L’articolo tratta due eventi in apparenza diversi tra loro, ma che curiosamente avevano delle similitudini.
Alle ore 17:00 di Sabato 16, ero andata alla seconda lezione di DYP “Danzare tra Yoga e Pilates“. Ero proprio curiosa delle cose che avremmo fatto oggi. Alla lezione eravamo in cinque e le due insegnanti Silvia e Francesca. Sono andata senza parrucca e in mattinata avevo cercato di fare alcune onde ai capelli, ma già a quest’ora non ci sono quasi più. Mi chiedo sempre che aspetto ho dopo tutte queste ore, vista dall’esterno. Dopo circa mezz’ora ho provato a dare una sbirciata veloce allo specchio posto in fondo alla parete e ho visto un volto al femminile che mi guardava… Più tardi ho riprovato e non è stata lo stesso, probabilmente in base alle cose che sto facendo e lo sforzo fisico cambiano come mi mostro all’esterno. La lezione è stata abbastanza impegnativa e ho scoperto che la versione Yoga di alcuni esercizi è molto più bella per via dei movimenti fluidi da compiere, e che non tutti sono alla mia portata. Le ragazze più giovani sono armoniose e fluide, mentre io e un’altra, in età simile alla mia, abbiamo qualche difficoltà. Almeno non è per il fisico e l’ossatura.
Ad un certo punto ho sentito un buco nello stomaco. Di solito ho un po’ di fame quando termina la lezione. Ho scoperto che abbiamo fatto due ore e mezza di movimenti ed esercizi, ecco perché avevo fame. Sono ben le 19:30 di sera. Dopo una piccola pausa ci siamo dedicate alla danza basata sui movimenti appresi in precedenza. La lezione era basata sul primo e secondo chakra (Muladhara, Svadhishthana), che sono la terra e la fluidità dell’acqua, gli esercizi sono da fare a terra e quindi anche la danza. È stata una cosa particolare anche perché l’abbiamo fatta ad occhi chiusi ed eravamo sdraiate. Abbiamo dovuto usare solo le anche e le gambe, ogni tanto un pochino le mani. Il tutto senza muovere il tronco, quindi facendo delle torsioni. Dopo alcuni minuti sono riuscita inventarmi tutta una serie di movimenti di danza a terra. Tra l’altro somiglia abbastanza al tipo di danza che è chiamata “modern” dove la parte a terra è prevalente, anche se lì è più ballo coreografico.
Le insegnanti ci hanno detto che eravamo bellissime da vedere, hanno anche fatto qualche ripresa video per loro uso interno. Sono curiosa e allo stesso tempo timorosa di vederle perché ho sempre paura di vedermi con movimenti poco femminili. Come finale le due insegnanti ha fatto loro l’esercizio a terra e noi siamo rimaste a guardarle. Anzi le mie colleghe perché io mi sono offerta volontaria per fare la ripresa video. Oltre che essere fluidissime anche a occhi chiusi, queste due hanno un’intesa incredibile e soprattutto quando ad un certo punto ci sono dirette verso il centro della stanza hanno eseguito dei movimenti simili e poi sono allontanate, il tutto senza scontrarsi.
Terminata la lezione alcune di noi sono uscite dal centro benessere e fatto a piedi ben otto metri per andare in un bar nella piazza antistante, dove abbiamo fatto un aperitivo all’aperto. Per fortuna ci sono delle copertine sulle sedie e il titolare sposta e accende un fungo da riscaldamento. Ordiniamo il cocktail da bere e poi il titolare arriva con vari piatti di stuzzichini sia di carne che di pesce. Io e Lucia, la titolare del centro benessere, sentendo che ci sono anche i pizzoccheri, abbiamo quelli da mangiare come prima cosa. Erano strepitosi e probabilmente i migliori che abbia mai mangiato, poi come ho scritto prima avevo molta fame.
Al corso ed anche alla cena c’era Ilaria, che a luglio in un’altra cena, mi aveva accennato al fatto che il fratello trans ora è una sorella. Volevo chiedere come andava, ma tre i vari discorsi non mi è sembrato il caso di inserire anche questo. Magari il mese prossimo le chiederò ancora di raccontarmi qualcosa.
