Mi sveglio mezz’ora prima del previsto per prepararmi al trekking di oggi che sarà a Laveno sul Lago Maggiore. il percorso lo ha scelto Louison che fa parte della mia associazione trangenere, ha scoperto dalle foto che anche io faccio trekking e abbiamo organizzato. Ho invitato anche altri membri ma a parte Rebecca nessuno ha risposto alla mia proposta. Preparo i panini e la frutta quindi faccio colazione e leggo i messaggi.
Rebecca non verrà perché ieri sera ha avuto una colica da bevande ghiacciate unite alla piccante cucina eritrea. Il messaggio lo ha spedito dopo la una di notte. Me la prendo comoda come orario di partenza perché non devo passare a prenderla anche se mi spiace.
Parto e avviso Louison che arriverò prima, mi faccio novanta minuti di autostrada e stradine varie e a un passaggio a livello guardo se ci sono messaggi, prima che anche Louison mi tiri il pacco. Scopro che avevo disattivato alcune notifiche di Messenger e che non ho ancora risposto alla sua domanda di conferma che arrivo prima. Rispondo e capisco che parte adesso da casa, seppur vicino arriverà per le dieci come da programma.
Arrivata a Laveno ho un flash che due anni fa ho fatto qui un trekking ancora come Gerardo, eravamo oltre cinquanta persone e abbiamo preso la funivia mentre oggi la faremo a piedi sin dal lago. Spero la salita non sia così ripida…invece lo sarà eccome!
Lasciata l’auto faccio un pezzo a piedi e giungo in riva al lago che con il sole di oggi è davvero uno spettacolo. Vado in un bar e dopo essere stata nel bagno entro e ordino cappuccino e brioche al banco. Mi danno subito della signora e questa piccola cosa fuga i pensieri cupi che ho avuto durante il viaggio.
Mentre guidavo mi sono venuti pensieri strani e ricordi di prima della transizione dove in questo periodo dell’anno quei pochi amici che avevo sparivano tutti e rimanevo fino alla fine di agosto in solitaria. L’ impressione generale è che stia capitando ancora, sabato sarà il mio compleanno e non so ancora con chi passarlo e forse non ci sarà nessuno per un pranzo o una cena, saranno a qualche trekking, lavorando, facendo altro. Penso che farò “festa” domenica al trekking con Elena F.
Ho ripensato che ieri sera ero a cena con tante persone di nuova conoscenza e che mi è molto più facile adesso entrare in sintonia con la gente. Ho anche pianto cercando di contenermi per via del make-up che per fortuna ha tenuto.
E’ stato un piccolo momento giù di tono e che forse ne avevo bisogno, infatti quando incontrerò Louison mi sentirò bene con il morale alto anche se saremo solo in due, anche la sua amica ha paccato.
Ci scambiamo un abbraccio intenso. Vedo che in un anno anche lui è cambiato, lo avevo visto di persona quasi un anno fa ed era visibilmente una donna. Infatti fino a pochi minuti fa mi veniva da pensare alla mia amica, ora vedo il mio amico. E’ una persona trans non binaria, quindi una transizione medicale dal femminile al maschile, ma non troppo. Diciamo che si fermerà da qualche parte a metà a sua discrezione.
Iniziamo la salita scoprendo che è davvero ripida come ci hanno appena detto due persone a cui abbiamo chiesto se la strada era corretta. Ci fermiamo parecchie volte perché io sono scoppiata, non riesco più a reggere le salite troppo ripide e ho problemi di ossigenazione.
Nonostante non abbiamo il fiato parliamo lo stesso iniziando a raccontarci le relative transizioni. La cosa interessante è appunto che partendo dagli estremi al momento siamo nello stesso punto centrale del percorso di ognuno, lui inizia a essere più robusto e mascolino, io più esile e femminile.
Ci scambiamo idee e notizie sulle nostre terapie (testosterone e ormonali) e stranamente alcune cose sono molto simili seppur con prodotti diversi.
Nonostante non ci siamo mai davvero conosciuti bene e visti solo in gruppo abbiamo una sintonia e profondità che non ho mai provato.
Poi nel bosco in un punto in cui eravamo da soli, mi ha fatto una cosa molto particolare, che però è stata bella per noi. Lui ha appena fatto togliere il seno (in francia con l’assicurazione sanitaria ha avuto tutto pagato e senza dover attendere delle sentenza di un giudice) e mi ha fatto vedere la cicatrice dell’operazione e anche fatto toccare, io ho alzato la maglietta e ho mostrato il mio seno chiedendogli di toccarlo per avere conferma, come ha detto anche lui, che è già più grande di quello di tante donne. E’ stata un intimità senza nessuna sessualità abbinata, una cosa molto intima e tranquilla.
