Oggi è il secondo giorno più importante dell’anno, almeno spero. Tra poco andrò all’ospedale Niguarda per fare la visita di controllo relativa alla mia terapia ormonale, ma soprattutto dovrei ritirare la relazione dell’endocrinologo. Questo documento detto “perizia” mi servirà per iniziare la pratica legale di cambio nome e di genere presso il tribunale di Bergamo.
Dovrei averla, perché non si sa mai, il dottore potrebbe non averla preparata anche se ha avuto due mesi in più per scriverla. Infatti l’appuntamento l’avevo a dicembre, ma ero in quarantena da Covid e si è rimandato.
Sono passati 15 mesi dal mio primo appuntamento e 13 da quando prendo gli ormoni. Per il tribunale ci vorranno dai sei mesi a un anno perché la pratica sia esaminata, valutata e spero approvata con l’emissione di una sentenza. Essere una persona trans è soprattutto essere dotata di una pazienza infinita unita a una volontà di ferro per continuare nonostante le avversità e gli intoppi della burocrazia. Questo periodo di un anno è chiamato dai medici “real life test“, come se stessimo simulando la nostra vita futura prima di avere il loro permesso: il tutto è davvero scoraggiante.
Partita in auto, prendendo l’autostrada, arrivo mezz’ora prima, ma non è sufficiente perché l’accettazione è piena di gente, ho davanti a me almeno quaranta persone e nonostante ci sono sette sportelli la coda non si muove. Dopo quindici minuti di attesa vado in reparto a chiedere se posso pagare dopo, ma niente da fare, almeno ho avvisato che arriverò più tardi. Le altre volte nonostante l’orario dell’appuntamento avevo atteso quasi un’ora prima che il medico mi visitasse.
Torno ala grande sala dell’accettazione e attendo speranzosa che la coda si smaltisca.
Tra l’altro si può pagare il ticket online e con l’app, ma si deve comunque andare in accettazione e quindi non serve a nulla pagare prima.
Attendo e ripenso alla serata di ieri dove sono andata a trovare mio zio Pietro e zia Antonella, che mi hanno vista per la prima volta nella nuova versione.
C’era anche mio cugino Igor con una stampella a causa schianto sulla neve con lo slittino.
È stata una bella serata, durata cinque ore, con cena e chiacchiere e dopo cena. Si è parlato di tutto tra cui la Mastoplastica additiva (seno) perché la ragazza di mio cugino l’ha appena fatta, arrivando a un terza misura con 6000€ di costo. Interessante perché se non ci riuscirò farla con il SSN ‘gratis’, potrebbe essere un costo abbordabile. Probabilmente il costo varia in base alla misura e materiali usati perché sapevo di importi oltre i diecimila euro.
Tra le tante cose che ci siamo detti è stato interessante il commento che forse mia sorella mi vede sia come sorella maggiore che come fratello. In effetti con lei mi sento ancora più protettiva ed è l’unico caso dove sento viva la mia parte maschile senza che mi dia noia.
Mi hanno detto che gesticolo davvero tanto, il bello è che non me ne accorgo. Non anno visto grosse differenze caratteriali rispetto a quando ero maschile, ma lo hanno detto a metà serata e forse hanno cambiato idea alla fine, tanto sono una chiacchierona.
Ho ancora davanti ventiquattro persone e mi leggo il copione per lo spettacolo teatrale del mio corso (Ulisse). Ci sono anche due frasi da pronunciare in un altra lingua e mi salvo la traduzione in greco, ma forse opteremo per una lingua inventata e somigliate all’italiano.
Ancora dodici persone…non mi passa più. A proposito di “passing” ho letto adesso la newsletter su “thePeriod” (https://www.instagram.com/theperiodoff/) con l’articolo di Monica Romano, proprio sul ”passare” come persona del genere a cui di sente di appartenere e non essere riconosciutə come persona trans (cosa che all’inizio della transizione è quasi impossibile con tutti i relativi problemi psicologici e timori).
Nel testo della newsletter questo passaggio mi è piaciuto molto e pone una domanda interessante su cui riflettere.
Monica R “«Sorella, vuoi a tutti i costi cambiare il tuo corpo per essere te stessa e finalmente somigliarti, o vuoi semplicemente smettere di essere trans* agli occhi del mondo perché ti vergogni di ciò che sei»?
“
La mia risposta è di essere me stessa e se ho un passing decente è solo un plus conquistato con lunga fatica. Come Monica, cha ha i documenti rettificati al femminile , dichiarerò sempre che sono una donna trans per aiutare le persone a comprendere che non siamo dei fenomeni e nemmeno delle prostitute.
