È qualche giorno che non mi sento a posto. La vacanza con il “grande trekking” dove in sei giorni abbiamo camminato per 120 chilometri (circa sette ore al giorno) ha tirato fuori la mia parte maschile, inoltre prima di partire avevo preso due chili e in Germania ho mangiato male e bevuto troppa birra, che costa meno dell’acqua. L’impressione era di avere un fisico più maschile, movimenti meno aggraziati, spalle troppo grandi: insomma una regressione.
Oggi sono andata a fare un giro in un centro commerciale e ho provato alcuni abiti in saldo. Nel camerino mi vedevo grossa, spalle enormi e l’effetto di guardare allo specchio un travestito. Quegli abiti mi ingrossavano ancora di più. Inoltre non mi sentivo a mio agio. In questi giorni di riposo ho fatto brevi camminate e la gente mi guarda, cosa che non era più accaduta da un anno. Sto cercando di riprendermi e tornare a essere la Bianca recente e non sembra sia così facile.
Ho avuto poche interazioni con negozianti e quindi non so che impressione farei in una conversazione. Sono tentata a indossare la parrucca, ma mi sono data un termine entro il quale cercherò di essere me stessa senza camuffamenti. Non credo che riuscirò ad abbandonare il mio toupet tanto presto.
Dopo pranzo ho parlato al telefono con Graziano e la sera con Elena F., conversazioni belle che mi aiutano non poco con la loro amicizia (Graziano da 40 anni, Elena solo da 3 mesi ma mi sembra una vita). Con Elena ridiamo insieme sulle mie “disavventure tedesche” con molta auto ironia. Però non so quanto ero Gerardo, Iula oppure Bianca in questi momenti telefonici. Graziano mi vede come il suo amico di scuola ora donna, Elena non ha riferimenti sul mio passato. Riguardando le foto recenti, prima del trekking, mi vedo meno femminile e non così figa come ricordavo. Forse il ripensarmi mi aiuterà nella prossima fase della transizione.
Ho iniziato una dieta per perdere peso (pochi carboidrati e niente carne), ma è difficile con il caldo. Quando mi guardo allo specchio, soprattutto di profilo, mi vedo troppo al maschile. Oggi ho fatto un’ora di camminata alle 7:00 del mattino con il fresco.
La sera non avendo voglia di rimanere in casa sono andata al cinema, da sola, tutti in ferie. Non c’era molto tra cui scegliere. Ho visto “Suicide Squad 2” che mi avevano detto che non è male, inoltre se ho la regressione è un film “per Gerardo”, azione, spari, donne formose e sexy. Il film non mi è piaciuto perché è volutamente troppo assurdo e questa è stata una cosa buona. Poi l’altra sera è uscito su Amazon Prime il quarto film della serie di cartoni giapponesi (anime) “Neon Genesis Evangelion” atteso da cinque anni, ma dopo averne visto venti minuti mi è venuto a noia. Il dover ritrovare Bianca guardando questi film mi è servito come paragone, se non mi piacciono più significa che il mio lato “maschilista” sta sparendo (azione, forza, chi l’ha più lungo).
Sono cambiata e mi piace molto di più leggere un libro la sera, anche se per poche pagine alla volta causa stanchezza della vista.
Da qualche mese ho anche questa cosa di “nausea da computer”, mi stanco subito e con la pressione bassa faccio fatica a tenere la concentrazione. Per il lavoro riesco a fare una tirata fino a un’ora e poi mi devo fermare alcuni minuti. Ho anche pensato che siano gli occhiali da cambiare, ma non sembra sia quello. Quando devo usare il mio amato MacBook Pro 2012, che funziona ancora bene, ho comunque difficoltà, come se mi ricordasse continuamente il mio passato maschile. Per il diario faccio la dettatura con riconoscimento vocale al telefono quando sono in giro, poi dal computer lo correggo e lo pubblico nel blog perché mi viene difficile scriverlo al PC.
