Corso di teatro, questa sera siamo solo in dieci e solo due donne. Iniziamo con degli esercizi di riscaldamento e movimento (un misto di ginnastica e pilates) e a un certo punto Max, l’insegnante, ci fornisce dei bastoncini di bambù lunghi un metro che dobbiamo mettere sulla testa in equilibrio e camminare senza farlo cadere.
Al principio ci riesco molto bene e penso che forse la parrucca mi stia aiutando, in realtà grazie di esercizi di pilates riesco a stare molto più diritta con la schiena e avere un equilibrio migliore.
A proposito di pilates, ieri sera c’era il panico da tampone positivo. Una delle ragazze attendeva l’esito perché in azienda avevano avuto un positivo e per fortuna il suo tampone era negativo ed è venuta. Un’altra per una cosa simile non ha avuto il risultato in tempo e non è venuta per poi messaggiare il giorno dopo che il collega aveva avuto un tampone “falso positivo” e lei aveva saltato la lezione per nulla. Gran belle persone che ragionano di testa e non vogliono mettere in pericolo le altre del corso.
Da parte mia, avendo appena terminato la quarantena e guarita, mi sento molto tranquilla. Non dovrebbe essere possibile che mi infatti nel breve periodo, ma ho sempre avuto il timore di essere asintomatica e di infettare le persone a me care. Almeno per un po’ di tempo questo timore non ci sarà più.
La lezione di pilates è stata intensa con una serie di movimenti e stiramenti per cui il giorno dopo eravamo ancora tutte doloranti alle scapole, segno che abbiamo fatto gli esercizi correttamente.
Un paio di volte mi sono guardata allo specchio in fondo alla parete e quello che ho visto mi è piaciuto molto, anche di profilo non sono più così imponente di fisico e il volto era molto femminile e rilassato.
Tornando al teatro è seguito un altro esercizio con le bacchette di bambù. Ci siamo messi in cerchio e con una mano dovevamo muovere la bacchetta insieme agli altri cercando di coordinare il movimento avvicinandole e allontanandole dal pavimento.
Poi ci siamo messi a coppie ed ero casualmente vicina a Lia, in realtà ci siamo messe vicine a caso, ma forse dato che eravamo le uniche due donne della serata istintivamente ci siamo cercate. A turno si doveva dare una manata sulla spalla e l’altra persona doveva muoversi andando all’indietro come se fosse un burattino. Ho scoperto che non riuscivo a dare delle manate cattive, all’inizio perché avevo paura di farle male, ma poi quando ho preso più confidenza ho scoperto che con la mia forza fisica ho qualche problema. Lia ha riso tutto il tempo anche perché un paio di volte mi ha dato un colpetto sulla tetta. In effetti stanno crescendo bene e poi questa sera non ho nemmeno il reggiseno imbottito, sono proprio le mie. L’altro giorno, a metà pomeriggio, ho avuto la sensazione di come quando mettevo le tette finte e che poi quando mi davano fastidio le toglievo. Questa volta mi sono resa conto che non potevo toglierle, erano le mie e mi è scappato il sorriso.
A metà serata è arrivata l’altra insegnante, Marta, e con lei abbiamo fatto la seconda parte della lezione. Il primo esercizio è stato molto bello perché dovevamo camminare nello spazio e quando incrociavamo qualcuno ci si guardava negli occhi e potevamo decidere di abbracciarlo, abbracciarlo da dietro oppure mettergli la mano sul braccio o sulla spalla.
All’inizio mi sono abbracciata con Lia, a lungo perché l’esercizio era stare nel momento e ascoltarsi dentro, stasera con Lia va così.
In seguito andando in giro mi sono sentita leggermente in imbarazzo e ho cercato l’opzione mano sulla spalla con alcuni ragazzi molto giovani. Non se anche loro avevano imbarazzo perché sono molto alta, sono più vecchia di 40 anni, sono una donna trans, che però non ho capito bene chi l’ha capito.
Per fortuna i miei compagni di corso sono dei ragazzi meravigliosi e terminato il mio imbarazzo sono riuscita ad abbracciarmi anche con loro. Solo una volta uno mi ha abbracciata molto stretta e mi facevano male le tette. In questa serata più che la parrucca a evidenziare la mia femminilità hanno contribuito le tette.
L’esercizio di fine serata è stato di scrivere su un foglio alcune frasi raccontando di noi. Poi avremmo dovuto leggerle usando le cinque emozioni di base. Il mio primo pensiero era di raccontare di me su cose recenti, ma ho deciso di scegliere cinque cose generali che sento, ma non parlare della transizione. Secondo alcune amiche ora sono “completa” e non mi serve raccontare la cosa. Ho anche pensato che dire qualcosa in due minuti era inutile e confusionario.
