Mi sono svegliata prestissimo per prepararmi e andare a Milano dove oggi lavoreremo in presenza. l’ufficio è in un nuovo con working vicino a Piazza Duomo. Questa volta ho deciso di tornare a prendere il treno e la metropolitana, un po’ per risparmiare visto che la macchina non funziona più a Gpl (dopo alcuni minuti si stacca e fa bip bip) e perché mi sembrava più pratico.
Messo il computer nello zaino insieme alla borraccia dell’acqua e altre cose, mi sono resa conto che è pesantissimo, intorno ai 3 kg. Non ho più la forza fisica che avevo prima e mi spacca le spalle. Forse andare in treno non è poi così una buona idea.
Arrivata a Treviglio, dopo aver lasciato l’auto al parcheggio del supermercato, arrivo in stazione e vedo che come al solito i treni sono in ritardo. Sono un quarto d’ora in anticipo e mi fermo al bar a fare colazione. Una delle bariste, non so come faccia, mi riconosce e ha scambiato due battute. Mi chiedo: mi ha vista al femminile tre volte in otto mesi e le altre volte avevo la parrucca. Mistero.
Il viaggio in treno è asfissiante e indossare la mascherina Ffp2 con questo caldo è davvero difficile. Prima mi siedo nel vagone, ma mi alzo quasi subito e l’ultimo tratto di strada l’ho fatto stando in piedi vicino alle porte.
Prendo la metropolitana per fare cinque fermate. La metro è veramente piena zeppa di gente. Arrivata a destinazione mi rendo conto che ho passato una delle fermate che è “Milano Repubblica” e che avrei potuto prendere il passante ferroviario, con l’aria condizionata. Viaggia più lento, ma oggi sarebbe arrivato prima…
Entrata nell’edificio del co-working, arriva nello stesso momento la mia collega e scopriamo quale l’ufficio abbiamo. Ultimo piano su un bellissimo terrazzo con vetrate dove vedi un po’ il Duomo, l’università e un sacco di palazzi e cortili. Tutto molto luminoso.
Oggi non ho indossato la parrucca, fa troppo caldo ormai e lo userò solo al corso di teatro. Avevo qualche timore di non sembrare all’altezza, ma non se ne accorto nessuno, anzi le signorine alla reception mi hanno dato della signora tutto il tempo, compreso quando telefonavano.
Lavorando di presenza riesco a concentrarmi meglio ed è bello interagire con gli altri colleghi. Nella pausa pranzo abbiamo accolto suggerimento del nostro venditore e siamo andati in un self-service. Proprio il locale dove nel primo anno di lockdown abbiamo fatto le prove del corso di teatro, stesso spettacolo che andrò a vedere sabato, ma sarò tra il pubblico. Mi chiedo chi interpreterà il mio monologo e come lo farà? E’ una cosa molto curiosa di questi ricorsi dal passato che si incrociano con il presente.
A pranzo ho preso il menù da nove euro, che consisteva in un primo, un secondo e il caffè. Purtroppo come secondo c’era merluzzo fritto, della carne di maiale e un cordon bleu… ho scelto quest’ultimo e ho avuto serie difficoltà a digerirlo. Mi sono sentita gonfia fino a sera.
Terminato l’orario di lavoro e salutati colleghi, ho preso la metro e poi il treno, ma questa volta il passante con aria condizionata e mi sono diretta verso casa. Il treno mi ha messo tanta sonnolenza, però ho fatto prima del previsto, nonostante si è fermato in tutte le stazioni. L’idea originale era di mangiare fuori e poi andare direttamente al corso di pilates, ma mi sento ancora piena da oggi a pranzo, così sono passata a casa dove mi sono cambiata, mangiato un’insalata e andata a lezione.
Oggi faccio il turno delle 20:30. Ho parlato una decina di minuti con la signora Lucia, titolare del centro benessere, poi sono arrivate le ragazze del turno. Le conoscevo di vista perché l’incrociavamo quando noi finivamo. Intanto vedo le mie colleghe di turno appena uscite e ci salutiamo (erano preoccupate che non c’ero…si erano dimenticate che avevo avvisato).
Entriamo noi a fare lezione. Mi sono sempre sentita a mio agio in questa stanza a fare pilates, ma oggi è la prima volta da tempo con persone che non conosco, tranne Silvia l’insegnante. Non so quanto le ragazze hanno capito che sono una donna trans, ma nessuna ho avuto una minima reazione riguardo. Per loro sono una donna a tutti gli effetti. Guardandomi allo specchio vedo ancora qualcosa della mia versione maschile, ma sono sempre più femminile nel viso e nel corpo. Vista di fronte o dal retro sono perfetta, ma ho ancora qualche problema di profilo e vedo ancora troppa roba maschile con spalle grandi.
La lezione mi ha tolto la stanchezza e rilassata contemporaneamente.