Oggi non avevo voglia di uscire a camminare sul presto, ma poi vedendo che c’è rimasta dell’aria fresca per il temporale dell’altro ieri mi sono decisa. Anziché fare la solita camminata in paese e campagna andrò in un paese vicino per una lunga camminata lungo il Naviglio Martesana. Mentre tiro fuori l’auto dal garage giunge una coppia di vicini del palazzo laterale e rimaniamo a parlare mezz’ora delle mie e delle loro vacanze. Sono una coppia di persone allegre e pronte alla battuta. In quel momento non ero ancora la Bianca che ero, ma ci sono andata vicino. La moglie ha avuto un cambio grammaticale molto rapido quando ha iniziato con un “lui” subito corretto in “lei”.
Arrivata a Vaprio d’Adda parcheggio e sono indecisa se fare una seconda colazione visto che c’è un bar molto invitante. Ho un inizio di ritrosia sul mio aspetto e soprattutto per i capelli che non ne vogliono sapere di stare a posto. Decido di fregarmene ed entro. Mentre ordino un signore anziano in fondo al bancone mi lancia un’occhiata. Lo hanno sempre fatto e non ci facevo caso, oppure quando avevo la parrucca vedendo “una donna” non tiravano occhiate? Oppure, come è successo all’inizio della transizione “sentono” i miei timori? Dopo aver consumato la colazione vado a pagare le bariste dietro il bancone non mi degnano di uno sguardo, finalmente arriva colei preposta alla cassa, ma anche per lei sono una cliente qualsiasi.
Mi dirigo nella via dove c’è il naviglio e inizio la mia camminata alla ricerca di Bianca. Dopo alcuni minuti decido di mettere le cuffie e ascoltare musica. Durante il percorso di sette chilometri mi vengono e vanno tantissimi pensieri. Uno di questi è che avevo smesso di “fare cose” per la mia transizione, andavo avanti per inerzia attendendo che ormoni e le pratiche all’ospedale Niguarda avessero effetto con tempi troppo lunghi. Non ho più sperimentato prodotti, a parte la gestione dei capelli, non ho cercato informazioni utili sulla transizione. E’ tanto che non faccio più l’allenamento per la voce femminile. Forse questa regressione sarà davvero utile per rimettermi in carreggiata e procedere nella transizione in nuovi modi.
Una volta che mi sono chiarita le idee, osservo un paio di donne che incrocio e mi rendo conto che il mio muovere le braccia è troppo rapido, tipico dei maschi. Cercherò di avere una camminata più lenta e con le braccia che ondeggiano meno di frequente che è una cosa molto difficile da realizzare perché tendo a riprendere movimento e postura maschili. In un’ora però riesco ad avere un’idea del movimento e farlo in maniera naturale e automatica.
Arrivata a casa mi sono fatta uno scrub con massaggio tramite dei guanti ruvidi, quindi doccia con shampoo, balsamo e “doma ricci”, creme varie e infine maschera viso e piedi. Quest’ultima cosa non la facevo da mesi e mi ha fatto stare molto meglio. Senza la parrucca tendo ad avere un viso più triste e musone, mentre quando la indosso mi si rilassano i lineamenti e sorrido spesso. Questo si vede anche se indosso la mascherina anti-Covid, almeno sembra che la gente se ne accorga.
Nel pomeriggio arriva il corriere a consegnare il fondotinta speciale. Scendo indossando solo prendisole e mascherina. Il corriere mi dice “ecco qui signora
“. L’abito estremamente femminile, anche se ho ancora i polpacci da trekking, aiuta nell’identificarmi come donna anche se il resto non è esattamente a buon punto. I capelli li ho leggermente domati e forse anche questo ha aiutato. Dai Bianca che stai tornando un pezzo alla volta. Tra poco vado dal medico di base per prescrivere l’Aldactone e una visita di controllo da fare a Novembre.
