Oggi è il primo giorno di lavoro “in presenza” dopo 15 mesi e anche il primo dove sarò al femminile per tutto il tempo, oltre che il primo a prendere il treno nell’orario del pendolari. L’ultima volta che abbiamo fatto “in presenza” ho lavorato due ore e poi abbiamo liberato le scrivanie andando a pranzo. Uno dei due titolari quella volta non c’era e oggi mi vedrà dal vivo per la prima volta. Mi segue su Facebook e nelle riunioni sul web, ma non è la stessa cosa.
Ieri sera ho preparato tutto e scelto due tipi di abbigliamento. Stamani in base al meteo ho deciso per quello più elegante, anche perché staremo al chiuso con l’aria condizionata e quindi i collant ci stanno. Ieri al Niguarda verso mezzogiorno ha fatto un caldo pazzesco fuori stagione e ho avuto problemi. Comunque oggi mi porto anche una maglietta di ricambio.
Sulle scale di casa incrocio Carmina, la vicina delle torte, che mi dice “wow” guardando come sono vestita. Al cancello incontriamo anche Antonella che sta portando a spasso il cagnolino e anche lei sgrana gli occhi. In effetti non mi hanno mai vista così elegante e truccata per bene.
Arrivata a Treviglio trovo un parcheggio molto vicino alla stazione. Bene la giornata inizia con la fortuna dalla mia. Faccio colazione al bar “Binario zero” e ci sono le ragazze del bar che scherzano tra loro. Dico loro che mi sono mancate, la bionda risponde che è anche il loro primo giorno tornate a lavorare insieme. Stiamo davvero tornando alla normalità?
L’app di Trenord ieri sera non mi ha permesso l’acquisto dei biglietti (manutenzione) , ma stamattina è andata per fortuna, così evito la fila in biglietteria. I treni sono già in ritardo di 10 minuti e sì! Stiamo tornando alla normalità.
Sulla banchina mentre attendo mi ignorano tutti, quindi l’abbigliamento non è troppo elegante come temevo. Quando arriva il treno ovviamente non trovo posto a sedere, alla faccia del distanziamento. Riesco a sedermi solo a Milano Lambrate perché scendono quasi tutti. Mi siedo e tolgo il giubbino perché dentro la carrozza fa molto caldo, nonostante sento il rumore di una specie di condizionatore d’aria.
Proprio la normalità del prima.
Ora sono in stazione centrale all’ora in cui sarei dovuta arrivare con il treno seguente! Si inizia la giornata di lavoro e sono leggermente emozionata!
Emozione che svanisce perché i titolari sono in ritardo e con la mia collega Chiara rimaniamo fuori ad aspettare per un’ora. Proviamo a invano a chiedere alla reception se ci fanno accedere alla sala. Poi un nostro collega entra e non riescono a fermarlo in tempo che lui è già in ascensore, così fanno accedere anche noi impietosite.
La giornata è trascorsa bene e non mi sono mai sentita fuori posto. Scherzando mi sono presentata a coloro che mi vedevano dal vivo per la prima volta “Piacere sono Bianca“. Sono rimasta concentrata sul lavoro e ho risolto facilmente un problema che ieri mi aveva fatto penare, forse l’ambiente ha aiutato.
Nella pausa pranzo siamo andati alla Stazione Centrale, dove hanno aperto una nuova parte enorme piena di ristoranti e tavoli in comune (ti siedi dove vuoi). Io mi sono presa un hamburger di Chianina, come quantità non era male per i 10€ spesi e conteneva forse due etti di carne. Gli altri hanno preso vari tipi di carne da Bastianich che un po’ più caro.
Nel pomeriggio a parte la digestione dopo pranzo abbiamo fatto una riunione che è stata produttiva.
Alle ore 18:00 la sala andava liberata e siamo usciti, io per prendere in tempo il treno.
Il make-up ha retto (meno male perché oggi non mi mai sono guardata allo specchio senza mascherina). Non ha fatto così caldo, tranne i dieci minuti trascorsi dentro la libreria LaFeltrinelli mentre attendevo il treno. Lì dentro ho sentito i collant scottare.
Il resto dell’abbigliamento è stato adeguato e dentro il co-working Copernico c’era di tutto e alcune donne giovani anche con abiti un poco sexy.
Ora sono seduta sul treno e per nulla stanca della giornata nonostante sono in piedi dalle sei e mezzo.
In treno nel vagone prima di dove sono salita c’era tutto bagnato perché perdeva qualcosa nell’aria condizionata. Dove mi sono seduta a un certo punto nella parte centrale c’era un rivolo d’acqua. Di fronte a me sull’altra fila di sedili c’era un signora e ci siamo guardate. Lei ha risposto “speriamo sia davvero acqua del condizionamento“…e non quella del bagno.
Siccome dal mio lato il finestrino era coperto da un brutto graffito ho osservato chi c’era dall’altro lato oltre la signora. Ho notato nelle donne una serie di cose che le rendeva tutte simili e diverse. Capelli acconciati in modo fantasioso, le sopracciglia come le mie, le braccia scoperte con varia bigiotteria. Poi mi sono guardata nel finestrino e ho pensato “Bene, sono anche io così!“.
Il resto del viaggio è senza storia e arrivata a casa ho avuto addosso la stanchezza e tanta fame. Ecco anche questo era nella normalità del prima del virus.