dal Manuale Merck (Apri) “La disforia di genere è caratterizzata da una forte e persistente identificazione col sesso opposto associata ad ansia, depressione, irritabilità e spesso desiderio di vivere come genere diverso da quello associato al sesso assegnato alla nascita.“
da Wikipedia (Apri) “L’incongruenza di genere è il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico assegnatogli alla nascita ed è spesso definita come “disforia di genere”. Il termine disforia di genere venne introdotto nel 1971 da Donald Laub e Norman Fisk. L’elemento critico della disforia di genere è “angoscia clinicamente significativa“.
da Progetto Genderqueen (Apri) “L’euforia di genere, invece, è quello stato di entusiasmo e pace che la persona raggiunge quando è socialmente riconosciuta per il suo genere (euforia sociale), e/o ha un’immagine coerente con la sua immagine di sé (euforia fisica)”.
Dalla mia personale esperienza e dalle persone trans che ho conosciuto, le due descrizioni di Disforia non sono per nulla corrette e cercano di patologizzare noi persone trans, come se dando una definizione scientifica si possa risolvere la cosa e le varie “terapie” che si possono mettere in atto. Da parte mia vedo la “disforia di genere” come un malessere che viene da una tristezza interiore, non legata alla psiche. Ad un certo punto della propria vita questo accumulo esplode e si inizia il coming-out temendo le conseguenze immaginate, che quasi sempre non si avverano, e ricominciando a vivere come persone.
Quindi nei primi mesi della transizione c’è questa tristezza che piano piano svanisce e inizia una cosa che è l’opposto: l’euforia di genere.
Dopo avere vissuto per anni nel ruolo assegnato dalla nascita e dall’educazione, finalmente siamo liber* di esplorare e mostrare chi siamo davvero. Ogni volta che veniamo accettat* dalla società abbiamo una specie di esaltazione interiore come per dire “ce la sto’ facendo!“. Questa euforia porta anche a trovare risorse energetiche mentali sopite. A dispetto dell’età ci troviamo ad avere delle energie che non pensavamo di avere. Parlando con alcune persone T, questa cosa accade davvero a molte persone. Alcune mi hanno fornito anche degli spunti, aneddoti e conferme.
Donna T n.1 “La mia compagna (donna trans compie 52 anni tra pochi giorni, ma in realtà all'interno della coppia, sono io quella più vecchia anche se ho vent'anni di meno (CIS). Passami il termine, ma non perché lei sia stordita o che cosa, ma perché c'è proprio una differenza di come si è vissuto all'adolescenza e la vita al femminile, cioè nel senso che per me tante cose che sono ricordi di gioventù, e comunque di momenti in cui era la scoperta della femminilità, dell'essere donna. Per lei invece sono momenti, che avendoli persi da giovane, li rivive con lo stesso entusiasmo ed euforia che io ho vissuto prima. C'è questa sorta di discrepanza, e in alcuni momenti non siamo sulla stessa lunghezza d'onda, e mi rendo conto che sono "più vecchia", voi siete più grandi, ma siete anche più giovani perché avete avete saltato una parte di vita che state recuperando.
“
Io sono una molto alla buona, tengo sì ai capelli e ai vestiti, ma spesso esco di casa come una "scappata di casa",e ho questo modo di vivere la femminilità in maniera diversa, però lo faccio in automatico senza pensarci.
Per lei è una sorta di rito, scegliere i vestiti, le scarpe e truccarsi.
Donna T n.2 “Ho iniziato la transizione alla veneranda età di 44 anni e all'epoca mai avrei pensato di poter avere una vita "soddisfacente" come donna, anzi ero quasi sicura che la mia vita sarebbe stata MOLTO dura e difficile e avevo messo sul piatto della bilancia la possibilità di perdere tante cose e se non tutto, ma era diventato impossibile continuare a vivere in un corpo e in un ruolo che non avevo mai veramente sentito mio. Le mie legittime paure per fortuna sono state per lo più immotivate.
“
Ho un sacco di questioni irrisolte, in primis il terrore di operarmi, ma forse una delle cose che mi pesa di più e mi da più disagio di tutte è il fatto che mi sembra di aver letteralmente buttato la parte migliore della mia vita, mi ritrovo adesso a quasi 49 anni a fare e a voler fare cose da adolescente, mi mancano esperienze errori e scoperte che una ragazza CIS o una giovane ragazza trans hanno avuto, tutto quello che è accaduto prima del 2017 per me adesso è come non fosse esistito. Provo un invidia pazzesca per i 20/30 enni e infatti sto vivendo come se avessi effettivamente quell'età, faccio la DJ, vado in disco, frequento locali ecc e non mi trovo quasi per niente bene con gente della mia età anagrafica, però poi mi rendo conto che non è "normale" tutto ciò anche perché spingo inconsciamente la mia compagna (mia coetanea) a fare cose che lei non sente più il bisogno di fare, lei l'ha avuta la sua adolescenza e non l'ha passata come me a bere o a sballarmi perché provavo un disagio assurdo che allora non sapevo manco che nome avesse…
Donna T n.3 …ovvero io! “Iniziata la transizione e prima ancora di sapere come fare per iniziare la terapia ormonale sostitutiva, una volta che ero donna nei weekend, avevo già iniziato ad avere energie che non credevo di avere. Lavorando a Milano rientravo tardi la sera, ma al mattino ero pronta per un'altro viaggio in treno e un'altra giornata di lavoro con attività serali. Mi ero stupita dai tempi di recupero senza capire bene il motivo.
“
Anche io ho cercato di recuperare attività che avrei voluto fare da giovane, mi sono iscritta a corsi di danza ballando insieme a delle ragazzine, e tante altre attività non consone per una signora di 55 anni. Ma avevo l'energia di un'adolescente e una voglia di fare e sperimentare, di mettermi continuamente alla prova.
Quando ho iniziato a vivere a tempo pieno al femminile e iniziato la TOS mi sono data una regolata cercando di fare ogni tanto delle serate a casa tranquilla. Una delle pillole che prendo mi abbassa la pressione, la mia era abbastanza alta, e quindi non ho più tutte le energie del primo anno di transizione, dove avevo alcuni timori sul 'passare' come donna, ma un'euforia incredibile a vivere al femminile.
Ora che mi avvio al terzo anno di transizione, alterno periodi di iper attività ad altri più tranquilli, ma sempre al di là rispetto ai miei coetanei (maschi o femmine che siano). Finalmente posso dire che è bello essere me stessa!
Quindi c’è questa fase da affrontare e poi, probabilmente ci sarà un calo delle attività e forse troveremo quell’equilibrio dell’essere noi stesse. Con dei dubbi e una sensazione di stanchezza senza conoscerne i reali motivi. Anche io recentemente ho perso un po’ di energia e smalto, forse è solo il periodo balordo dove abbiamo avuto due anni di pandemia con limitazioni alla vita sociale e ora c’è lo spettro della guerra e le sue conseguenze. La nostra psicologia è già incasinata di suo con due identità da far fluire in una sola, senza che ci si mettano le pressioni esterne.
Comunque finché dura è bello godersi l’euforia di genere!.