Ieri sono andata dal medico di base, per almeno un mese c’è un sostituto, gli ho raccontato che sono un donna trans e che sono mesi che ho dei cambi continui di pressione nel corso della giornata, ma che ultimamente sono più bassi dei miei valori, capita che mi sento fiacca, ogni tanto ho dei capogiri e difficoltà a rimanere concentrata sul lavoro. Ho scoperto che avere la pressione sistolica (quella con valore più alto) intorno a 110 rispetto ai 120 e la minima tra i 70/80 che più o meno come prima tranne alcuni momenti che scendo sotto il valore di 79. Il medico (e confermato da mie amiche) è comunque in un range accettabile. Peccato che quando sono così ho serie difficoltà a lavorare bene e ho momenti di estrema produttività ad altri quando è come se fossi all’interno di una bolla.
Dobbiamo capire meglio dove sta il problema, ormoni, cervicale, smart working? Allora mi ha fatto la ricetta per delle visite e degli esami. Tornata a casa ho telefonato al numero verde perché dal sito della regione Lombardia non si capiva niente non si riusciva a prenotare, inoltre sembra che siano spariti gli ospedali in provincia di Bergamo ed è impossibile prenotare presso di loro. Con l’operatore riesco a prendere gli appuntamenti e incredibile sono per il giorno dopo! Però dovrò farmi un po’ di chilometri in macchina.
Alle 8:30 a digiuno ho gli esami del sangue approfonditi, perché quelli dell’Avis non coprono tutto lo spettro per questo tipo di indagine. Inoltre faccio anche un esame delle urine. Questa mattina appena svegliata ho riempito mezza bottiglietta di plastica e me la sono portata dietro come emergenza se avessi avuto dei problemi. Invece devo dire quando è toccato andare in bagno non ho avuto problemi.
Terminate le analisi torno in auto e mi faccio mezz’ora di macchina per andare a Milano dove parcheggio e prendo la metropolitana. Nel frattempo mi scrive la parrucchiera avvisandomi che stasera ha di casini e non può finire tardi. Quindi mi ha spostato l’appuntamento a mercoledì, come avevo suggerito all’inizio, perché tornerò dal Niguarda per passare da lei subito dopo pranzo. La mia “prima volta” dalla parrucchiera viene rimandato per la seconda volta.
Arrivata al Fatebenefratelli scendo al piano interrato dove c’è l’accettazione e fa un caldo infernale. Attendo 25 minuti finché non arriva il mio turno. Rispetto all’ospedale di provincia dove in pochi minuti dall’ingresso ho pagato il ticket e fatto tutto, qui i tempi sono lunghi con un sacco di persone.
Recentemente ho scoperto che pagare online prima non ti evita la fila all’accettazione che deve comunque “accettarti”!. Mi dirigo alla stanza numero 12 come indicato nel foglietto e attendo, per fortuna dopo un paio di minuti esce un’infermiere da un’altra stanza e mi dice che oggi la sezione l’hanno spostata al numero 2. Avrei atteso invano e bucato l’appuntamento.
Arrivata al numero 2 per fortuna esce subito un’altra infermiera, mi chiede cosa devo fare poi controlla sul suo stampato e nonostante ci sia stampato “Gerardo Iula” mi dice che “signora lei è la prossima”. Dopo altri 10 minuti di attesa entro e mentre mi siedo alla scrivania, il medico legge ad alta voce “Gerardo Iula” e lo zittisco dicendo subito che sono una donna trans, perché è importante, soprattutto per via degli ormoni che prendo. Mi chiede conferma di alcuni dati per verificare che sia io (data di nascita e altre cose) e da lì in poi mi parla al femminile.
Dopo qualche domanda di rito sui farmaci che prendo chiede quando sono stata in ospedale l’ultima volta. Rispondo che non sono mai stata ricoverata in vita mia. Quindi procediamo all’elettrocardiogramma. Mi tolgo maglietta e reggiseno e mi sdraio sul lettino. Penso che è la seconda volta questa settimana che mostro le tette a qualcuno senza particolare imbarazzo anche se iniziano a essere grandi, mi sa che dovrò imparare a mettermi leggermente in imbarazzo in futuro.
L’infermiera è carinissima con me e ha fatto di tutto per farmi sentire a mio agio.
