“Sei sempre in giro“, così mi ha scritto mia mamma l’altro giorno. Settimana scorsa avevo dei pensieri su cosa fare terminati i corsi e questa settimana sono stata super impegnata, quasi da collassare. Non per nulla domenica mi è spuntata un herpes da stress.
La domenica sera era terminata con una cena a casa di mia sorella, che ho lasciato a metà facendomi preparare una schiscetta da portare a casa, davvero non ci stava più nulla a parte il dolce preparato da mia sorella. Poi la nipotina mi ha chiesto se restavo anche dopo cena e ho risposto di sì, sedute sul divano mi ha fatto prima il riassunto dei nove film di Star Wars, per comunicarmi che ormai le fanno vedere film da grandi e poi ci siamo viste insieme il primo dei nuovi film di Spider-Man:Cominghome, nel frattempo la gattina piccola ne combinava di tutti i colori…Il film l’avevo visto anni fa, e ho scoperto che era divertente, ma la cosa più bella è stata ogni tanto osservare la nipotina che lo guardava e rispondere con spiegazioni alle parti che non aveva capito.
Lunedì.
Trekking con picnic vista lago di Lecco.
Oggi è stata una giornata meravigliosa, anche se con una piccola incertezza in quanto la mia amica Barbara uscendo dal bagno stamattina ha pestato il mignolino del piede, è venuta lo stesso, ma abbiamo dovuto aiutarla passo passo nella camminata. Io ed Elena eravamo lei davanti e io dietro ad aiutarla nei punti più difficili, dove aveva difficoltà a fare forza sulla gamba. Finché eravamo in movimento non sentiva dolore.
La camminata è stata di circa un’ora e poi siamo fermati in un enorme spiace erboso dove abbiamo allestito un vero e proprio campo di tovaglie. Eravamo almeno 80 persone. Del mio gruppetto, una decina di donne, abbiamo steso il telo che aveva portato Barbara e poi alcune ragazze hanno cominciato a tirare fuori cibo da condividere trasformando la pausa in un picnic vero e proprio con ogni ben di Dio da mangiare, colomba compresa.
Non mi sono mai sentita fuori posto, nemmeno quando tutte hanno detto da quanti anni erano separate oppure divorziate…l’argomento erano gli uomini di adesso, alla nostra età. A tutte manca quella sensazione di ricerca e voglia di complicità e tenerezze del corteggiamento.
Più tardi hanno anche fatto dei giochi di gruppo a cui non ho partecipato preferendo rimanere con Barbara e le altre donne a fare due chiacchiere, in realtà molto più di due.
Non mi sono mai sentita fuori posto, nemmeno quando tutte hanno detto da quanti anni erano separate oppure divorziate…
Ho anche preso il sole quando è calato il vento si stava veramente bene. Mi ha ricordato le gite che si facevano tanti anni fa con i gruppi della classe, magari di un liceo.
Mi ci voleva davvero questa giornata di rilassamento e amicizia nella natura.
Dina “Che bella sei diventata, Bianca. Tanti abbracci e tanta bellezza di vita
”
Mercoledì.
Oggi abbiamo lavorato in presenza, questa volta in un coworking diverso che era in zona Piazzale Loreto. Sono andata in auto e nonostante il traffico notevole, sono riuscita ad arrivare quasi in orario. Ho parcheggiato nel mio solito posto, che è di fronte alla sede e dove lavoravamo prima del lockdown, poi ho preso la metro e ho raggiunto piazzale Loreto. La metro ha impiegato più tempo del previsto e quindi sono arrivata al pelo. Tra l’altro mi sono accorta di non aver scritto il nome del coworking, ma solo l’indirizzo. Per fortuna all’ingresso c’era già il mio capo in fila per salire sull’ascensore.
