Questa sera sono andata alla ripresa del corso di teatro, per fortuna abbiamo ripreso in presenza, c’erano alcune defezioni causa contagiati oppure in via precauzionale, comunque eravamo una decina. Questa seconda parte riguarderà la preparazione allo spettacolo del saggio di fine corso previsto per giugno.
Con Max abbiamo iniziato subito esercizi di riscaldamento camminando con una bacchetta di bambù in testa, ovviamente la dovevamo tenere in equilibrio, poi per rendere più interessanti le cose, ad un certo punto dovevamo anche abbassarci, fermarci e rialzarsi.
In seguito abbiamo fatto qualche altro esercizio di movimento e poi uno vocale dove dovevamo dire due frasi con ritmo musicale ripetute in loop. Quando le abbiamo imparate, Max ha detto che le ragazze dovevano dire un’altra frase e noi tutte abbiamo avuto difficoltà a ricordarcela. Non avendo fatto un buon esercizio vocale di riscaldamento e non avendo parlato tutto il giorno, ho avuto qualche difficoltà a tenere un tono un po’ più alto insieme alle ragazze, poi a un certo punto mi è uscita anche una voce tipo Topolino, meno male che essendo un gruppo mi sono mimetizzata bene.
Infine abbiamo fatto un gioco dove dovevamo battere le mani sulle cosce e poi schioccare le dita, con quest’ultimo gesto si doveva ripetere il nostro nome due volte. Alla seconda ripetizione, andava detto una volta sola seguito dal nome della persona che avrebbe continuato il gioco. Praticamente mi hanno espulso immediatamente perché ho sbagliato dicendo il mio nome mentre ancora picchiavo sulle cosce. C’era anche il ripescaggio, ma sono stata espulsa di nuovo. Al terzo tentativo sono riuscita a rimanere in gioco, comunque è stato divertente e mi ha ricordato i giochi che si facevano dei bambini all’asilo.
A metà serata è arrivata Marta e ci siamo seduti in cerchio, io ho tirato fuori il blocco per gli appunti e abbiamo iniziato a parlare dello spettacolo che andremo a fare e sarà basato sull’Odissea.
Ci ha chiesto cosa ne sapevamo e ricordavamo. A un tratto qualcuna ha detto “anche io come Iula, sono d’accordo
”, alchè Marta mi ha guardata e mi ha chiesto “allora come mai Iula?
”, le ho risposto che è il mio cognome e la cosa è finita lì. Prima o poi salterà fuori il mio nome legale e tutta la transizione… niente di grave, ma il momento è troppo lunga la cosa da spiegare. In tre sanno della cosa e stasera non c’erano a lezione.
Nella discussione un certo punto ci ha chiesto di trovare un momento in cui ci siamo sentiti in contatto con il divino, non in senso religioso, ma con un qualche evento che abbiamo sentito dentro, ed eravamo nostro agio. A me è venuto in mente di quando cammino nei boschi in montagna, dove mi sento davvero in pace con il mondo. Anche altre persone hanno detto lo stesso. Mentre gli altri raccontavano cosa ricordavano, mi è venuto in mente di un trekking fatto mesi fa in un bosco dove dicono che ci sono delle energie particolari e una volta arrivati abbiamo fatto una meditazione. Io mi sono attaccata ai due rami di un albero e dopo un po’ ho sentito il mio cuore che batteva, ma era come se fosse dentro l’albero, oppure ero io dentro l’albero. Un momento davvero particolare. Marta ci ha detto di ricordarci questa cosa per un esercizio da fare in seguito.
L’esercizio era che dovevamo entrare in un palcoscenico immaginario e contava anche il modo in cui si entrava e uscire. Si doveva improvvisare qualcosa pensando a quello che avevamo raccontato in precedenza. Mentre mi alzavo Marta ha fatto partire una musica che mi ha ricordato quelle che usiamo per fare il corso di DYP (Danzare tra Yoga e Pilates), e quindi mi è venuto spontaneo iniziare il mio pezzo ispirandomi a uno degli esercizi.