Purtroppo la stampante finisce la carta e l’infermiera ne mette di nuova, ma la stampante non ne vuole sapere di riprendere il suo lavoro. Mi viene la tentazione di fare loro assistenza, dopotutto ho 40 anni di esperienza nel settore, ma sono sdraiata sul lettino con attaccati i sensori e decido di continuare a fare la paziente donna, che non sa molto di tecnologia.
L’infermiera esce per chiamare una sua collega e nel frattempo il medico mi fa qualche domanda sulla transizione e se intendo operarmi al seno. In breve gli dico dei costi (10.000€ fatta privatamente) e i tempi con il pubblico tra giudice per cambio nome/genere e lista di attesa di almeno un anno.
Il cardiogramma risulta “regolare e perfetto”, ma già che ci siamo mi misurano la pressione che è 110/70. Corrisponde al valore che mi sono misurata in auto prima di prendere la metropolitana, il misura pressione da polso che avevo comprato su Amazon seppur non precisissimo (sbaglia del 3%) comunque è valido per misurare questi cambiamenti.
Poi ho fornito qualche informazione al medico che mi ha chiesto se mi “sentivo a posto” con questa terapia, gli ho accennato che prendo le dosi minime vista l’età e comunque hanno effetto. Infine mi ha chiesto della voce e lì la mia autostima è salita di molto. Ho raccontato della logopedia che è stata impegnativa (8 mesi), però mi ha cambiato la voce. Lui, curiosamente, mi ha chiesto se faccio fatica e mi sforzo a parlare con questa voce. Non ci avevo mai pensato, ma questa ormai è la mia nuova voce e non compio nessuno sforzo.
L’infermiera rientra con la collega anziana che in un minuto inserisce la carta correttamente, preme qualche tasto e fa ripartire la stampante. Mentre il mio cardiogramma esce l’infermiera fa i complimenti e l’abbraccia. Mi esce dalla bocca un commento “l’abbraccerei anche io se non fossi qui sdraiata!“, certe cose non mio sarebbero uscite nel mio sé maschile oppure l’avrei solo pensato. Comunque l’infermiera anziana ha demolito la teoria che le donne non ne capiscono di hardware e computer.
Mentre il medico compila il modulo con il referto, mi racconta due cose sulle pillole che prendo e una avrei voluto che me lo dicesse il mio medico del Niguarda! La pillola “Aldactone 100“, che abbassa il testosterone e che è anche un diuretico, fa anche sviluppare le mammelle. Quindi non sono solo gli ormoni a fare effetto dopo alcuni mesi, ma è l’altra pillola che sta facendo l’effetto maggiore. E pensare che mi sembrava poco utile.
Questa pillola anti androgina tende anche ad abbassarmi la pressione e quindi è quella piccola la colpevole e non sono gli ormoni, su questo almeno l’endocrinologo del Niguarda aveva ragione rispondendo per e-mail con la lapidaria frase “Non pertinente
“.
Poi ho aggiunto che bevo quasi 3 litri di acqua al giorno (ritenzione idrica degli ormoni) e mi a detto di non esagerare, quindi cercherò di stare intorno i 2 litri circa. Per non farmi avere questi piccoli capogiri e senso di stanchezza dovrò prendere un po’ dei vari integratori e bere della Gatorade. Come consigliato da Elena F. (naturopata) devo migliorare il mio equilibrio elettrolitico. Più tardi Barbara (infermiera) mi consiglierà di prendere l’integratore “MG K Vis”. E’ bello avere amiche competenti in vari settori.
Intanto che parlavamo, ogni tanto guardavo l’infermiera e dagli occhi vedevo una specie di sorriso come per dirmi che andava tutto bene.
A visita conclusa, mentre mi consegnava il referto, mi ha chiesto se avevo scelto il nuovo nome e gliel’ho detto e quindi mi ha fatto gli auguri: “Bianca buona fortuna
”, mentre l’infermiera mentre uscivo mi ha detto un qualcosa che mi ha fatto piacere del tipo “continua così cara
”.
Appena uscita dall’ospedale, che non è stato facile perché è un vero labirinto ed è quasi tutto con i lavori di ristrutturazione, mi sono fermata in un bar di fronte, dove ho preso un caffè con brioche e una spremuta, giusto per tenermi un po’ su anche perché il caldo sta aumentando e ho capito che non posso più fare “la dura” e tirare avanti.