Per andare dal medico ho indossato un vestito lungo nonostante il caldo. Ho messo anche i sandali con la zeppa, due cose che non mettevo da mesi per via del caldo. L’idea era di bere un caffè al bar e poi andare dal medico, ma i bar erano tutti chiusi oggi pomeriggio. Vado allo studio e attendo. Nella sala di attesa fa molto caldo e con la mascherina non si respira. Entra una signora con serie difficoltà a camminare, ondeggia e mette i piedi in un modo strano, mi dice qualcosa parlando molto in fretta che non ho capito. Poi gli chiedo se sa quale è l’ambulatorio che cerca, quindi ha iniziato a parlare e stavolta ho compreso cosa diceva, ha iniziato a raccontarmi dei suoi malanni. Purtroppo dopo qualche minuto ho terminato gli argomenti, segno Bianca stava tornando, ma non c’era ancora completamente. Potrei parlare per ore con degli estranei senza andare su nulla di concreto. Finalmente la paziente prima di me esce ed è il mio turno. C’è una dottoressa stavolta. Le faccio vedere la scatola della pillole e le chiedo di compilarmi le due ricette per andare avanti un altro mese e mezzo. Poi le faccio fare anche la richiesta di una visita che farò a novembre per controllare il testosterone, infine le parlo di quella cosa riguardo mia pressione bassa. Lei capisce subito che il problema è l’Aldactone, a differenza degli altri medici e del mio endocrinologo. Mi consiglia soprattutto di mangiare la liquirizia e di provare a dimezzare la dose, dopo avermi richiesto “Ma lo deve prendere per forza?
” . Altrimenti gli ormoni hanno poco effetto e il seno smette di crescermi.
Penso che nei prossimi giorni guarderò al mattino le previsioni meteo e in base al caldo previsto cercare di prendere solo mezza pillola. Domani provo a tagliarla per vedere se si riesce (sì, ma con il coltello super affilato giapponese per fette piccole).
Sono andata in farmacia a ritirare le confezioni e poi sono tornata a casa. Il gran caldo che ho preso nello studio mi ha steso! Ho fatto merenda bevendo un integratore e mangiando della frutta, poi mi sono sdraiata a dormire per un po’, avrei voluto uscire per andare da qualche parte ma ero proprio molto fiacca. Per cena mi è venuta la voglia di prendere una pizza e poco dopo le diciannove sono andata dall’asporto egiziano che fa un’ottima pizza. Ho preso quella ai gamberetti. “Signora, senza altro?
” ha chiesto l’egiziano. In questi giorni cerco di fare un detox della carne, ma c’è qualcosa ancora di Gerardo che da dentro chiede di mangiare carne. Arrivata a casa mangio la pizza e quando sono a metà comincio a sentirmi piena, non so perché però la mangio tutta, Gerardo era ancora in agguato, e poi mi sento la pancia molto gonfia.
Mentre mangiavo la pizza ho guardato l’ultima mezz’ora del film “Downtown Abbey”, gran finale di una serie TV che non ho visto, che parla di una magione inglese ai primi del ‘900 con tanto di camerieri, conti, duchi e la visita del re. Il finale mi ha emozionato, quando alcuni dei segreti vengono rivelati e alcuni amori si risolvono. Durante i titoli di coda inizio commuovermi e poi mi metto a piangere di brutto. Non so perché sto’ piangendo, ma mi fa sentire veramente bene. Triste e felice insieme. Ho l’istinto di guardarmi un attimo allo specchio e vedo Bianca che piange con uno sguardo felice. Erano mesi che non mi succedeva più di piangere guardando un film oppure leggendo il finale di un libro.
Esco per una breve passeggiata in paese e persa nei pensieri mi rendo conto che la mia parte femminile non riesce più da tempo a mangiare una pizza intera e la cosa mi ha fatto molto piacere perché significa che sto’ tornando in me. Durante la passeggiata mi è tornata anche la sensazione di leggerezza di testa, pensieri fluidi, calmi e il sentirmi a mio agio.
Bianca sta tornando!
Il giorno dopo esco per fare un giro in bici lungo il fiume Adda. Mi preparo in abiti da ciclista e via. Al principio mi sento bene e energica. Ho indossato la maglietta comprata da poco, purtroppo quelle con delle belle sfumature e colori pazzeschi costano un botto, così ho optato giusto per la sagoma femminile stretta in vita.