L’ufficio che abbiamo affittato per oggi sembrava spazioso, ma quando eravamo tutti e nove seduti, ci stavamo al pelo. La giornata è stata interessante, sono riuscita a risolvere un paio di cose che il giorno prima avevo dedicato ore, invano. In tutta la mattina ho preso solo un cappuccino, alla macchinetta interna, che per fortuna era buono. Per la pausa pranzo avevo tanta fame. Abbiamo scoperto che nei dintorni sono praticamente tutti locali da asporto, ma il meteo era freddo e non era il caso. Ho consigliato un posto dove anni fa facevo colazione e ci siamo seduti. Non c’era molto da scegliere e ho preso una cotoletta alla milanese con delle verdure. La mia era buona, altri ragazzi hanno preso varie cose e sono lamentati che hanno speso troppo senza la qualità adeguata. In effetti non è stata una grande scelta, ma non c’era molto nei dintorni.
A metà pomeriggio ho dovuto fare una pausa caffè. Nella stanza c’era troppo caldo e non circolava abbastanza l’aria e non ero la sola avere questa sensazione. Tra l’altro avevo un collega che ha lavorato con il giubbino, mentre la mia collega aveva la maglietta aperta, io ero in una via di mezzo.
Terminato l’orario lavorativo sono ritornata l’auto per lasciare lo zaino con dentro il computer che rispetto all’andata sembrava molto più pesante. L’idea iniziale era di andare in zona Piazza Duomo, visitare un paio di librerie, mangiare qualcosa e poi con la metro andare al teatro. Questa sera c’è il saggio del corso avanzato delle Nina’s Drag Queens. Chiamarlo saggio è riduttivo perché è uno spettacolo vero e proprio di 90 minuti che si svolge in un teatro con il pubblico pagante, anche se il costo del biglietto è di soli 10 €.
E ‘anche un modo per rivedere tutte le altre drag dei corsi precedenti, praticamente metà spettatori siamo noi della sorellanza. Nel corso base ci sono solo persone nuove e quindi la sorellanza cresce ogni anno.
Guardo sulla mappa per vedere se ci sono dei parcheggi in zona, perché ricordavo che non c’erano. Scopro che a cento metri c’è un parcheggio gestito dall’ATM e che costa solo 1,50 €. Abbandono il piano della metropolitana e mi dirigo con l’auto in zona teatro. Lasciata l’auto al parcheggio cammino e arrivata a metà strada guardo se ci sono dei posti per spostare l’auto più vicina possibile in modo che questa sera potrei avere meno rischi nel ritornare. Come ricordavo, vicino al teatro non ci sono posti di parcheggio.
Tra i numerosi locali credo di fermarmi a mangiare in un posto dove c’ero stata quasi tre anni fa, quando ho fatto il corso e spesso venivano proprio al teatro fontana. Mi accomodo all’interno del bar (Panino GEB) e ordino un panino che ha degli ingredienti abbastanza curiosi e contrastanti: manzo, tonno, formaggio. Quando arriva ho scoperto che è veramente buono, l’unico problema è che è davvero enorme. Me ne farò mettere metà in un sacchetto e più sarò allo spettacolo con un panino nella borsetta.
Mentre mangio ripenso a quando ero venuta a fare il corso, erano i primi due mesi della transizione è stato qualcosa di grande impatto. Mi chiedo se quando entrerò nel teatro mi colpirà la nostalgia di quei bellissimi giorni.
Prendendomela con comodo, il panino era enorme, riesco a tirare quaranta minuti e poi mi raggiunge Sibilla, una delle ragazze che ha fatto con me il corso come drag queen. Parliamo altri quaranta minuti bevendo spritz e mangiando patatine, nonché una brioche salata che il gestore del bar ci ha regalato.
Oltre ad aggiornarci sulle cose lavorative, le ho raccontato e spiegato un po’ di cose della mia transizione, soprattutto la parte relativa se cerco un uomo oppure una donna. Solitamente, non conoscendo l’argomento, si pensa erroneamente che se voglio diventare una donna mi piacciono gli uomini. Il sesso e il genere sono due cose scollegate.