Quindi ho camminato per un chilometro fino in Piazza Duomo e mi sono fiondata dentro un paio di librerie anche per riprendermi dal caldo assurdo che c’è oggi. Ho trovato un libro interessante di Mieko Kawakami “Seni e uova”, e con questo sono tre i libri ambientati in Giappone che ho preso recentemente, la considero una trilogia anche non centrano nulla tra di loro a parte l’ambientazione.
Vado poi fino a San Babila allontanandomi dal centro turistico super affollato e con prezzi appunto per i turisti. Mi accomodo in un locale pieno di gente e dal menù ci sono delle insalate interessanti, anche se l’occhio mi cade sul piatto del giorno che è un hamburger da 2 etti, ma sto’ cercando di mangiare meno carne e d’estate è anche meglio per la salute. Mi arriva una scodella con un “cestino di pane” e all’interno di tutto di più. Mangerò con molta calma e dovrò lasciare un pò del cestino di pane perché proprio non mi ci sta nello stomaco.
Oggi avevo preso due ore di ferie per andare dalla parrucchiera e ho finito per prendermi tutta la giornata e mi sto godendo la cosa come se fosse una giornata di vacanza.
Domani sarà il mio compleanno e il libro è un regalo da parte di mia sorella, mi ricordo che ho una e-mail di una catena di profumerie con il 20% di sconto e può essere un’occasione per acquistare qualche prodotto costoso che non è mai in offerta. Peccato che con il sole cocente e il navigatore impazzito, a Milano capita in alcune zone, decido di tornare alla metropolitana. Passando accanto a una vetrina vedo delle cose carine di stile indiano, nella vetrina accanto c’è anche un mezzobusto con una camicetta bellissima e una scritta che dice “cotone indiano in offerta a 28€”. Mi riguardo la vetrina, poi la camicetta. Ho solo cose sintetiche e con il caldo non posso metterle, quando mi capiterà un’altro capo di quel tipo?
De Bernardi “Handmade in Italy for over 100 years“, boutique storica dal 1930, due negozi a Milano:
Via Pattari 6 – Corso Venezia, 23.
http://www.debernardisrl.it
Entro nel negozio che è stretto e lungo e pieno zeppo di abiti, vestiti, cappelli, guanti (mai visti così tanti) e come dirà il proprietario anche di calze, ma è estate adesso, chi ci pensa? Mi mostra una zona con una ventina di modelli di quella camicetta. Provo ad appoggiarle quasi tutte cercando “la mia camicetta“, il tipo mi dice che c’è anche uno specchio dietro, solo che è parzialmente coperto dagli abiti. Noto che i motivi a fiori con colori forti mi stanno peggio, almeno è l’impressione del momento. Sono davvero cambiata dallo scorso anno dove mi esaltavano. Alla fine decido tra due modelli. Uno è la camicetta leggerissima mentre l’altro è più elaborato e con un motivo di vari toni di marrone e rosso. Scelgo la camicetta leggera perché appunto l’altro è troppo pesante per il caldo di questa estate. Tornerò di sicuro in quel negozio perché è pieno di cose belle e nel “mio stile” che è misto floreale tra il gitano di Desigual, l’indiano e il giapponese.
Ultimamente a causa del caldo sono sempre in leggins e megliette di cotone, almeno ora posso indossare qualcosa di femminile senza cuocere.
Questo è il secondo regalo da parte di mia sorella, ha detto comprati quello che vuoi e poi ti do’ i soldi. Mi sono data un budget di 50€ e mi diverte molto scegliere le cose che siano davvero un regalo, cose che non ho un vero bisogno, ma averle mi fa piacere e ricordare di chi è il regalo.
Tornata a casa, dopo un rapido salto in farmacia a comprare l’integratore, mi misuro la pressione che è nei miei livelli normali. La sera mi torna normale, peccato che sia poi sia stanca di testa per aver lavorato troppo al computer.
Dopo cena mi sdraio sul letto con accesa l’aria condizionata e dormo quasi un’ora con un leggero mal di testa. Aspettiamo l’estate che sembra non arrivare mai e poi soffriamo troppo per il caldo afoso. Da parte mia preferisco l’autunno che ha la temperatura giusta.