Dovrei sentirmi felice in questa nuova fase della mia nuova vita, ma per qualche motivo sono due settimane che mi sento insoddisfatta. La settimana lavorativa sembra non passare mai e quando arriva sabato faccio delle attività, frequento delle persone e il tempo vola via in un attimo, solo che ho un’insoddisfazione generale che non so spiegarmi.
Probabilmente è il periodo anche perché sentendo in giro sembra che tutti hanno lo stesso umore grigio e incerto. Al lavoro miei colleghi stanno sclerando e fanno impazzire anche a me. Mentre al corso di cucina non ci sono stati abbastanza iscritti e quindi è stato annullato. Luca, lo chef che organizza, mi ha scritto “sono nero”. Fino allo scorso anno c’era addirittura la lista di attesa per partecipare. Anche al corso di teatro sono due settimane che non mi entusiasmo e ieri sera addirittura un certo punto ho pensato che questa seconda parte del corso, la preparazione allo spettacolo, non mi stava dando nulla.
Sono andata a lezione con un leggero timore di non dover far nulla come la settimana precedente, ma per fortuna, questa volta l’insegnante Marta è riuscita a gestire i due gruppi: maschi e femmine, equipaggio con Ulisse e Circe con le sue ninfe.
Forse è stato il fatto che hanno cominciato i ragazzi, però Admir fa il turno serale al lavoro e alle 21:30 doveva andar via. Fatto sta che siamo rimaste più di un’ora sedute a guardare. È sempre interessante guardare l’insegnante che crea insieme a noi le scene, però stare troppo a lungo fuori non ti fa sentire partecipe.
Poi hanno provato una scena dove il dio Hermes appare e cerca di aiutare Odisseo dandogli un’erba da mangiare che lo rende immune alle pozioni di Circe. J.Po che lo interpreta è stato grandioso, ha una bella presenza scenica e ha imparato a muoversi in maniera particolare, una via di mezzo tra il Joker e un qualche personaggio subdolo e fluido. L’unico suo problema è che deve suonare un flauto e lui non sa suonare e ha emesso molti suoni cacofonici.
Prima che incominciassimo noi ragazze, stiamo capendo sempre di più che tra di noi c’è una zavorra. Io sono aperta a tutti e tutte, però mi da fastidio quando c’è presunzione e ignoranza insieme. Questa ragazza ha qualche problema, anche il suo modo di muoversi trascinando i piedi, ma non è questo che dà fastidio, quello che scoccia tutte noi è che non si ricorda le battute, si muove come un pezzo di legno e soprattutto lei è convinta di essere una brava attrice. Riguardo quest’ultima cosa da come mi è stata raccontata dalle ragazze che con lei hanno fatto i corsi gli anni precedenti, insomma per farla breve ha già rovinato lo spettacolo finale varie volte.
Infine si scusa preventivamente di qualsiasi cosa che andremo a fare e poi cerca di attirare l’attenzione su di sé dicendo cose che gli altri non interessano.
Speriamo bene.