Quando è giunta l’ora di andare a teatro, Sibilla mi precede e paga il conto per entrambe, non nego che la cosa mi ha fatto molto piacere come gesto di affetto nei miei confronti, non è un problema di soldi. All’ingresso del teatro ci aspettano altre ragazze che avevano fatto con noi il corso. Mostriamo i biglietti e entriamo accomodatoci in sala, salutando un po’ di persone e rimanendo a chiacchierare in giro. Delle Animalesse , così eravamo chiamat* al nostro corso per via del tema dello spettacolo che era relativo all’Arca di Noè, siamo in sei, di cui un ragazzo. Sul palco oggi ci saranno altre tre Animalesse, mentre noto che mancano all’appello di presenza tutti ragazzi.
All’ingresso incontro Ulisse, che era il nostro insegnante drag, che oggi si occupa delle riprese video e l’abbraccio calorosamente, mi è mancato molto. Alla fine spettacolo e per i saluti all’esterno del teatro senza mascherine, ci abbracceremo almeno quattro volte… avevo una cotta per lui e in parte ce l’ho ancora.
Le luci si sono spente e vedo tra gli attori in scena che in questo corso ci sono più donne che uomini, ovviamente tutti interpretano Donne Drag esagerate ed eccentriche, con dei costumi che si sono fatti loro e che sono bellissimi. La trama è abbastanza impegnata, non ci sono mai battute banali, la gestione delle luci colorate é notevole con un sacco di effetti scenici illuminando di volta in volta i protagonisti in scena. Ora ho capito il commento che mi avevano detto, quando avevano visto il mio spettacolo: “non volevo che finisse mai“. Anche io ho pensato questa cosa, purtroppo dopo ottanta minuti lo spettacolo è terminato tra gli applausi del pubblico.
Dato che non sono attori professionisti, che finito lo spettacolo spariscono nei camerini, le drag sono scese dal palco per salutare noi del pubblico. Ho potuto vedere più da vicino il make-up che avevano e che era notevole e molto elaborato, cosa che richiede almeno un’ora di preparazione. Io ci impiegavo quasi due ore a sera! L’effetto nostalgia c’è stato, ma non quello del rimpianto, anzi mi ha dato una carica per continuare a fare delle attività artistiche.
Rivedendo le Animalesse è come se non fossero trascorsi due anni e c’è ancora quella complicità, rispetto e amore che avevamo il tempo. Fuori dal teatro siamo stati circa venti minuti sparando stupidate e ridendo. Non so quanto sono stata al femminile, ma è una delle poche volte che non me ne importava nulla, tanto tutte sanno chi sono davvero. Alcune mi chiamano ancora “Iula“, segno che è davvero tanto che non ci si vede di persona. Così ho ufficializzato la cosa del cambio nome nel gruppo whatsapp, ovviamente non importa come mi chiamano e a molte persone piace “Iula” come nome.
La mia battuta della serata è stata: “questi sono veri
“, indicando i capelli, e “pure queste sono vere
“, indicando il seno.
Sul lavoro ho indossata la parrucca perché non mi sono sentita ancora pronta, mentre in serata mi stava dando fastidio, mal di testa da giornata lavorativa al computer e l’ho lasciata in macchina. Penso che la userò ancora per poche volte nei prossimi due mesi e poi anche quella parte della mia vita, anzi rinascita, sarà terminata.
Per tornare a casa ho preso l’autostrada, la stanchezza si stava facendo strada. Prima di addormentarmi ho comunque letto un capitolo di un libro perché ho notato che mi aiuta a rilassarmi e a staccare la spina.
Giovedì corso di teatro.
Questa sera abbiamo ripreso a fare il corso di teatro però sta prendendo una brutta piega di scazzo totale, una delle ragazze ha scritto che ha cambiato luogo di lavoro e non può più esserci al giovedì e quindi ci saluta. La sua parte verrà distribuita tra di noi, ma è significativa questa cosa. In molti arrivano quasi un’ora dopo, alcuni saltano le lezioni, quelli che vengono ci mettono poco impegno e soprattutto quando metà del tempo lo passi a chiacchierare in un angolino, oppure leggendo messaggi sul cellulare, nell’attesa che l’insegnante ci chiami per provare una sequenza.
