Dopo pranzo sono partita in direzione Milano per andare per la terza volta in tre giorni nella stessa zona di Milano. Assistito allo spettacolo scritto della mia amica Evita con la sua compagnia teatrale “Pasticcini e Fragole“, questa è la prima volta che il teatro può avere capienza piena ed era pieno.

Lo spettacolo si intitolava “Ultima ribalta, casa di riposo per artisti” e come si può immaginare dal titolo è stato divertente con tanti “vecchietti”, infermieri e medici.
Oggi eravamo in cinque e si sono aggregate due sorelle, di cui una è una collega di lavoro di Silvia. Mentre aspettavamo che il teatro si riempisse abbiamo visto un paio di volte un infermiera passare nella sala per andare alla cassa e vista l’età media del pubblico molto alta, abbiamo pensato che fosse un infermiera vera. Cavoli, in questo teatro hanno pure un servizio di pronto soccorso! Invece era una delle attrici.

Lo spettacolo è stato molto bello e veramente divertente con una serie di battute non scontate. C’era anche una sotto trama di una persona in sedia rotelle che si muoveva fatica e non parlava. Ho impiegato un po’ a capire che era la mia amica e la regista, perché si era truccata veramente molto bene. Sono anche andata per esclusione quando ormai tutti i personaggi erano in scena.
E’ stata anche per metà spettacolo seduta sulla sedia a rotelle rivolta a un muro, che nella finzione era una porta sul giardino, “perdendosi” lo spettacolo. Poi ho pensato che essendo la regista si sarà comunque divertita a ascoltare quello che succedeva.
Nel finale c’è stato momento triste quando è stata raccontata la morte di questa anziana signora e quindi in scena c’era solo la figlia e la sedia rotelle vuota. Momento toccante molto difficile da inserire in una storia completamente piena di battute.
La trama era che uno dei pensionandi era un ex lavorare di CInecittà e per anni inviava lettere tramite suo figlio. Si scopre che in realtà il figlio, pensando ai vaneggiamenti del padre anziano, non le aveva mai spedite senza dirlo. Questa volta la trascrive in e-mail, la invia e sorpresa: a Cinecittà piace e vogliono farci un film. Da qui tutta una serie di gag tra i personaggi, tutti ex di grandi fasti della loro giovinezza che parteciperanno al film.
Tra i protagonisti mi ha fatto morire dal ridere “il cieco” con una serie di battute ironiche di ottimo gusto, il protagonista con le battute in milanese, quello sul deambulatore che si muoveva strisciando i piedi e la siciliana di una dinastia circense.
Erano rappresentati un po’ tutti i generi dello spettacolo con una caratterizzazione nazionale. Infine infermiera, dottore e fisioterapista in divertenti gag, quando quei tre sono insieme sono fantastici.

Come sorpresa, ma la mia amica essendo stata anche lei una Drag Queen, c’erano anche due personaggi drag. Terminato lo spettacolo come di consueto, gli attori sono usciti all’aperto incontrando il pubblico. Una delle nuove amiche voleva fare una fotografia con le Drag queen, era un po’ timida chiederlo. Dato che anche io sono stata una Drag Queen (https://blog.simiula.com/blog/2020/01/10/larca-delle-ninas/) ho scoperto che queste due mi conoscevano, nonostante non avessi parrucche e avevo la mascherina. La fama di “Paprika Le Bon” è ormai alle stelle! Quindi dopo che si è fatta lei fare la fotografia ne ho chiesta una io.

Ovviamente è saltato fuori il mio passato recente e cosa strana le sorelle nuove amiche hanno iniziato usare in parte il maschile verso di me.
Siamo andati a cena al “Cacao” dove si mangia bene e si spende poco, con 12 € cocktail e cena, con lasagne, melanzane, pollo.
Nel locale però c’era parecchio rumore e per come era messo il tavolo, siamo rimaste io e una delle due sorelle (Silvana) poste una fronte all’altra. Ho cercato di spiegarle questa cosa del mio passato come drag queen e ho tirato fuori che sono una donna trans. Con le numerose domande che mi ha fatto, a fine serata ho fatto una specie di riassunto della mia vita precedente e soprattutto gli ultimi due anni.

Anche qui ogni tanto parlando delle drag queen o del passato ogni tanto le scappava la grammatica al maschile. Nonostante questa grammatica involontaria, ad un certo punto mi ha detto che mi guardava ed ero del tutto femminile. Quando ci siamo incontrate fuori dal teatro non aveva minimamente immaginato questa cosa.
Anche lei ha voluto sapere molto di più di Gerardo e dei motivi che mi hanno portato ad essere Bianca, non ultimo la scelta del nome. (https://blog.simiula.com/blog/2021/01/02/limportanza-di-chiamarsi-bianca/)
La cosa buffa è che quando le ho mostrato una delle migliori fotografie del mio passato, le ho detto che “era un tizio che conoscevo
” e lei mi ha chiesto “ma eri innamorata di lui?
”, no guarda che ero io! Allora ha zoomato sulla fotografia e ha guardato poi me vedendo sgranando gli occhi. Oggi sono una persona completamente diversa. Ha notato comunque che nel mio sguardo del passato c’era come un’ombra, la barriera che mettevo inconsciamente. E quelle erano delle mie fotografie migliori in Trentino in cima una montagna ed ero felice!

Abbiamo parlato anche di uomini e le ho detto che comunque mi piacciono ancora alcune donne, però che hanno una qualche componente maschile come il carattere, essere una maschiaccio, etc.. Abbiamo concordato che entrambe ci piacciono di più gli uomini pelati degli altri e che quelli sotto i quarant’anni ci sembrano dei ragazzini, mentre quelli sorpa i cinquanta spesso si sono “lasciati andare” e sono inguardabili. In questa fase ho scoperto che anche lei ha quasi la mia età.
Ogni tanto interveniva Silvia che era divisa tra noi e gli altri due, e mi è spiaciuto non poterle parlare più a lungo. Quando salta fuori questa cosa che sono una donna trans monopolizza la conversazione sull’argomento. Non che mi pesi raccontarmi, ma a volte se sono a cena fuori mi piace parlare di tutto e conoscere le altre persone e non solo “farmi conoscere”.
Silvia ci dice che ora di lasciare il tavolo perché sono le 20:30 e c’è un’altra prenotazione. L’altra sorella (Paola) si rammarica che non abbiamo potuto parlare insieme, ma abbiamo trovato molti punti in comune per cui organizzeremo senz’altro qualche altro incontro e magari una camminata e trekking.