Le giornate sono trascorse in una specie di bolla dove tutto il mio mondo era dentro casa con una routine minimale di cose da fare. Al mattino prendere i fermenti lattici, la pillola per la TOS, sciroppo per la tosse e un integratore, ma solo dopo aver mangiato qualcosa. Poi ho provato a usare il computer, ma il mal di testa si è fatto sentire. Pranzo e poi medicinale per sciogliere il muco, Vitamina C e Zinco. Piccolo riposino e niente altro perché non ci sto’ con la testa.
Ogni tanto, da sotto le coperte ho letto un capitolo alla volta del romanzo “L’uomo Ombra” scritto dalla mia amica Elena F.. In una settimana l’ho terminato ed è veramente molto bello. E’ scritto in prima persona e ripensando alla storia mi sembra si essere stata presente insieme alla protagonista. Non so bene se è stata la tematica del libro oppure lo stare chiusa in casa, ma ora riesco a fare meditazione più facilmente.
La sera cena e a seguire l’ultimo blocco di pillole con la vitamina D e un aspirina. Cerco di guardare la TV, ma mi stanco subito e torno a letto dove leggo un’altro capitolo del romanzo.
Sembra la storia del film “Il giorno della marmotta” dove il protagonista riviveva le stesse cose ogni giorno. Le mie varianti sono state poche. Una video call per la mia associazione ACET per fare da consulenti al casting di una nuova serie TV con protagonista un ragazzo trans (FtM). Tra i discorsi è saltata fuori questa cosa interessante: una delle domande che si devono porre a una persona che vuole fare la transizione (sia maschile che femminile) è che ci saranno alcuni vantaggi, ma soprattutto molto svantaggi. Riguardo alla mia transizione (MfF) gli svantaggi sono che come donna sono meno considerata (es: “ma che ne capisce questa donna di tecnologia e telefonia?
“), cambiando lavoro è probabile una riduzione del salario (es: “le donne guadagnano il 30% in meno
“), rischi fisici aumentati quando sono in giro da sola e soprattutto in serata (es: “ciao bella...
“).
Non è che una transizione si fa alla leggera e una persona deve proprio sentirsi fuori posto nell’identità di nascita per affrontare queste e tante altre avversità e problemi.
Martedì sera mi sono vista in TV la prima della Scala con il Macbeth di Giuseppe Verdi. Mi sarebbe piaciuto andare a vederla in un albergo a Milano zona Nord dove sono sono stata due anni fa con Luciana (ero al maschile quella volta), dove c’era un’ora prima dei pezzi al pianoforte con una cantante e alcune spiegazioni sull’opera e a seguire la proiezione video dell’evento con un audio stupendo. Questa volta avrei indossato qualcosa di carino per un hotel a 5 stelle e sarebbe stata una bella “prima volta” che è rimandata al prossimo anno.