Inoltre è sempre più probabile che faremo lo spettacolo all’aperto, l’alternativa è un teatro un paese abbastanza lontano da qui e lì avremo ancora meno pubblico perché non è facilmente raggiungibile soprattutto il giovedì sera.
Mi è venuto automatico fare il raffronto con i corsi precedenti, soprattutto dopo che ieri ero stata a vedere lo spettacolo delle Drag Queen. Parlando con una mia ex collega di quel corso abbiamo convenuto che le insegnanti sono bravissime, ma non ti insegnano a fare teatro, ti aiutano a tirare fuori dentro le risorse che tutti hanno. Infatti i loro spettacoli di fine corso sono a livello professionale, anche per coloro che li fanno la prima volta. Ricordo che quando mancava qualcuno riuscivamo comunque a fare delle serate interessanti.
Invece il primo corso di teatro che avevo fatto, anche lì c’era qualcuno che spesso mancava, però il gruppetto principale eravamo molto presi e convinti, anche se una persona aveva tentato un ammutinamento per non fare lo spettacolo. Insomma va molto a fortuna a trovare dei bravi insegnanti, ma soprattutto si spera di non avere dei compagni di corso che non hanno capito che cosa sono venuti a fare. Non è il club delle bocce, dove una sera salti e vieni quando hai voglia. C’è un discorso di impegno e di rispetto verso i compagni di corso che si affidano a te.
Con le ragazze, mentre aspettavamo, abbiamo cercato di ripetere un paio di sequenze per ricordarle meglio. Peccato che due persone che ne avrebbero bisogno continuano a leggere e quindi è servito poco. Nel frattempo l’insegnante stava provando a cercare di creare dei costumi per i ragazzi. A parte i personaggi sul finale che sono dei re e altre figure importanti, per fare l’equipaggio di Ulisse, i ragazzi sono arrivati con delle tute da ginnastica e camicie assolutamente non adatte.
Io mi sono cambiata quando ho capito che non faceva poi così freddo e abbiamo fatto anche qualche fotografia insieme di noi con la gonna nera lunga, tranne Giulia che continua venire con la sua maglietta da calcio della nazionale italiana con dietro scritto il suo nome. È sempre di più una zavorra. Ha anche suggerito di andare in vacanza insieme suscitando degli sguardi taglienti e molto eloquenti.
Prima di iniziare la lezione Marta ci ha fatto una lezione di epica su cosa è stato raccontato nella discesa dell’Ade e i vari significati che ci stanno dietro.
La cosa particolare è che non è proprio il regno dei morti come lo concepiamo noi, sono delle ombre delle persone che sono morte e che vagano in un enorme caverna senza ricordi e senza coscienza di sé. Quando viene fatto un sacrificio e bevono il sangue allora in quel momento ricordano la loro vita passata, la loro condizione e alcune di queste ombre possono predire il futuro, per poi ritornare nel loro stato fumoso. Marta non ha ancora un’idea chiara di che tipo di abiti dobbiamo indossare per rappresentare queste figure, io sarò in alcune scene a fare uno di questi spettri ombre.
Presentando il personaggio di Tiresia, che predice il futuro Ulisse, Marta ha detto una cosa interessante per me che sono una donna trans. Quando questo personaggio si trovava su una montagna da solo, ha visto due serpenti annodati tra loro che stavano facendo sesso, schifato ne uccise uno. Il serpente femmina e per punizione divina (era un’isola sacra agli dei) venne trasformato in una donna per sette anni, e che ha sperimentato tutta la vita femminile, piaceri della carne compresi. In pratica è la prima persona transessuale della mitologia e della storia recente.
Dopo sette anni ritorna sull’isola e vede altri due serpenti, ma questa volta ne uccide il maschio ed tornata essere in versione maschile. Nel frattempo gli dei Era e Zeus stavano litigando su chi gode di più facendo sesso, sei il maschio oppure le femmine. Chiedono a Teresa che ha sperimentato entrambe le forme di rispondere a questa domanda.