Dopo soli dieci chilometri accuso un affaticamento anormale, mi rendo conto che non ho preso la liquirizia e forse la pressione è scesa sotto i 100 così decido di rientrare, ma con calma. Oggi avrò fatto solo trenta chilometri per due ore di pedalata che non sono poche.
Arrivata a casa dormo, mangio il pranzo con una cotoletta vegetale che non dovrebbe nemmeno chiamarsi così. Dopo un’altro riposino vado in un centro commerciale a “passare il tempo” e prendere del fresco “condizionato”. Decido di osare con un abitino che non indosso da un anno. Allo specchio mi sembra che sia troppo corto, ma sono diventata così “donna non più giovane“? Ho anche un po’ di polpacci da trekking, ma sono la metà rispetto allo scorso anno. Infine al sole l’abitino tiene troppo caldo, ma all’interno va bene. Decido di portarmi un cambio in auto con maglietta e leggins. Ho bisogno di capire questa cosa degli altri che mi osservano. Mi sento femminile, ma troppo vistosa rispetto alla mia età.
Mentre tiro fuori l’auto dal garage mi arriva una notifica sul gruppo del corso di ceramica: il mio vaso è pronto (andava cotto al forno per un giorno). Decido per passare a ritirarlo e fare due chiacchiere con la tipa del corso. Chissà se noterà delle differenze in me rispetto a tre settimane fa. Nessuna, a parte che non si ricordava più quale fosse il mio vaso. Parliamo pochi minuti, mentre sta’ lavorando a limare un pezzo di non so cosa sia, mi chiede se ho messo il bigliettino del parcheggio. Cavoli, l’ho dimenticato proprio appena arrivata, persa nei miei pensieri. La saluto in fretta e esco mentre si ferma un auto della polizia locale e per fortuna l’agente va altrove. Salgo sull’auto e parto verso lo shopping.
La tipa al corso mi ha detto di dipingerlo usando colori acrilici e di fare una sfumatura. La prima sosta sarà in un negozio che vende di tutto e anche colori per disegno. Compro il bianco, rosso, arancione e giallo e già che ci sono dei pennelli da pochi euro. La cassiera ha una difficoltà e diciamo due battute mentre la risolve. “signora può attendere un attimo...
“. Poi vado a fare pipì e anche qui nessuna mi degna di uno sguardo, idem nei corridoi del centro commerciale. Giusto uno sguardo frettoloso e una volta che mi hanno identificato come donna mi ignorano. Mi sa che quella cosa della regressione è stata vera. Penso che negli ultimi mesi ho indossato troppi abiti unisex e avevo perso il bello di indossare abiti molto femminili.
Vado in un negozio che ha prodotti per parrucchieri a prezzi molto scontati e appena entro “signora, se le occorre qualcosa siamo qui
“. Le altre volte ho ignorato i prodotti per i capelli, ma ora finalmente posso usarli, anzi devo imparare a utilizzarli. Mentre cerco uno spray termo protettore per la piastra, vedo un’offerta di shampoo e maschera/balsamo con bottiglie da un litro a soli 9€ entrambi. Poi un kit per ridurre i capelli crespi con il 70% di sconto e infine un sanalabbra al gusto cioccolato, chissà come sarà?
Nel mio giro entro in altri negozi e approfittando dei saldi compro anche un pigiama, dei “funghetti” di make-up per fissare il fondotinta e varie piccole cose tra cui un vaso con un disegno carino. Lo shopping per una donna è meglio di qualsiasi cura.
Mi dirigo verso casa rincuorata che la regressione sembra passata.
Bentornata Bianca!
PS: so che parlando in terza persona sembro un po’ pazza e una tipa piena di sé, ma ho cercato di mettere giù in questa pagina del diario come se mi vedessi dall’esterno. Guardarsi dentro dal di fuori, quando si riesce, è davvero utile e permette di capire meglio quali sono le cose davvero importanti.