Ecco il mio testo:
“Sono Bianca e adoro il teatro. Vederlo, Farlo, Scriverlo. (felicità)
“
Ma farlo da remoto con Zoom proprio non mi piace. (paura)
Cavolo di Smart working. Passo giornate intere senza parlare con nessuno. Solo chattare con i colleghi. Che palle! (tristezza)
Odio le persone false, con la faccia doppia. Pronte a pugnalarti alle spalle alla prima, loro , occasione. (disgusto)
'Non so cosa c'è dentro'. Ma che diavolo di argomenti sono per non vaccinarsi? Dimmi che hai paura invece! (rabbia)
Oh! MI ha scritto un'amica che non vedo da tanti anni, ma riusciremo a vederci presto di persona? (sopresa)
Ho fatto anche dei piccoli movimenti in scena cercando di rendere con il corpo le emozioni oltre che con la voce. Ma l’esercizio era di scegliere una posa e stare su quella nel testo, cambiando poi emozione spostarsi nella nuova posa via così. Marta mi ha fatto rifare una delle emozioni scegliendo una posizione fissa che pensavo esprimesse al meglio il parlato ed effettivamente la cosa ha avuto molto più effetto, sia io nell’interpretarla e che non ero distratta dal movimento, sia del pubblico che appunto non doveva guardare dove andavo e cosa facevo col corpo. Il mio obiettivo di quest’anno al corso di teatro era “movimento e fluidità del corpo” e sto scoprendo che in molti casi nello stare fermi si ha una resa migliore.
Gli altri hanno parlato di cose molto personali ed è stato molto bello anche perché si sentivano ancora di più le emozioni nella loro voce. Alcuni poi che avevano problemi di voce o non si sentivano sicuri, invece parlando di se stessi non avevano più questi timori e problemi.
Quando anche l’ultimo ha eseguito il suo monologo delle emozioni, ho chiesto a Marta se potevo fare una cosa di un minuto. Ho sentito alcune persone, soprattutto quelle intorno ai vent’anni esprimere una serie di timori e che spesso non vengono presi sul serio cercando di dissuaderli da tentare di fare le cose che piacciono.
Con la transizione ho avuto un sacco di incertezze e mi è venuto in mente quello che mi aveva detto tempo fa la mia amica Elena A. e mi è piaciuto ripeterlo alla classe.
“Ho sentito raccontare di dubbi, incertezze, paura del futuro, il non essere presi sul serio. Anche io ogni tanto ho i miei dubbi, ma una cara amica mi ha detto una cosa che mi ripeto quando mi assalgono ancora.
Tu sei più di quello che pensi di essere!” .
E’ seguito un applauso spontaneo della classe.
Negli ultimi dici minuti, Marta ci ha detto su cosa verterà il saggio finale ovvero lo spettacolo che andremo a fare a Giugno 2022. Non si fa più Aristofane che era un falso per depistarci. Faremo invece una parte dell’Odissea di Omero. In particolare usando una versione leggibile da noi contemporanei dell’autore Valerio Massimo Manfredi. Sarà il secondo volume della trilogia omerica che ha scritto.
Marta prenderà spunti e scriverà un canovaccio di base che poi andremo a modificare e personalizzare in base all’idee che ci verranno durante le prove. Alla mia obiezione che sarà complicato perché la storia è basata tutta su Ulisse e non ci sono altri protagonisti secondari, Marta mi ha risposto che ognuno di noi sarà Ulisse che racconterà qualcosa di particolare e personale inserendo anche canti e balli se una se la sente. Ognuno a modo suo, quindi una storia con tante versioni di Ulisse distribuite nel tempo. Molto interessante e stimolante. Più tardi pensando ai ‘cattivi’ della storia ho capito che ci sono anche la Maga Circe (in versione sexy?), le Sirene e magari anche un Polifemo che potrei fare in versione femminile, per non parlare della versione femminile che chiamerei Odissea, appunto. Un sacco di stimoli.
Ruoli che ho interpretato negli ultimi due anni… sono un camaleonte
Elena K “Istrionica! Hai dato una spinta pazzesca alla tua vita, un cambiamento totale.
”
Quanta forza! Grande Bianca. E se tutto quello che si vede all’esterno ti fa sentire appagata arricchita e felice sei dentro al “senso della vita”
Pietro “Nooo sei Bianca
”
Ah giusto… Il colore bianco è composto da tutti gli altri colori, non ci avevo pensato.
La serata è termina mangiando una torta spettacolare fatta da uno dei ragazzi e bevendo lo spumante.
Come ultima cosa sulle mie tette, era la serata del mio seno, ad un certo punto Lia ha detto questa cosa che “tutta la sera avevamo un problema di tette, lei e io nel toccarci nei vari esercizi.
Elena K “Grande Bianca! Che belle cose che fai. Un abbraccio e affettuoso. Fai delle belle e serene vacanze
”
Marzia “Ciao Bianca, che bella notizia!… chissà perché non ho dubbi sul fatto che tu canterai e ballerai. Colgo l'occasione per augurarti un sereno Natale, un grande grande abbraccio
”
Ulisse “Bello, materiale che si presta
“
Mi sa che penserò al mio insegnante di teatro per tutto il tempo, a parte la cotta che avevo avuto, chiamandosi Ulisse…