Nonostante i dubbi che avevo all’inizio mi sono divertita anche per la cena tranne un momento dove hanno parlato di argomenti distanti da me, per cui non avevo niente da dire e ho solo ascoltato. Il resto della serata è andato tutto splendidamente. Qualcuno ha anche proposto di fare una serata in una discoteca, ora che hanno riaperto. La cosa mi può interessare, sia per il divertimento sia perché è una cosa che “al femminile” non ho ancora fatto.
Alle 22:30 saluto gli altri che rimangono lì ancora un po’, ma io domani mattina avrò la sveglia presto per fare uno degli ultimi tracking dell’anno, poi cambierà l’ora a fine mese e in montagna farà buio già alle quattro del pomeriggio!.
Cosa ha a che fare il DYP con il teatro? Hanno in comune il riscaldamento del fisico e occasionalmente fare esercizi e interpretazioni al suolo.
Dopo il lavoro mi sono messa i vestiti comodi, ho mangiato una piadina fatta in casa e sono andata alla terza lezione del corso di teatro al SATS. Oggi è arrivato anche il messaggio con i costi del corso che sono in linea con quelli di altri corsi similari (non solo teatrali) di poco meno di 500€ per 7 mesi di lezioni.
Arrivata a Treviglio ho parcheggiato vicino alla scuola e solo dopo che sono entrata mi ero accorta di aver dimenticato la borraccia dell’acqua, meno male che qui c’erano dei bicchieri di carta e acqua in bottiglia. In futuro dovrò ricordarmi di portarla, forse ora che l’ho scritta mi rimarrà il memo in testa.
Entrata vedo che c’è solo Max, il titolare, che mi chiede un parere di come sta andando il corso. Mi piace molto, il locale è bello e aiuta non poco, forse siamo in troppi e gli dico le mie esperienze passate con gente che poi non veniva alle prove mettendo in crisi le prove degli altri. Mi risponde che secondo lui siamo tutto molto motivati, però se qualcuno si comporterà così gli verrà data una parte minore in modo da non rovinare prove e spettacolo con le sue assenze. Infine mi confida che con Marta, l’altra insegnante hanno deciso che il copione dello spettacolo che andremo a preparare è basato su Aristofane. Chi era? Mai sentito prima e non so andare a leggere la sua storia e che commedie ha scritto. Forse è meglio che mantenga l’effetto sorpresa e rimanga ignorante.
Gli altri partecipanti sono arrivati alla spicciolata entro venti minuti, nell’attesa abbiamo ballato e fatto del movimento leggero finché arrivati ad essere in cinque, Max prende i cerchi da Hula Hoop e proviamo a “fare qualche giro”. Avendo notato la mia assoluta conoscenza dell’aggeggio, Max mi ha spiegato come tenerlo, come lanciarlo e quali movimenti fare. In breve sono riuscita a fargli fare tre giri…per poi vederlo cadere. Alcune volte, tra lo stupore di tutti, mi è salito sopra la testa.
Quando eravamo arrivati a un numero decente, la metà degli iscritti, abbiamo fatto degli esercizi di riscaldamento sfregando con le mani il corpo, partendo dalla testa e scendendo. Quindi abbiamo fatto un esercizio di movimento al pavimento utilizzando solo le anche e le gambe.
Proprio la stessa cosa di quello che ho fatto sabato alla lezione di DYP. Due cose uguali a distanza di pochi giorni, mi fa pensare che le cose non accadono mai per caso.
Quindi ci siamo alzati e abbiamo fatto alcuni esercizi sul ritmo, battendo il tempo con una gamba e ognuno faceva a tempo un suono oppure un rumore accompagnato da un gesto. Max ha detto che era “la macchina infernale”. Ogni tanto ci faceva fermare, ripartire, interrompere il gesto e ripartire. Dovevamo cercare di riprendere la sincronia con gli altri e con il tempo di battuta che avevamo all’inizio. Tutto interessante e mi ha aiutata con il ritmo.
L’esercizio seguente è stato sulla voce e ho avuto timore per via della mia “nuova voce” al femminile che non sempre è a posto come vorrei e soprattutto non so quanto può reggere senza sforzarmi. Sempre sul ritmo, questa volta eravamo in gruppi di tre che producevano un suono musicale. Io sono finita con il gruppo donne e dovevamo fare un “da ba da ba, daaan” con tono al femminile. Quando ho fatto il primo non sapevo nemmeno io cosa mi sarebbe uscito dalla voce, ma con mia sorpresa insieme ad Alda si sentiva un coretto jazz al femminile, mentre la terza, Giulia, ha fatto finta di cantare Sono anche riuscita a ripetere il motivetto per circa cinque minuti, mantenendolo a buon livello. Chi mi conosce non sarà sorpreso di questo mio “riuscire a fare qualsiasi cosa”, forse ci si dimentica che ho oltre un anno di allenamento sulla voce alle spalle e meno male che ora ci sono dei risultati.