La fila si è velocizzata all’improvviso e tocca a me! Pago e vado subito in reparto. Nella stanza d’attesa siamo solo in due. Arriva l’infermiera e prima di me alla reception interna c’è una ragazza che quando parla sento una voce maschile, anche lei è trans. Nessuna sa che con la logopedia si può cambiare voce?
Quindi è il mio turno, ma mentre parlo mi viene un pensiero “come sente la mia voce quella ragazza? Forse non così tanto femminile come credo?“. Forse anche perché sono irritata leggermente perché sembra che mi hanno fatto pagare 3€ di ticket in meno, scrivendo “prima visita” invece di “visita di controllo“. Non ho voglia di fare un’altra coda di un’ora per pagare 3€ e perdere l’appuntamento, ma per fortuna chiedono al medico che risponde che va bene. L’unico problema alla reception è che l’infermiera mi dice “Gerardo, va bene”, fare un misgender proprio qui dove vedono persone trans tutti i giorni!
Almeno chiamare per cognome…che faccio le dico questa cosa?
Intanto attendo. Arriva il dottore che prende la mia cartella clinica e chiama “Gerardo”, cavoli, pure lui? Entrata nella sua stanza capisco l’equivoco…avevo detto di chiamarmi Iula e lui aveva indicato sul frontespizio della mia cartella “Gerardo” come cognome. Tutto ok? No, perché mentre uscivo dalla reception hanno chiamato la ragazza trans con un “Alberto”, pure lei ha scambiato nome e cognome? Non credo. Seduti alla scrivania dico al dottore di chiamarmi Bianca e lui lo scrive in grande sulla cartella.
Gli mostro gli esami del sangue ed è tutto entro i parametri, tranne la prolattina che è un po’ alta, ma mi dice che è normale perché prendo gli ormoni.
Solo ora mi rendo conto che la prolattina è quella che produce latte materno, sul gruppo Facebook delle persone trans ho letto di una ragazza che prendeva una dose assurda di ormoni e ha cominciato a produrre latte dal seno.
Quindi ha guardato gli esami specifici con i valori di testosterone e estradiolo. Chiedo se ci sono altri esami che fanno le altre donne trans e che sono pertinenti, ma mi risponde di no…però mi sembra strano che non me li prescriva.
Mi prepara la ricetta per la prossima visita di controllo e visto che sono soddisfatta della terapia in corso mi da’ altre sette scatole di ormoni, che non basteranno fino alla prossima visita a settembre. Spero che in farmacia non mi facciamo problemi senza ricetta, la spesa sarà di 19€ al mese.
Gli ricordo della relazione, e ovviamente non si ricordava. Il cuore mi salta un battito, poi aggiunge “la prepararo subito”. Come pensavo ha già un semi lavorato, apre un file word e lo modifica facendomi qualche domanda. Sbircio il monitor e mi dice “Non guardi che è la perizia un’altra persona”. Viva il copia/incolla.
Mi fa qualche domanda relativa al lavoro attuale e se lo sono in versione femminile. Se mi piacciono gli uomini, se ho avuto interventi chirurgici e malattie. Poi mi chiede da quanto tempo prendo gli ormoni, questa parte poteva evitarla visto che ha la mia cartella clinica: Dopo un paio di interminabili minuti mi stampa l’agognata perizia.
Mi chiede se ho già un avvocato e se è “uno dei loro“. Gli comunico il nome dell’avvocato e risponde che “è uno dei nostri”.
Esco dal reparto mi fermo in strada leggendo quello che ha scritto il dottore, noto alcune imprecisioni che erano in essere un anno fa quando ho iniziato da loro, una mi salta subito all’occhio e che sono ancora in contrasto con mia sorella. La perizia usa una terminologia molto patologizzante e leggendola mi dà parecchio fastidio. L’importante era avere le due perizie in modo da poter iniziare le pratiche di cambio.
Parte della perizia.Il soggetto di presenta sempre in abiti femminili che dichiara di avere sempre usato. Ha un atteggiamento complessivo evidentemente virato in senso femminile con utilizzo di cosmetici tipici del genere femminile.
Chirurgia: Il soggetto non ha ancora effettuato alcuna chirurgia correttiva. Laser per riduzione pilifera.
Valutazione psicologica psichiatrica: Il soggetto è stato sottoposto a ripetute valutazioni da parte di psicologi che hanno confermato la diagnosi di transessualismo primario e la necessità di adeguamento del soma.