Tiresia risponde che se ci sono dieci cose per godere durante il sesso, gli uomini ne sentono solo una. Zeus per punizione lo rende cieco mentre Era cerca di aiutarlo donandogli lo sguardo sul futuro facendolo diventare un veggente.
Ad un certo punto del racconto quando Marta ha pronunciato la parola transessuale mi aspettavo che tutti mi guardassero e invece nessuno mi ha degnato di uno sguardo confermando che per loro io sono una donna.
Raccontando questa cosa ad un’amica qualche giorno dopo, mi ha suggerito l’idea che nei documenti relativi al cambio di genere potrebbe essere utile citare Tiresia in quanto tutti i giudici hanno studiato al liceo Classico e dovrebbero conoscere questa storia. Un’idea da non scartare anche per veicolare messaggi positivi che le persone trans non sono un “fenomeno” recente e non siamo malate.
Abbiamo provato solo una scena che ha comunque richiesto un’ora di lavoro quasi tutto recitato con il corpo e senza battute. Sul più bello chi doveva fare un piccolo monologo era uno dei ragazzi e scopriamo che non ha imparato la sua parte. Marta gli dice che avuto ben tre settimane per studiare il suo testo (dieci righe) e c’è rimasta abbastanza male. Ecco un altro dei ragazzi che non ha capito che cosa è venuto a fare in questo corso. Un messaggio nella chat del gruppo chiarirà che chi non studia oppure salterà le ultime lezioni, il suo monologo sarà rimosso dallo spettacolo in quanto non abbiamo più il tempo necessario.
Terminata la lezione sono sempre abbastanza carica, ma sempre di meno rispetto alle prime volte. Un pochino lo scazzo ha coinvolto anche me.
Venerdì.
In mattinata mi ha telefonato l’amministratore di condominio per chiedere un chiarimento sul mio cambio di nome che gli avevo accennato. Per portare avanti le pratiche di ristrutturazione del palazzo voleva saperne di più e se ci fosse un qualche documento attestante l’inizio della pratica legale. Purtroppo non c’è nulla di simile e dovremo iniziare le pratiche col mio nome maschile per poi integrare i documenti visto che dopo sarò una persona diversa con codice fiscale differente. L’ho rassicurato che l’atto del tribunale con la sentenza è una dichiarazione ingiuntiva e che obbliga tutti gli enti a procedere al cambiamento. Comunque un piccolo timore ce l’ho, con la burocrazia italiana c’è sempre un’incertezza.
Appena terminato il lavoro, ho fatto una telefonata di mezz’ora facendo da consulente a una studentessa in giornalismo che vuoi fare un articolo, da pubblicare sul sito della scuola, relativo alla gestione del cambio dei documenti . Ha registrato la conversazione e poi le ho dato il link del blog dove c’è scritto “in bella” la parte delle cose legali. Nel mio racconto telefonico c’è anche una coloritura di aneddoti che ovviamente nel blog manca. Oltre che aiutarla, sperando come sembra, che non scriva stupidate, mi è servito come collaudo scegliere i punti del mio discorso che farò al Milano Pride 2022 che sarà proprio su questo argomento (Legge 164/82).
Infine mi ha chiesto se tramite l’associazioneho qualche contatto per parlare di Intersessualità, ma non so quasi nulla e dovrò documentarmi. Scoprirò che sono le persone che hanno entrambi i generi sessuali (i più famosi sono gli ermafroditi) e che quasi il 2% della popolazione ha queste caratteristiche (fisiche, biologiche, mentali).
A proposito dei contatti, mi ha detto che ha scritto a tantissime organizzazioni e associazioni, ma solo io ho risposto. In effetti quando ho cercato contattare le associazioni LGBT per creare una rete tra associazioni, su 50 richieste sono in 6 mi hanno risposto. Finché rimaniamo sparpagliati per il territorio nazionale, ognuno a coltivare il suo orticello, sarà difficile organizzare e cambiare le normative.
Sono andata al corso di cucina che per fortuna ha ripreso dopo un mese. Ho deciso di andarci senza mettermi la parrucca e chiedendomi se qualcuno avrebbe notato la cosa, in realtà no. Tra l’altro tenevo sempre la coda di cavallo quindi effettivamente non si nota così tanto.