Dovevamo tenere nella mano sinistra, simbolicamente, la sensazione di contatto con il divino, quindi avevo una mano impegnata.
Sono entrata nel palcoscenico virtuale e mi sono seduta, quindi ho iniziato una serie di movimenti a terra con le gambe, di quelli del DYP che mi facevano andare fuori di testa. Quindi poi mi sono alzata e simbolicamente ho ricostruito la scena con un albero invisibile e sentendo un qualcosa che arrivava dentro di me mi faceva battere il cuore.
Comunque tutti gli esercizi sono stati molto belli da vedere e ognuno ha tirato fuori qualcosa di sé.
Di sottofondo delle musiche che hanno ispirato molto.
Ad esempio: Immortal, Universal.
L’ultima parte della serata è stata che Marta ci ha svelato cosa effettivamente andremo a fare, sono solo due parti tratte dall’Odissea: l’incontro con la Circe e la discesa nell’Ade.
In realtà il giorno dopo quando avrà inviato il copione, ho letto che c’è un’introduzione di Ulisse che parte.
Non sono ancora stati assegnati ruoli, ma ci ha anticipato alcuni faranno gli uomini dell’equipaggio, altri quattro fanno Ulisse in varie fasi e noi ragazze saremo tutte la maga Circe. Dato che sulla sua isola “nulla è come sembra
” e lei ha la capacità di trasformarsi e trasformare, faremo delle scene a turno a seconda della storia.
Me lo sentivo che sarei stata Circe, sto’ anche leggendo il libro che ho comprato e che racconta la storia di questa dea esiliata su quell’isola. Il romanzo è una scrittura moderna, ho cominciato a leggere l’inizio e mi è sembrato molto bello.
Infine per la settimana prossima, Marta ci ha detto che dovremmo arrivare vestiti da quello che noi riteniamo essere l’abito maschile, da uomo, e l’abito femminile per sensualità e femminilità. Ho fatto notare che fa freddo in questi giorni e che facendo gli esercizi di riscaldamento non sarà molto facile farli con un abitino carino. Quindi ha risposto che potremo cambiarci quando arriva lei. Alcune ragazze hanno espresso perplessità in quanto non sanno bene cosa mettersi, soprattutto quelle che hanno intorno i vent’anni, abituate a stare in tuta oppure con delle magliette e jeans. Cosa curiosa perché io ho fin troppo una vasta scelta da cui scegliere.
Nei prossimi questi giorni dovrò pensare a cosa indossare, ho alcuni costumi di scena, ma non sono sicura di usarli perché sono per un personaggio troppo moderno e sexy.
Come ieri sera a pilates, tornare a fare una serata insieme facendo attività di gruppo è stato bellissimo e mi sono goduta ogni istante della lezione.
Dal corso Teatro, Odissea briefing iniziale.
– Le divinità possono assumere qualsiasi forma, ad esempio Atena appare a Ulisse per guidarlo in svariate forme come una ragazzina, una civetta, etc.
– Tutti i personaggi sono degli archetipi (simboli) che esaltano il maschile e il femminile. Riguardo i caratteri maschili c’è il dominio, la guerra e non sapere come amare.
– Grande risalto alla bellezza e chi è bello è anche buono.
– Ulisse incontra tutti i tipi di femminilità per imparare di nuovo ad amare.
– Per ottenere favori dagli dei, si dovevano fare molti sacrifici e a volte anche di essere umani, Ulisse ne ha fatti parecchi di tutte e due i tipi.
– Tutta la storia è il “viaggio dell’eroe” per arrivare ad un obiettivo finale. Ognuno di noi vive la sua odissea anche nelle piccole cose e il proprio vissuto.
Guardando un video su TED relativo a questa cosa, hanno scomposto il viaggio in 12 segmenti, come se fossero le ore e alla fine di tutto c’è sempre il ritorno allo status-quo: lo stato iniziale anche se migliorato e arricchito dalle esperienze. Ecco, ho pensato recentemente che ora sono una donna, ho fatto esperienze notevoli, progressi psicologici notevoli, ma alla fine sono spesso sola a casa. Ho terminato un ciclo del mio viaggio dell’eroe e sono tornata al punto di partenza. Dovrò capire quale sarà il mio prossimo “viaggio”.