Guardando la diretta TV è stato bello da vedere (costumi e scenografie pazzesche), leggermente noiosa per dover leggere i sottotitoli in italiano antico e ogni tanto non capivo nemmeno io. Ho dormito per tutto il terzo atto, segno che quest’opera di Verdi, seppur considerata a posteriori un capolavoro, non ha nessun motivo orecchiabile da ricordare e in alcuni punti la trama ha dei vuoti.
Giovedì ho provato a fare un’altra camminata in casa di 2km e anche se non è la stessa cosa che essere in giro, mi ha sbloccata un pochino.
Mi sa che sono guarita…mi sono svegliata alle 6:00 e non riuscivo a prendere sonno…quando sei in salute rimanere a letto senza motivo è una tortura.
Mi è rimasto un po’ di muco nel naso e un leggero mal di testa, da ieri sto facendo i “fumini” come suggerito da mia sorella. Ho scoperto che scaldando l’acqua al microonde non fa il vapore, quindi ho messo su la pentola come per fare la pasta, ho usato anche il sale grosso al posto del bicarbonato e alla fine travasato in una ciotola. Unico inconveniente della procedura è che poi ti viene la voglia di mangiarti un piatto di spaghetti.
Tutto bene? In questi giorni ho sentito della negatività nei miei pensieri.
Elena K “Eh! Purtroppo il cielo è messo molto male. Domani ci sarà un novilunio con un’eclisse potente e moto forte. Credo ti abbia già colpito con le sue energie incazzate…e fino a fine gennaio l’aria (a livello sociale) sarà pesante! Gli astri dicono che peggiorerà fino a fine gennaio….poi non ho avuto il coraggio di andare avanti a leggere
“
Ho cercato di fare delle piccole meditazioni e allontanare pensieri oscuri. Solo che il destino in questo periodo mi sta punzecchiando di piccole cose negative. Come è successo mesi fa alla mia amica Barbara “uno stillicidio di piccole cose, sembrava non andarne bene una”.
Ricevo una e-mail da parte della mia azienda e ho scoperto che non avevo iniziato la malattia (e quindi essere pagata come lavoratrice dipendente), perché avrei dovuto io avvisare il medico di base, solo che stavo male e secondo il PDF che mi avevano mandato quelli dell’ ATS Bergamo (ente preposto alla pandemia), c’era scritto “abbiamo inviato anche al suo medico“. Cosa non ho notato visto che non ero proprio in salute? Che c’era il nome di un medico che non opera più da due anni…
Quindi nessun medico ha ricevuto e aperto la malattia, tranne l’INPS che però non si è mossa.
Avevo chiesto in ditta (1 dicembre) di chiedere al commercialista, ma come tutti i commercialisti che sono dei bradipi a fare le cose (e poi ti mettono le tasse da pagare all’ultimo momento) per essere sicura, mi ha dato la risposta dopo sei giorni, scrivendo che avrei dovuto aprire io la malattia. Altrimenti avrei dovuto lavorare in smart working e quindi sarei stata “assente non giustificata”…
Non sono una persona che si arrabbia, ma quando accadono certe cose ti viene voglia di bestemmiare e picchiare qualcuno. Nel peggiore dei casi sarei stata a casa malata, ma in ferie.
Meno male che avevo chiesto al sostituto del medico di base (qui in paese non ci sono più i medici di base da due anni e si tira avanti con dei sostituti che cambiano ogni volta) due giorni di malattia prima di fare il tampone. Solo che dopo il nulla.
Ho telefonato al medico di base e dopo dodici tentativi (quando hanno i pazienti non rispondono, cioè sempre) sono riuscita a spiegare il mio problema. Gentilissima mi ha detto di inviarle il PDF e che avrebbe provato ad aprire la malattia da quel giorno, oppure dal primo giorno disponibile.
L’attesa è stata lunga, sicuramente aveva numerosi pazienti. Nel frattempo ero nervosa e leggermente incazzata con il mondo intero. Quando avevo perso ogni speranza in orario di cena, mi arriva la e-mail di risposta: è riuscita ad aprire la malattia come si deve, anche se è retroattiva. Anche la dottoressa mi aveva detto “se la persona sta male come fa a seguire la burocrazia?
“. Appunto, specie se sei single. Meno male che ho delle vicine di casa fantastiche (Carmina poi mi ha fatto al spesa e comprato dei farmaci), ma per certe cose non possono nulla neppure loro.
Nel pomeriggio mi chiama l’ATS Bergamo per confermare l’appuntamento di domani. Sento che la voce dell’operatore fa una pausa iniziale e poi mi chiede conferma del nome. Sicuramente ha sentito una voce da donna.
Oggi gran giorno. Mi sveglio e mi preparo. Noto che la barba è quasi sparita e non si vede quasi nulla anche se dal rumore del rasoio elettrico si sente che c’è ancora qualcosa che sta crescendo. Mi rendo conto che sono due settimane che non metto il fondotinta nè trucco. I capelli sono sparati in giro con delle onde casuali e anche qui non ho usato la piastra per i capelli, giusto lavaggio e balsamo.
Faccio una colazione veloce e dieci minuti di “fumini” con la testa infilata dentro la scodella piena di vapore, giusto per sicurezza per liberarmi le vie nasali da eventuali rimasugli del virus.
Indosso il giubbotto, la mascherina FFP2, igienizzo le mani e parto in direzione Bergamo prendendo l’autostrada. Oggi c’è un bellissimo sole.
Arrivo dove il navigatore dice che sono arrivata, ma vedo che è tutto deserto e le palazzine di questo ospedale hanno tutte le luci spente.
Guidando lentamente cerco di seguire le indicazioni per il Padiglione 13E. La strada termina, parcheggio e proseguo a piedi cercando di capire quale è il palazzo. E’ proprio quello davanti a me, ma è chiuso. Intorno non c’è nessuno a cui chiedere. Mentre aspetto arriva una signora che mi chiede se è questo il posto dove fanno i tamponi. Tra l’altro c’è un insegna che dice “Centro veterinario” che alimenta non poco i dubbi.

Oltre non c’è nulla, solo palazzi senza ingressi aperti.
Mancano 10 minuti al mio orario quindi pensiamo: “magari adesso aprono“.
Arrivano anche due signori, spaesati come noi, e facciamo un gruppetto che attende. Io cerco di internet delle informazioni oppure una mappa del posto e trovo un articolo dell’Eco di Bergamo che lamenta delle code e problemi a fare lì i tamponi, ma c’è una foto della palazzina, quindi il luogo è giusto!

Attendiamo altri venti minuti invano, la signora spazientita ci saluta e va via mentre io faccio il giro dell’edificio, ma anche dall’altro lato è tutto spento.
Rimango in attesa ancora un po’ in macchina è un po’ fuori, la temperatura fuori è di 1 grado e c’è ancora neve in giro. Dopo mezz’ora di attesa riprendo l’auto e torno all’ingresso. In portineria chiedo se sanno qualcosa e loro mi rispondono che non risulta che ci siano ambulatori aperti stamattina e che è già successo che vengono dati appuntamenti per tamponi nei giorni di chiusura.
Il mio senso di impotenza di fronte la burocrazia aumenta i livelli massimi.