Poi abbiamo fatto un esercizio che mi è piaciuto molto ed era fatto coppie. Io l’ho fatto con Max perché gli studenti stasera eravamo dispari. Uno dei due era il suggeritore che leggeva un pezzo di frase interpretandola e facendo tanto movimento del corpo. Quindi l’altra persona, dopo aver ascoltato, doveva ripetere movimenti e testo con le varie tonalità che aveva sentito. Max è bravissimo e mi ha incitato a più movimento (mio tallone di achille) e osare di più con la voce. Ho imparato molto sul movimento esagerato del corpo per evidenziare determinate cose e forse ho anche creato una voce più potente senza ricadere nelle tonalità maschili.
L’ultimo esercizio è stato di scegliere un pezzettino di un libro che ci siamo portati da casa. Abbiamo dovuto leggere una frase stando stazionando davanti ad una persona, come se leggessi per lei, e terminata spostarsi su un’altra persona più distante per continuare la lettura. Nel periodo della camminata era da tenere il silenzio perché dovevamo imparare “la potenza delle pause”.
Di questo breve testo ognuno ha poi scelto una frase. Abbiamo cercato di metterle in fila cercando di dare un senso, ma erano libri diversi ed era impossibile. Abbiamo comunque cercato di fare in modo sembrassero collegate. Dopo aver provato un paio di volte a leggerle ognuno il suo pezzetto secondo l’ordine, abbiamo cercato di creare un inizio di uno spettacolo teatrale in un contesto assurdo con un testo senza ne capo ne coda.
Abbiamo fatto l’ingresso in scena molto lentamente, tutti da un lato, posizionandoci a riempire “il palco”, infine il primo lettore è arrivato per ultimo. Max a questo punto si è inventato queste due cose geniali: quando il primo ha iniziato a parlare noi dovevamo guardarci tra di noi e arretrare leggermente come per dire “ma che cosa sta dicendo?”. Poi quando iniziava la seconda persona a leggere, lo indicavamo tutti con il dito teso (una delle parole della prima frase citava un dito) facendo un mezzo passo indietro. Qualcuno ha detto che “lo spettacolo spaccava”. In effetti ci è sembrato che fossimo davvero a teatro con qualcosa di vero.
Facendo gli esercizi teatrali mi sono venute molte idee interessanti per lo spettacolo di Paprika che sto scrivendo, ero ferma e avevo bisogno di nuovi stimoli. Anche se la tentazioni di mettermi lì e scrivere è forte, ho deciso che la trama e le battute le scriverò mano mano che imparerò cose nuove con le esperienze che sto’ facendo. Avrà un senso e forse una profondità che rivela che è stato vissuto.
Il parlare di fronte a persone e oggetti e spostarsi alla successiva, giocare con voci pre-registrate che arrivano da non si sa dove, inserire qualcosa di simbolico e assurdo.
Mi anche venuta l’idea di scriverlo prima come romanzo e poi adattarlo al teatro, oppure viceversa?
Il titolo provvisorio è “Paprika Dog nella casa infestata, una Drag Queen Story.“
Inoltre in questi giorni ho risolto il problema dell’inizio della storia dello spettacolo perché era poco teatrale e richiedeva degli effetti scenici particolari, magari non presenti in tutti i teatri dove poterlo rappresentare. Ora dovrò scrivere l’introduzione che anziché far vedere nello spazio gli stivaletti da Drag Queen che fluttuano e vengono recuperati da un’astronauta, ci sarà la domestica che mentre fa le pulizie, ad un tratto giunge di fronte al tavolino, dove ci sono gli stivaletti e racconterà al pubblico la storia del ritrovamento degli stessi nello spazio. Risparmio sulla tuta spaziale e i cambi di scena troppo rapidi.
In pochi giorni ho fatto due attività che mi hanno arricchita in tutti i sensi e modi. Ho una leggera stanchezza e spero dipenda dal clima autunnale con i primi freddi. Quando sono in un ambiente a fare qualcosa però mi passa tutto e solo dopo crollo, come stasera che ho scritto il pezzo…buonanotte.