Conclusione: Transessualismo primario MtF. Non si ravvedono controindicazioni alla concessione delle autorizzazioni per il completamento chirurgico totale o parziale con completa integrazione nel sesso femminile.
Tutto questo ha aumentato il mio desiderio, comune alla mia associazione trangenere, di abbattere questa prassi e procedure, per poter avere una transizione con meno burocratica e soprattutto rispettosa delle persone.
In poche parole: “abbattiamo il transificio
” dove una serie di soggetti lucra su di noi e prende decisioni per il loro tornaconto.
Note sulla procedura – per le persone trans e le persone curiose.
La transizione può anche non essere fatta prendendo ormoni e sottoponendosi a operazioni chirurgiche, ma in questo caso non è possibile cambiare il proprio nome legalmente.
Alcune operazioni (mastoplastica, mastoplastica additiva, falloplastica e vaginoplastica) si possono fare in regime di SSN e non pagarle, ma solo se si ha una sentenza del tribunale che autorizza le operazioni. Alcune di queste non possono essere effettuate in Italia su organi sani come ad esempio la mastoplastica per la rimozione del seno per le persone MtF.
Dato che l’iter burocratico, presso la provincia di residenza, è costoso e richiede tanto tempo, tramite un avvocato si effettua una “richiesta congiunta” al cambio di nome, genere e autorizzazione alle operazioni.
Per iniziare con la terapia ormonale sostitutiva (TOS) si deve fare almeno sei mesi di colloqui con uno psicoterapeuta (non sempre va bene la relazione scritta da uno psicologo). La relazione attesta la “disforia di genere” dl soggetto e libera il medico endocrinologo da responsabilità.
Per procedere alla procedura legale riguardo le persone trans esiste la Legge 164 del 14 Aprile 1982 che stabilisce solo all’articolo 2 che il giudice istruttore dispone con ordinanza l’acquisizione di consulenza intesa ad accertare le condizioni psico-sessuali dell’interessato, ma non che occorre effettuare un percorso psicologico. Inoltre riguardo agli interventi chirurgici la legge cita “qualora fossero necessari” e quindi non sono obbligatori.
Gli avvocati che si occupano di questo tipo di cause sono avvocati Civilisti, possibilmente esperti nell’argomento.
Negli anni dai giudici sono state create delle “prassi” relative alla modalità di presentazione e quali documenti ritengono necessari.
Una di queste è che in tribunale, richiedono la perizia di uno psichiatra (“perizia di parte“) e non di uno psicoterapeuta, ma dal 2022 la “disforia di genere” non è più una malattia psichiatrica e quindi basterebbe quella di uno psicoterapeuta, ma non da uno psicologo.
Riassumendo i documenti richiesti da questo protocollo/prassi sono:
- Perizia psichiatrica che può anche essere chiamata ‘relazione‘ ed entrambe sono valide, ma la seconda in genere costa meno. Fatta da uno psichiatra o psicoterapeuta. Da due pagine di testo in su racconta la storia della persona T da quando ha capito di esserlo e i vari passaggi che ha intrapreso
- Perizia per adeguamento di genere da parte dell’endocrinologo che si è in terapia ormonale sostitutiva, si aderisce alla terapia che non è stata interrotta e che si è in salute
- Stato di famiglia (NON per uso processuale, va con marca da bollo) questi tre emessi dal comune di residenza possono essere emessi in un unico foglio stampato.
- Certificato di residenza ((NON per uso processuale)
- Stato civile ((NON per uso processuale)
- Carta di identità
- Codice Fiscale
- n.2 fotografie che mostrano che sei integratƏ nella società (es: con colleghi di lavoro, con familiari, con amici)
Insieme andiamo di nuovo alla reception dove c’è l’infermiera per compilare l’uscita dei farmaci. C’è anche l’altra ragazza trans in attesa che ha al doppio delle mie scatole, però lei ha la metà dei miei anni, così a occhio. Prima si era tirata via un attimo la mascherina ed è veramente una bella ragazza con i capelli molto lunghi. Peccato per la voce.
L’avvocato pagherà 545€ di marche da bollo digitali e tasse del tribunale per iniziare la domanda. L’importo totale supera i 2600€. Ho scoperto che per avere la sentenza (il giudice approva) si devono pagare altri 200€, inoltre alcuni tribunali devono attendere che l’agenzia delle entrate comunichi che hai pagato…una ricevuta non ha valore in molto tribunali. L’assurdità della burocrazia che entra in conflitto con se stessa.