Abbiamo fatto una scena di quando la maga Circe porta Odisseo dentro la sua casa e trova noi, che come delle ancelle, gli allestiamo un trono in modo cerimonioso. Infine una di noi gli offre il calice con la bevanda che dovrebbe trasformarlo in maiale, ma lui beve e non succede niente con nostro grande disappunto.
Durante il corso abbiamo una pedana di legno mobile, che è chiamata “il praticabile“, e abbiamo dei cubi di legno. Ci siamo procurate un telo e ci siamo incamminate lentamente come quando si tiene la bandiera prima di un evento sportivo importante. Questo telo veniva depositato in modo da coprire il praticabile dove stava sopra il cubo di legno dove si sarebbe seduto Ulisse.
Il cubo di legno non pesa molto, però dopo una prima prova in cui io ero tra le ragazze del telo, la ragazza del cubo si è accorta di essere bassa e non riuscire a posizionarlo come si deve. Per cui sono passata a essere la “donna del cubo” (una cubista?) che segue la processione da dietro, si defila e deposita il cubo sul praticabile. Dopo rimango in attesa che viene posato il telo e quindi una volta che Ulisse si sta accomodando, cerimoniosamente noi da dietro facciamo in modo che il mantello cada bene sul trono e lui non rischi di ribaltarsi quando si alzerà.
Ho sentito la mia fisicità che ancora non così fluida, quando dovevamo inchinarci come si usava nel medioevo di fronte un re, forse anche per via della mia altezza sono sentita molto rigida, ma non come la ragazza di legno che ho accennato prima che era praticamente immobile in piedi. Marta ci ha mostrato come fare l’inchino e i relativi gesti delle braccia e osservandola bene penso di essere riuscita meglio a farlo nell’ultimo tentativo.
Abbiamo riprovata la scena con una musica di sottofondo che ha un crescendo quando Ulisse prende il calice in mano, e in quel momento mi è venuto un brivido. Mi sono sentita davvero dentro la scena. Inoltre Davide, il ragazzo che interpretava Odisseo in quel frangente, anche quando sta fermo riesce avere una fisicità importante che riempie la scena.

Abbiamo anche provato di nuovo la scena iniziale dello spettacolo, dove questa volta mi sono ricordata di tenere le gambe più unite e di muovere le mani lateralmente come un falco (Circe significa anche falco). Nella scena sono di spalle facendo con movimenti lenti e armoniosi che devono capirsi. L’unica cosa è che Marta aveva detto al termine della scena di schizzare via, ma sono troppo veloce e dovrò uscire di scena muovendomi via più lentamente.
Mentre ci cambiavamo una delle ragazze mi ha fatto notare che non abbiamo ancora recitato con la voce, abbiamo fatto solo delle scene silenziose con il corpo. Magari lo faremo alla prossima lezione.
Pensavo di fare due post separati, poi non ho avuto il tempo da dedicare al blog e ho deciso di unire le due serate, quindi…”una settimana dopo…”
Da ieri non posso farmi più quel poco di barba che c’è, fino a mercoledì prossimo quando farò elettrocoagulazione. In effetti se i peli non si vedono la dottoressa non saprà dove dirigere l’ago che brucerà il bulbo. Li deve fare uno per uno. Per fortuna posso mettere il fondotinta fino a lunedì, altrimenti questo weekend non mi sarei sentita per nulla a mio agio, anche se posso indossare la mascherina. Al momento del residuo di barba non si vede quasi nulla e anche l’alone in stile Flintstones si vede pochissimo.
Stasera ho il corso di teatro e finalmente spero verranno assegnate le battute di noi ragazze, non idea di quali mi toccheranno, però ieri mattina mentre ero in attesa in ospedale, visita oculistica, ho iniziato a mandare a memoria alcune battute del copione.
La lezione è partita in ritardo perché mancava un sacco di gente, ma per fortuna sono arrivati anche se tardi, quindi abbiamo iniziato noi ragazze muovendoci nello spazio, sentendoci un animale e muovendoci come tale. Dovevamo metterci anche più energia possibile con movimenti a volte rapidi e improvvisi. In seguito abbiamo umanizzato l’animale mantenendone alcune caratteristiche. Come animale, dopo l’indecisione e soprattutto perché tutte le ragazze si sentivano delle feline, ho scelto l’aquila facendo un po’ di movimenti di braccia svolazzanti e ampi. Marta mi ha fatto vedere che potevo anche muovere molto in fretta le mani, verso l’alto e a scatti, così che sembrasse davvero una rapace, anche se meno aquila e più falco. Lo scopo era entrare dentro Circe in questa fase della storia è molto animalesca. Marta ha detto che dovevamo sentirci come la settimana prima del ciclo mestruale, dove “noi donne” tiriamo fuori emozioni, rabbia e follia quanto basta. Peccato che questa cosa io non l’ho mai provata, tra l’altro nessuno crede che ho 57 anni e che dovrei essere in menopausa.

