomi sono stati decisi dal direttivo perché persone conosciute nel mondo trans, ma il ragazzo che organizza non ha i loro contatti e quindi ha chiesto a me di gestire la cosa. Forse dovrò anche organizzare il loro viaggio, pernotto e cena in quanto una arriva addirittura da Napoli. L’organizzazione Milano Pride dispone di risorse adeguate, ma dovrò smazzami la gestione.
Arrivate al parcheggio di fronte alla scuola dove si svolgerà il workshop, non prima esserci perse in un paio di strade con il navigatore impazzito, entriamo e andiamo nella palestra dove si svolgono le iscrizioni. Qui ci viene consegnato un badge dove scriviamo il nome di una cartelletta con un’impronta di una mano. Barbara mi dice che cartellette i materiali sono stati preparati da persone disabili gravi.