Mentre aspettavo che Luca lo chef aprisse il portone ho intrattenuto una coppia che erano nuovi all’evento, ero me stessa e anche felice. Non hanno capito che sono una donna trans.
Siamo entrati nel locale salutando Raffi che ha ricambiato con un caloroso abbraccio.
Penso che sia la mia spontaneità, ma forse c’è anche un pizzico di affetto nelle persone che vedono quello che sto facendo e con quale impegno sto mettendo essere una vera donna.
Hai notato subito che sono dimagrita, anche se la bilancia non è d’accordo, in quanto peso un chilo di meno rispetto al mese scorso, ma evidentemente il peso extra è nella pancia.
Ho aiutato a cucinare, lavare e ovviamente ho mangiato, cercando di contenermi, senza riuscirci. Sono due le cose a riguardo: la prima è che tutto era molto buono, mentre la seconda è prendendo gli ormoni ogni tanto ho la sensazione di “buco nello stomaco“, anche se in effetti non ho davvero fame. Faccio tanta fatica in settimana a cercare di fare una dieta equilibrata e di non fare pasticci, poi basta una serata che mi rovino, ma piacevolmente però.
Questa sera c’era anche una ragazza che avevo visto altre volte al corso di cucina, ma che avevo trovato lunedì scorso al Trekking, ho scoperto che è arrivata da Como, ancora più lontano di me e anche con lei ho fatto un caloroso abbraccio. Eravamo leggermente complici perché siamo le fotografie quasi ufficiali. Per fortuna c’era anche un altro ragazzo che ha fatto un po’ di fotografie così oltre ai selfie, finalmente ho qualche fotografia mentre lavoro, altrimenti sembra quasi che vado lì solo per mangiare.
Questa sera eravamo la metà perché molta gente per fare il weekend lungo a disdetto, solo che Luca Chef aveva già fatto la spesa e aveva postato nel gruppo di prepararsi a portare a casa un po’ di roba. Senza volere fare quella che si porta a casa tutti costi gli avanzi, anche perché è un peccato sprecare il cibo, mi sono portato a casa: due porzioni di polenta, due mozzarelle, orecchiette, un barattolo di alici e non ricordo cos’altro. Ho riempito la borsa di cibo.
Uno dei piatti con cui ho fatto il bis, anzi quasi un tris, erano le orecchiette con le cime di rapa e e la burrata. Abbiamo fatto anche dei dischi di polenta con sopra del gorgonzola, della pancetta croccante, il tutto cotto al forno e con l’aggiunta che era l’ingrediente che dava davvero una svolta al piatto, cipolle rosse caramellate con lo zucchero. Ne avrei mangiate tantissime, ma mi sono contenuta. Di questo piatto che è piaciuto talmente tanto che non è avanzato niente.
Sono tornata a casa molto felice e cercando di digerire, con la stanchezza che mi arrivava addosso. Sono tre sere di fila che faccio tardi rientrando in macchina da luoghi lontani e questo mi sta sfiancando, ma mi piace troppo fare queste attività.
Spero domani mattina di essere abbastanza sveglia da riuscire ad andare a Milano a fare una lezione di danza caraibica tenuta della mia amica Giuliana che non vedo di persona da un anno e mezzo. Abbiamo fatto delle lezioni online e spero di ricordarmi alcuni dei suoi passi.
Sabato.
La prima metà della notte dormo come un sasso, mentre nella seconda stavo ancora cercando di digerire. Mi sveglio abbastanza assonnata, ma decisa a reagire e mi preparo. Ieri mi sono fatta in anticipo la borsa con le cose da indossare e con dentro anche varie ed eventuali, perché sapevo che oggi non sarei stata in condizione di scegliere.
Vado a fare il pieno di benzina e bevo un caffè, senza fare colazione perché pensando al cibo ho solo nausea in questo momento. Mi faccio cinquanta minuti di macchina ascoltando la radio e finalmente arrivo. Riesco a trovare un posto libero dove parcheggiare l’auto proprio davanti all’ingresso di questo centro.