Tra l’altro provo a chiamare vari numeri di telefono e in tutti c’è la segreteria che dice che al sabato e la domenica la ATS Bergamo è chiusa e non c’è modo di parlare con nessuno.
Provo ad andare all’altro ospedale dove fanno i tamponi e che dista solo 3 km in auto. Attraverso il centro di Bergamo festoso e addobbato con i mercatini di Natale con le giostre e io che non posso uscire dall’auto.
Arrivo all’altro ospedale e vedo che fanno i tamponi per le scuole e infatti c’è una fila incredibile. C’è una guardia giurata e gli chiedo se può sentire se posso fare lo stesso la fila oppure no. Gentilissimo va a chiedere alla dottoressa che fai tamponi e torna alcuni minuti dopo dicendomi che dovrei andare proprio dove indicato.
Quindi rimango prigioniera altri due giorni in casa e lunedì mattina tornerò in quel cavolo di ospedale, in teoria senza appuntamento cercando di fare questo maledetto tampone molecolare. Se non riusciranno a farmelo dovrò cercare di telefonare all’ATS Bergamo e cercare di capire quando mi faranno un appuntamento per fare il tampone…
Marina “Ho capito ….incredibile, pazzesco
”
Silvia C “Ma che vergogna….sembra un film
”
Caterina “Certo che non poteva andarti peggio. Ma anche quelli che danno gli appuntamenti
”
Veronica “Assurdo davvero. Tieni duro Bianca
”
Marzia “….non ho parole Bianca, mi dispiace tantissimo!! Cerca di mantenere il tuo equilibrio nonostante tutto, con la convinzione nel cuore (anche se oramai sarà ben in fondo, ma c'è!) che le cose inizieranno ad andare per il verso giusto, un abbraccio
”
Gabriella “No comment… but keep calm
”
Edo “Speriamo finisca presto sta storia.
”
Penso a tutte le altre malattie che passano in secondo piano subendo ritardi e aggiungendo disagi ai disagi..
Altri due giorni prigioniera in casa e anche questa volta pensieri negativi mi assalgono dicendomi che ogni volta che sei onesta con lo Stato (enti e quant’altro, non ho nulla contro i dipendenti pubblici che sono anch’essi vittime del sistema) subisci sempre cose, mentre quando fai il furbo e aggiri norme e procedure vieni premiato. Italia?
Cerco di rilassarmi e respirare, scrivere sul blog allenta la tensione e allontana questi pensieri da me.

Nel pomeriggio, su suggerimento di un mio amico, chiamo la Guardia Medica. Mi risponde un’operatrice che mi fa un po’ di domande. Inizia a darmi del lui, poi mi accorgo che il tono di voce mi si è abbassato e torno alla normalità e lei mi da della signora, infine mi chiede cognome e nome e solo lì la mia disforia di genere parte a mille. L’operatrice torna a darmi del lui e non so perché mi sento una merda e che non è il caso di raccontarle la storia della mia vita. Mi dico che legalmente sono un maschio e devo sopportare per risolvere il problema.
Alcuni minuti dopo mi chiama la Guardia Medica che si dice stupita di quello che mi è successo, ma che è solo l’ATS Bergamo che può intervenire con un nuovo appuntamento. Mi dice anche di provare ad andare al drive-in a Treviglio cercando di convincere il medico a farmi il tampone. Altrimenti, secondo lei, dovrò telefonare all’ATS Bergamo per un nuovo appuntamento.
Sempre più assurda questa cosa dello scarica barile tra tutti i soggetti coinvolti.
Anonimo “Si tratta di ignoranza, superficialità e pressappochismo. Sarebbe il caso di smettere di dar retta a certi inetti.
“
Lunedì il piano è di andare alle 8:00 al drive-in a Treviglio, sperando che non ci sia troppa gente in fila perché tutti i tamponi della scuola li fanno lì. Se non riuscirò nell’intento andrò a Bergamo cercando di fare la stessa cosa e se anche questo fallirà solo allora telefonerò all’ATS Bergamo cercando di avere un nuovo appuntamento che chissà dove e quando lo prenderanno.
Questa impotenza di fronte alla burocrazia impazzita mi smuove alcune cose dentro che è meglio che rimangano quiete e che non sento mie. Mi ripeto che sono una persona onesta e positiva, ma questi stanno facendo di tutto per tirarmi fuori “la scimmia” da dentro. (PS: la scimmia è la parte selvaggia dentro di noi, quella incontrollabile e violenta che spesso in alcuni soggetti si sfoga allo stadio e alle manifestazioni).