Tornando al briefing dell’Odissea,
– Nella storia siamo sempre in bilico tra il sogno e l’allucinazione, nulla è mai davvero quello che sembra e c’è un destino per ogni essere umano.
– Nei tempi arcaici lo scorrere del tempo era diverso dal nostro, il viaggiare richiedeva mesi, le cose di ogni giorno erano fatte senza fretta.
– La natura è sacra e c’è una manifestazione del divino in ogni cosa, inoltre è legata alla sensualità non intesa come sesso, ma relativa ai sensi, percezione e intuizione.
– Tutto è sacro ed è rituale.
– Cosa è dio? Non in senso religioso. E’ un’energia che connette tutto nell’universo. Alleniamoci a sentirlo nel cuore non nella testa.
Esercizio: ricordare un momento chiave dove avete sentito questa energia e un contatto con il divino.
Da parte mia fare meditazione in un bosco in montagna, dove ho messo le mani su due rami dello stesso albero, ho chiuso gli occhi, calmato la respirazione e dopo un po’ ho sentito il battito del mio cuore come se fosse sincronizzato con l’albero, come se fossi tutt’uno con la pianta e riempissimo tutto l’universo.
Ognuno è andato nel palcoscenico virtuale a fare una rappresentazione del proprio momento chiave.
Dopo l’esercizio Marta ha detto “Cosa abbiamo appena fatto? Abbiamo pregato e tirato fuori quello che c'è dentro di noi".
Regista polacco, Grotoski
https://aforismi.meglio.it/aforismi-di.htm?n=Jerzy+Grotowski
“L’attore m’interessa perché è un essere umano. Questo implica soprattutto due cose: in primo luogo, il mio incontro con un’altra persona, il contatto, un sentimento d’intesa reciproca e il turbamento creato dall’apertura verso un altro essere, dal nostro tentativo di comprensione: in breve, il superamento della nostra solitudine. In secondo luogo, lo sforzo di capire noi stessi attraverso il comportamento di un altro uomo, riscoprendoci in lui. Se l’attore riprodurrà un’azione insegnatagli da me, questo non sarà altro che una specie di ‘ammaestramento , un atto banale, dal punto di vista metodologico; nel mio intimo, troverò ciò sterile poiché nessuna nuova prospettiva verrà aperta dinnanzi a me. Ma se, tramite un’intima collaborazione, raggiungeremo il momento in cui l’attore, liberato dalle sue resistenze giornaliere, rivela se stesso fino in fondo con un gesto, allora io ritengo che, dal punto di vista del metodo, il lavoro si sarà rivelato proficuo. Mi sentirò in tal caso personalmente arricchito, poiché in quel gesto sarà stata svelata un’esperienza umana, qualcosa di assolutamente particolare che si può chiamare il destino, la condizione umana.“
Marta “mi sono concentrata su due episodi: l'incontro con CIRCE e il viaggio nell'ADE. Questa è la prima versione, sicuramente ci saranno tagli e aggiunte. Le parti le assegneremo nei prossimi incontri. BUONA LETTURA!
“
Nel gruppo Whatsapp ci siamo scambiati link e note sull’opera di Omero e l’Odissea, ecco alcune cose interessanti.
Opera teatrale del 2020 su Rai play
“Nel tempo degli dei – Il calzolaio di Ulisse” di e con Marco Paolini
Molto bello soprattutto la seconda parte che è molto intensa. La prima parte è il viaggio e l’incontro con i mostri, ma è poco teatrale seppure con ottime idee. La vicenda è raccontata come se fosse accaduta ai giorni nostri con riferimenti alla nostra società e contraddizioni.
https://www.teatrodellapergola.com/evento/il-mio-nome-e-nessuno-lulisse/
Spettacolo teatrale con parti musicali.