Salgo le scale e vedo che non c’è ancora nessuno, cerco di farmi un paio di selfie è un certo punto sento una voce che mi chiama “Iula
”. Le persone che mi hanno conosciuta all’inizio della transizione, quando avevo scambiato nome cognome per praticità, continuano a chiamarmi in questo modo perché a loro piace davvero tanto. Ma va tutto bene, non mi formalizzo, l’importante è che non salti più fuori Gerardo.
Iniziamo a parlare di alcune cose e sento che tra di noi c’è un’energia, un qualcosa che c’è sempre stato. Quando trovo delle persone speciali davvero tiro fuori tutta me stessa e si creano questi legami.
Mi ripete che non credeva avessi cinquantasette anni, come avevo scritto su Instagram in un post, era convinta fossi sulla quarantina sia per fisico che per energia.
Arrivano le altre tre ragazze, che non sono poi così giovani come scoprirò in seguito, anche se hanno un fisico fantastico e iniziamo la lezione. Ho indossato una maglietta leggera e i leggins mentre sotto ho un reggiseno sportivo che quando l’ho comprato un anno fa non si gonfiava, mentre adesso anche se stringe le tettine si vedono.
Di fronte a me ho questa ragazza che ha un fisico pazzesco e mentre danzo la osservo e il mio cervello memorizza ogni suo movimento che spero che lo faccia mio a livello inconscio, perché il muoversi in maniera femminile non è una cosa che si può fingere con l’allenamento.
Riesco ad avere il fiato ed eseguire abbastanza bene tutti i movimenti di danza. Soprattutto mi ha colpita dopo tutto questo tempo che mi ricordo ancora i passi base che avevo imparato, segno che la memoria del corpo è migliore di quella del cervello.
Oggi ho anche un secondo scopo per questa lezione. Ho l’idea di iscrivermi a un corso di danza il prossimo inverno e voglio verificare se il fisico mi assiste. Sono in formissima!
Quando comincia a mancare il fiato, ma mi sto divertendo troppo, la lezione volge al termine degli esercizi di rilassamento sul tappetino.
Mi piace molto fare dei lavori in gruppo e soprattutto se sono donne. Con la mia identità maschile avevo giocato solo a calcetto e lì c’era una diverso tipo di relazione con gli altri. Mentre con donne a fare qualcosa insieme e cercando di fare insieme gli stessi movimenti in maniera aggraziata, ti fa veramente sentire parte di un tutto. Inoltre terminati gli esercizi si condivide tutta una serie di argomenti, non sempre correlati alla lezione. Tra maschi si spara qualche battuta e ci si saluta.
Rimaniamo solo io, Giuliana e una di queste ragazze dirigendoci al bar di sotto, dove beviamo un succo di frutta. Non è ancora l’orario per fare un aperitivo al sabato mattina e tra l’altro abbiamo speso parecchi energie.
Saluto con un abbraccio caloroso. Anche Giuliana, come le altre amiche mi stringe talmente forte nell’abbraccio che mi strangola ed è bellissimo.
Mi rinnova l’invito che se vorrò sono sempre la benvenuta perché le piace l’energia che porto al gruppo. Inoltre rimaniamo che la metterò in contatto con le mie insegnanti di Yoga e Pilates in modo che si parlino e che possono realizzare magari qualche progetto insieme (DYP). Tutte persone splendide che secondo me potrebbero fare delle ottime cose su specifici progetti. Sono molto brava a mettere in comunicazione tra loro le persone.