Poi è stato il turno dei ragazzi a comportarsi e muoversi in modo molto animalesco. Quindi tutti insieme abbiamo creato la scena dove Circe conduce Odisseo al suo porcile e quindi trasforma di nuovo l’equipaggio facendoli tornare esseri umani.

Abbiamo fatto molte prove, ma prima abbiamo fatto alcuni movimenti dove noi ragazze dovevamo cercare di domare i ragazzi e ognuna aveva “il suo” da tenere a bada. L’animale doveva dapprima essere molto selvaggio e poi pian piano sottomettersi alla Circe.
Nella scena finale ci siamo noi ragazze con le braccia aperte che simboleggiamo delle gabbie, ai lati del palco i ragazzi sono silenti e in versione animalesca. Parte la musica e con un crescendo di tamburi a un certo punto noi alziamo le braccia e i ragazzi schizzano attraverso di noi come fuggendo fuori dalle gabbie. Si è creata una situazione molto caotica dove ognuna ha al suo animale da domare e dobbiamo anche cercare di infierire su di lui per sottometterlo e domarlo. Nella parte conclusiva alcune di noi, tra cui anche io, d’accordo con il “mio ragazzo animale“, lo abbiamo cavalcato come se fossimo in groppa ad un maiale vero. Abbiamo anche finto di picchiarlo in maniera violenta emettendo urla. Ci siamo tutti sfogati e forse noi ragazze di più.

La scena mi sembra che sia uscita molto bene, abbiamo fatto anche un video per ricordarci alcune parti principali e sono curiosa di vedere come mi muovevo e che effetto ho fatto.
Durante una pausa per bere, abbiamo corso per la stanza come matte assatanate, mi sono tolta il maglioncino e però senza avevo freddo. Ho pensato di indossare il blazer, ma mi sono fermata pensando che poi si sarebbe visto “il pacco” e ho desistito. In futuro dovrò portarmi dei cambi d’abito, ma lunghi.
Ora una nota sulla me stessa donna trans. Sembra che le ragazze non hanno la minima idea che sono una donna trans e la cosa mi ha sorpreso parecchio. Mentre i ragazzi provavano la loro scena, sottovoce tra di noi, abbiamo parlato un po’ di uomini e di alcuni argomenti facendo anche delle battute. Una delle ragazze ha detto che lei è stata lesbica e ora è bisex, altre hanno parlato di non sentirsi attratti da altre donne, io ho fatto qualche battuta stando generica perché volevo capire fino a che punto il mio “passing” è fatto bene. Hanno riso alle mie battute e quando una ragazza ha tirato fuori in ballo che ogni anno va al Milano Pride nessuna chiesto nulla di me.
Lia attirato ha poi tirato fuori la parola “cis“”(che è il contrario di trans) e alcune ragazze non capivano, così ha cercato di spiegarlo. Io sono intervenuta semplificando come il mio solito, ma Lia era decisa a spiegare la cosa. Buffo che una ragazza biologica si infervora così tanto e io che dovrei intervenire e spiegare invece lascio passare.
Più tardi Salvatore ha raccontato un aneddoto, lui ha appena dato una tesi di laurea in età avanzata, e all’esame con lui c’erano due uomini e quattro donne. L’aneddoto era che la presidente ad un certo punto si è rivolta a tutto il gruppo con grammatica al femminile “siete state brave”, a lui è parsa strana questa cosa, in quanto nella lingua italiana quando c’è anche un solo maschio nel gruppo, si deve usare il plurale maschile, ma senza connotazioni di genere. Alcune di noi erano d’accordo, io e altri no. Dal mio punto di vista, anche se la lingua italiana è molto sessista, non vedo motivo di stravolgerla quando non ci sono davvero motivi di discriminazione.

Diciamo che quando sono a teatro e indosso la parrucca, sono davvero me stessa e in questi momenti tutte le menate che mi sono fatta nei giorni scorsi di non sentirmi più all’altezza della transizione mi sembrano prive di fondamento.
Nel preparare il diario ho rivisto alcune foto scattate lo scorso weekend e ora non mi vedo così al maschile come mi era successo qualche giorno fa.