E’ possibile non pagare quasi nulla se hai un reddito veramente ridicolo, in questo caso si chiede il “gratuito patrocinio”, non tutti gli avvocati però accettano questa modalità perché sarà pagato con un importo fisso dallo stato e molti mesi dopo. Non ho capito se devi comunque pagare le marche da bolle e le tasse del tribunale, che non è un piccolo importo.
Il tribunale per tre mesi non può guardare la documentazione in quanto è considerata una procedura giudiziaria e in questo periodo ci sarebbe la raccolta delle prove da parte del Pubblico Ministero, che nel nostro caso non esiste.
Nei seguenti due mesi il giudice prende la pratica, quando ha tempo perché è considerato un procedimento minore e non urgente. Possono capitare due cose:
- il giudice decide che la documentazione è completa e emette la sentenza
- il giudice chiede altri documenti e rimanda di mesi
- il giudice anche se la documentazione è completa, non è convinto e nomina un C.T.U. (consulente tecnico d’ufficio), solitamente un professionista che lavora spesso con quel tribunale. Il CTU va pagato da noi. Per evitare che questo professionista tiri in lungo prendendo soldi, va nominato un contro-CTU detto C.T.P. “consulente tecnico di parte” che farà pressioni per non fare durare all’infinito questa analisi aggiuntiva. Il consulente di parte andrebbe pagato a parte, ma alcuni avvocati svolgono loro questa figura con pochi costi aggiuntivi. Solitamente non viene mai nominato e le poche volte che accade questo professionista non sa nemmeno cosa scrivere in una sua relazione.
Quando il giudice è pronto fa l’udienza e solitamente la persona trans viene ignorata senza porre domande (ed è un bene), nel caso rispondere che le operazioni sono necessarie per il benessere psico fisico e non si vede l’ora di farle. Insomma dare una buona impressione di cittadinƏ convinta del proprio percorso.
Il giudice deve poi fare una riunione con altri due giudici e approvare l’udienza, sono talmente presi di pratiche che di norma per questo tipo di procedure approvano. Il problema può essere dato da quando si riuniranno. Nel comune di Milano ogni 15 giorni, in altri comuni anche un mese.
Emessa la sentenza passa un’altro mese di attesa perché qualcuno potrebbe opporsi alla stessa, ma a differenza di una pratica legale, come ad esempio il divorzio che è nella stessa tipologia, non può annullare la sentenza. Dopodiché passa in giudicato. A questo punto si devono pagare 200€ per la registrazione dell’atto (ma non in tutti i tribunali). Va pagata all’Agenzia delle Entrate e vanno avvisati mentre paghi che devono avvisare il Tribunale del pagamento effettuato, altrimenti la pratica al tribunale rimane in attesa indefinita. Purtroppo sembra che non basta più mostrare la ricevuta di pagamento. Burocrazia che non si fida degli altri burocrati, solo in Italia poteva accadere.
Una volta verificato il pagamento viene inviata una PEC con la sentenza al comune di nascita per scrivere sull’atto di nascita originale dell’avvenuto cambio, comune che a sua volta avvisa il comune di residenza. Capita spesso che i comuni non comunichino e si deve intervenire sollecitando. Anche qui posso passare altri 30 giorni.
Quindi il comune emette una nuova carta di identità (chiedere di fare anche un documento chiamato “Certificato congruità anagrafica” che servirà a velocizzare qualsiasi pratica successiva) e avvisa l’INPS per il nuovo codice fiscale. Andare di persona all’INPS per essere sicurƏ che i versamenti pensionistici siano spostati sul nuovo codice fiscale.
Viene eliminata ogni traccia dell’identità precedente che non è mai esistita tranne.
- estratto integrale di nascita rimane così come prima
- certificato di nascita appare con il nome e sesso nuovo
- diploma di laurea (in teoria modificabile, ma la dura realtà sembra che sia quasi impossibile modificarli)
Quindi, armatƏ di sentenza in copia autenticata, vanno avvisate le banche, le utenze acqua, luce, gas, telefono, la motorizzazione per la patente e quant’altro. Se possiedi casa oppure hai un mutuo devi andare dal notaio che farà una pratica detta “Nota di trascrizione”, ed è possibile fare anche la modifica del “Registro immobiliare”, “Variazione catastale” …che passi la tua casa alla nuova identità. Alcune di queste cose pagando altri soldi, circa 300€.
Nel caso la persona trans sia sposata il matrimonio viene sciolto e i coniugi diventano una coppia di fatto.