Tornado verso casa a fine giornata farò dei pensieri sulla giornata e questo lo condividerò con Louison e poi con l’Associazione ACET.
Bianca “tra i 1000 pensieri del viaggio di ritorno mi sono resa conto che al ristorante ci siamo guardati tantissimo negli occhi e ho visto degli occhi bellissimi e sinceri, penso che anche tu hai visto in me la stessa cosa.
”
Louison “Si, anche io ho visto la stessa cosa. Penso che sono rari i momenti dove possiamo essere totalmente sinceri, e quello era uno
”
E’ la prima volta che parlo con una persona trans non binaria e il bello è stato che tra noi non avevamo nessuna barriera, perché stiamo facendo lo stesso percorso anche se a rovescio.
Parlando giorni dopo con Barbara, ho realizzato il perché ci siamo trovati così in sintonia e intimità senza sentimenti di mezzo: ognuno conosce il percorso di arrivo dell’altro, perché è stato il suo di partenza e viene facile tra noi chiedere e spiegare a cosa si andrà incontro nel percorso.
Arrivati al primo rifugio è troppo presto per mangiare e dopo una piccola pausa ripartiamo con la salita ripida che non finisce mai. Finalmente arriviamo in cima e al bar ordiniamo da bere, qui scopro che Louison è vegano e in quel bar non hanno insalate, però ci dicono che al piano di sotto c’è il ristorante.
Terminato da bere e dopo esserci goduti uno stupendo panorama del lago decidiamo di scendere al primo rifugio dove si mangia bene e fanno pietanze vegane cluome una polenta fatta ad hoc. Peccato che una volta giunti scopriamo che è pieno di gente, così scendiamo fino al lago e dopo aver lasciato gli scarponi in auto troviamo un trattoria/pizzeria dove accomodarci. Prima ci sediamo all’interno, ma si soffoca e ci spostiamo all’esterno in un punto dove c’è una continua brezza fresca di lago.
Louison, di origine francese con una splendida erre moscia quando parla italiano, non sa cosa sia la “pinsa” (detta anche Pala Romana) e lo convinco che è buona, forse anche meglio di una pizza, inoltre la cameriera ha esperienze di ordinazioni vegane e gli fa comporre gli ingredienti. Poco prima avevamo parlato dei vegani e che quelli che ho conosciuto cercano sempre di convincerti a diventarlo con esempi verbali di racconti di mattatoi e altre brutte cose. Per fortuna lui ti racconta senza cercare di farti cambiare, da parte mia opterò per ingredienti vegetariani e mozzarella. Gli dirò che lui ha due problemi a raffrontarsi con la società: una è la transizione e l’altra che è vegano.
Ad un tratto si sporge verso di me e sottovoce mi sta per chiedere qualcosa. Penso “che cosa mi dovrà mai dire di così importante?“, la domanda mi fa sorridere perché chiede “ma è vero che gli uomini quando vanno al bagno, dopo non si lavano le mani?
“, confermo che è vero al 80% compresi tanti miei amici storici. Da parte mia le ho sempre lavate che io ricordi, ma magari da giovane avrò anche io fatto così qualche volta.
Non so come, poi siamo finiti su un argomento che mi ha colpito molto: con la sofferenza interna del dover sembrare e agire nel mondo civile cercando di essere chi non siamo, gli eventi passano senza lasciarci un segno e nemmeno un ricordo.
Pensandoci ho scoperto che dal 2008 al 2016 ho dei buchi di memoria di alcuni periodi come se non fossero mai esistiti! Lo stesso è per Louison.
Parlandone il giorno dopo con Elena F. mi ha detto che si creano come delle bolle e che appunto svaniscono compresi i ricordi poco piacevoli dell’epoca e con le emozioni negative abbinate.
Alle quattro e mezza con il sole sempre più caldo e penso che avrò altri novanta minuti di viaggio e questa volta saranno senza pensieri oscuri. Louison stasera ha una cena di compleanno, così ci salutiamo con un abbraccio davvero intenso rinnovando a dopo ferragosto di fare un’altra camminata insieme.
Delle sei ore di conversazione ho qui indicato sole le cose generali e poco personali, visto che ci siamo raccontati anche i relativi coming-out (il mio è tutto scritto nel blog) e cose molto personali. Il succo è che la transizione non è una passeggiata e che cambia la vita anche a tutti coloro con cui veniamo in contatto.
Arrivata a casa sarò davvero stanca morta facendo fatica anche a farmi la doccia, ovviamente per troppa stanchezza non riuscirò a dormire subito. Oggi ho avuto tante emozioni, ho fatto attività fisica importante e quasi 200 chilometri di autostrada penso sia normale essere stanchi, ma sereni.