Parto con l’auto dicendo al navigatore di non prendere l’autostrada, ma scopro purtroppo che non c’è un’opzione “rifai il percorso dell’andata a rovescio“”. Nonostante gli ho indicato di non prendere le autostrade mi fa finire in una bretella di autostrada (1,7€ buttati via) e che non mi porta dove vorrei. Poi mi faccio mezz’ora di auto in mezzo ad alcuni paesini mai sentiti, prima di riuscire a tornare sulla tangenziale Nord. La stanchezza mi sta prendendo e anche una leggera fame. Decido di prendere l’autostrada e andare al centro commerciale Globo a mangiare qualcosina. Ho una piccola voglia di pizza, ma non me la sento di mangiarne una intera e ricordo che in un altro centro commerciale c’è una catena che fa delle pizze dove puoi scegliere i trance che vuoi, anche piccolini. Quando arrivo lì però, guardandole, non so perché, ma non sono all’altezza di quelle fatte nell’altro centro commerciale, così decido di andare da Rovagnati indecisa se prendere ancora una Pinsa Romana, oppure qualcos’altro. Il mio stomaco decide per me, accidenti! Ordino un hamburger di prosciutto che sarà abbastanza impegnativo da mangiare. Ci impiego quaranta minuti per mangiarlo e mi rendo conto che negli ultimi tre giorni ho esagerato mangiando fuori.
Faccio un giro da Decathlon per cercare una maglietta di colore blu per la prossima lezione di DYP che sarà sul chakra della gola che ha il colore blu. Ma non trovo niente di interessante, ma mentre mi dirigo verso l’uscita attraverso la zona dedicata alla montagna e vedo una specie di giubbino che mi sarebbe stato utile nei mesi scorsi. Non è una giacca vento, ma neanche troppo leggero. Mi serve qualcosa da indossare sopra la maglia tecnica e che si possa aprire. C’è un modello nero con delle righette rosa. Ne vedo uno bianco che mi piace un casino. Rimugino se sia il caso di comprarlo adesso per poi indossarlo l’anno prossimo, il prezzo è interessante e sicuramente il prossimo autunno non lo troverò in negozio. Decido di acquistarlo dopo averlo provato in camerino parte la pancia è gonfia, ma il resto è perfetto. Lo userò già subito alla domenica per una breve camminata!
Ritorno a casa e durante il percorso mi scappa di andare in bagno, ma devo resistere venti minuti. Sembra che tutto il traffico stia rallentando apposta per farmela fare nelle mutande. Con sofferenza appena arrivo a casa mi libero e poi mi butto a dormire un’ora stanca morta.
La giornata non è finita perché alle ore 17:00 sono andata al cinema con il gruppo cinema. Almeno starò seduta a guardare qualcosa di interessante, spero. Nel film c’è Antonio Banderas e Penelope Cruz, due dei miei attori preferiti ed è la prima volta che vedo un film di Banderas con un occhio al femminile e mi piace un casino. Poi osservo la Penelope, ma ho un occhio meno interessato alla sua sensualità che mostra.
Film davvero strano, dell’inquadratura particolare ed è la storia della storia di come si prepara un film prima delle riprese. È pieno di idee geniali e di battute che a volte ti arrivano dopo. Mi sono divertita davvero tanto.
Tornata a casa non avevo fame e ho deciso di fare una breve camminata di mezz’ora in paese, peccato che ha ricominciato a piovere leggermente, ma non volevo rientrare in casa a scrivere in questa parte del blog che è stata molto più bella da dettare camminando sotto la pioggia!.
La serata termina davanti alla televisione e a leggere un libro.
Domenica.
Oggi non ho eventi, non ho appuntamenti, sono libera di riposare e annoiarmi. Mi conosco e riesco lo stesso a riempire la mattina. Vado a Caravaggio dove faccio sette chilometri di camminata intorno al famoso santuario. Questa volta entro nel piazzale, mai fatto prima perché sempre pieno di gente, troppa. Mi faccio qualche selfie con il nuovo giubbotto.
Torno verso il centro città dove c’è il negozio della mia amica Susanna. Rimango a parlare novanta minuti e tra le cose che ci diciamo ho numerosi spunti su cui meditare. Lei ripete spesso la parola “persona intelligente” indicando che le scelte che facciamo, se ragionate sono sempre delle cose eccezionali.
Compro un etto di foglie per tisana alla passiflora, il profumo che piace tanto a mia mamma e mi dirigo verso casa giusto in tempo per pranzo dove inizierò a mangiare gli avanzi del corso di cucina!