Riassumendo tutto l’iter di “rettifica dei documenti” dura almeno due anni e un costo non indifferente. Una ‘persona T’ deve volerlo proprio fino in fondo date le tempistiche e soprattutto per sopportare una burocrazia assurda con costi elevati e incomprensibili. Tra l’altro la tua vita è in mano a delle persone che di te non importa nulla ed è deprimente.
E’ possibile saltare molte di queste procedure?
Sì, ma il rischio di buttare via soldi e tempo è notevole.
Procedura con giudice per cambio genere, SENZA dover nominare un avvocato si chiama “Volontaria giurisdizione“.
Occorre comunque rivolgersi a qualcuno nel tribunale per avere i moduli da compilare e i fac-simile dei testi per le richieste. Poi tramite PEC e Firma digitale, Marche da bollo digitali si dovrà presentare la domanda allegando i documenti necessari. La cosa è diventata talmente complessa che gli avvocati hanno difficoltà a stare appresso alle norme, non credo che un privato riesca oggigiorno a farlo.
Infine è possibile proporre la domanda al tribunale senza la ‘perizia’ dello psicoterapeuta, ma comunque con una ‘relazione’ che attesti la disforia di genere. In molti tribunali le richieste vengono respinte chiedendo questi documenti e quindi altro tempo per farli, altri soldi.
Siamo in balia di un sistema che stritola le persone trans e rispetto ad altri stati da noi è comunque fattibile mentre ci sono nazioni come l’Argentina dove bastano due testimoni all’anagrafe.
Lo scoglio enorme da noi è il codice fiscale ‘parlante’ dove c’è scritto parte del nome e cognome, dove e quando se natƏ e il sesso. In tutto il resto del mondo è un numero e quindi non vanno cambiati documenti in un sacco di enti pubblici ed è più facile. Infine ci sono delle nazioni occidentali dove proprio non si può cambiare il genere. Ecco per queste cose comunque siamo ancora al medio evo.
Legge 164 del 14 Aprile 1982
Art. 1. La rettificazione di cui all’articolo 454 del codice civile si fa anche in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato nell’atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali
Art. 2. La domanda di rettificazione di attribuzione di sesso di cui all’articolo 1 e’ proposta con ricorso al tribunale del luogo dove ha residenza l’attore. Il presidente del tribunale designa il giudice istruttore e fissa con decreto la data per la trattazione del ricorso e il termine per la notificazione al coniuge e ai figli. Al giudizio partecipa il pubblico ministero ai sensi dell’articolo 70 del codice di procedura civile. Quando e’ necessario, il giudice istruttore dispone con ordinanza l’acquisizione di consulenza intesa ad accertare le condizioni psico-sessuali dell’interessato. Con la sentenza che accoglie la domanda di rettificazione di attribuzione di sesso il tribunale ordina all’ufficiale di stato civile del comune dove fu compilato l’atto di nascita di effettuare la rettificazione nel relativo registro
Art. 3. Il tribunale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico-chirurgico, lo autorizza con sentenza. In tal caso il tribunale, accertata la effettuazione del trattamento autorizzato, dispone la rettificazione in camera di consiglio
Art. 4. La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso non ha effetto retroattivo. Essa provoca lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso. Si applicano le disposizioni del codice civile e della legge 1 dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni,
Art. 5. Le attestazioni di stato civile riferite a persona della quale sia stata giudizialmente rettificata l’attribuzione di sesso sono rilasciate con la sola indicazione del nuovo sesso e nome,
Art. 6. Nel caso che alla data di entrata in vigore della presente legge l’attore si sia gia sottoposto a trattamento medico-chirurgico di adeguamento del sesso, il ricorso di cui al primo comma dell’articolo 2 deve essere proposto entro il termine di un anno dalla data suddetta. Si applica la procedura di cui al secondo comma dell’articolo 3
Art. 7. L’accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione di sesso estingue i reati cui abbia eventualmente dato luogo il trattamento medico-chirurgico di cui all’articolo precedente.
Per sapere a che punto sono le sentenze c’è un app creata proprio dal Ministero della Giustizia. L’app si chiama “Giustizia Civile” .. se hai iOS, questo è il link per scaricarla (porta all’app store): https://apps.apple.com/it/app/giustizia-civile/id598913361
Ti serve solo il n. ruolo generale (RG..) del tuo fascicolo (che sicuramente il tuo avvocato possiede), da inserire nella “Ricerca-Ruolo Generale” dell’app.
Alcuni siti dove trovare (sparse) ulteriori informazioni:
https://www.dirittierisposte.it/Schede/Persone/Salute/cambiamento_di_sesso_id1161275_art.aspx