Questa settimana sono successe tante cose e ho fatto moltissime attività in remoto. Dal punto di vista della transizione nulla di rilevante a parte che in tutti questi gruppi sono riconosciuta come donna.
Rispetto alla settimana scorsa le attività serali mi hanno fatto sentire più attiva nonostante l’uso del computer e internet, sarà la primavera che è iniziata? Però fa ancora freddo e vorrei indossare tutti quei bei vestitini che ho comprato lo scorso anno e ho messo per pochissimo tempo.
Lunedì serata abbastanza intensa e divertente, nonostante sono rimasta in casa tutto il giorno perché fuori diluviava, quindi nessuna passeggiata.
A pilates abbiamo fatto alcuni esercizi nuovi abbastanza impegnativi, però l’insegnante ci ha fatto i complimenti perché siamo riuscite a farli. Effettivamente ho una mobilità fisica che aumenta ogni volta. Curiosamente alcuni esercizi erano gli stessi che ho fatto alla lezione di yoga sabato scorso, tipo la posizione del gatto/mucca che qui si chiama in un altro modo che no ricordo.
Dopo cena ho partecipato al corso di Lettura Espressiva e ho notato che dopo i vari suggerimenti di Stefania, i primi che hanno letto il loro “pezzo” hanno fatto una lettura veramente bella.
Al termine della serata, avanzava ancora un quarto d’ora di lezione e Stefania ha chiesto chi voleva fare la lettura e mi hanno votata. Ho Spostato l’iPad sulla libreria in modo che sia inquadrata meglio, posizionato meglio il leggio e sono partita a leggere. Stefania mi ha bloccata subito perché ero partito troppo in quarta, la mia sindrome da “Speedy Gonzales“, poi con troppa emozione nel testo e forse avrei terminato il fiato dopo mezza pagina. Sono ripartita con molta più calma e poi ho cercato di seguire i vari accorgimenti e suggerimenti che avevo ricevuto la settimana scorsa: nelle singole frasi cambiare tono, velocità, volume, intenzione in modo che l’ascoltatore rimanga attivo. In settimana avevo provato varie volte, ma ogni volta usavo toni e velocità leggermente diverse ad ogni prova. Mi sono registrata e ascoltata e non avevo molte idee su quali fossero le parti “migliori“.
Quando ho terminato il mio pezzo, letto in 8 minuti, ho visto in video qualche applauso degli altri partecipanti del corso e i complimenti di Stefania che ha capito che l’ho provata varie volte in settimana.
Questa volta ogni tanto cercavo anche di guardare il pubblico, dato che ero in piedi. Però mi hanno detto che mi sono mossa troppo in avanti e poi tornavo indietro e per chi mi guarda su schermo non va bene, soprattutto quando mi avvicinavo alla webcam. Dovrò provarlo ancora un po’ di volte e sono sulla strada giusta. Inoltre non dovrò farla con l’accento finto emiliano, perché qualcosina già esce ed è inutile esagerare su un dialetto che non parlo.
Terminato il mio pezzo per l’ultimo quarto d’ora di lezione, sono rimasta in piedi e ogni tanto guardavo la miniatura della mia immagine a mezzobusto. Ho visto una donna con i movimenti e atteggiamenti “corretti“, come lo scoppiare a ridere, il gesticolare, il muovere la testa. Lo so che dovrei esserci abituata, però di testa “dentro” non mi sento davvero come quello che mostro gli altri, eppure sono io, non recito e non mi atteggio, lo faccio in maniera naturale.
Martedì dopo il lavoro mi sono collegata con l’associazione transgenere ACET e abbiamo parlato di attività che potremmo fare. Siamo stati un’ora e mezza collegati e qualche idea è saltata fuori, questa volta non mi sono annoiata e sono intervenuta alcune volte.
Mercoledì sera invece sono crollata subito dopo cena. Ho sentito una stanchezza e sonno e ho fatto fatica ad arrivare alle 22:00!
Giovedì sera ho fatto un’altro collegamento Zoom per un appuntamento speciale delle “conversazioni” sul tema la felicità. Lo abbiamo organizzato io e Pietro. È stato una specie di scommessa per verificare alcune cose visto che al sabato siamo sempre di meno all’appuntamento canonico. L’evento è stato un successo e all’inizio avevamo 20 persone collegate, poi alcune avevano altre cose da fare e si sono staccate a malincuore.
Dopo la presentazione di Pietro, dove mi ha “rubato” la citazione che avevo scelto per iniziare (in futuro dovrò coordinarmi meglio ed averne una di scorta), ho letto il mio pezzo che avevo provato alcuni giorni.
Non ho capito se è stato apprezzato e in che modo. Appena ho terminato abbiamo iniziato subito interrogando i partecipanti e chiedendo loro in breve “che cos’è per te la felicità?
“.
Io prendevo appunti per creare un eventuale documento più avanti, mentre Pietro ha scritto solo le parole chiave e alla fine praticamente ci ha letto “la ricetta per la felicità
” che è una frase abbastanza lunga composta dalle parole chiave che abbiamo detto tutti a turno. Ecco quello che di significativo hanno risposto i nostri ospiti.
Cos’è per voi la felicità?
La felicità è insita ognuno di noi, non esterna, ma dentro di noi.
E’ Amore, e dirselo ogni giorno.
E’ tempo, da dedicare a se stesso.
E’ appagamento, realizzazione e coinvolgimento insieme agli altri.
E’ gioia!
Nasce dentro di noi, ed è contagiosa.
E’ uno stato d’animo, sono attimi nel momento presente.
E’ apprezzare le piccole cose e condividere con gli altri.
E’ concentrarsi sull’essere positivi.
Avere il cuore colmo di gratitudine,
Una questione di attimi, un momento per apprezzare ciò che si ha.
L’assenza di turbamento e star bene con se stessi.
Viaggiare, facendo ciò che ci piace come fanno i bambini.
Quando c’è il sole, non pensare alla pioggia e quando piove, pensare a quando c’è il sole.
Essere quello che voglio essere veramente, capire chi sono.
Uno stato d’animo in cui ti senti soltanto felice!
(Paola, Gabriella, Massi, Barbara, Andrea, Annunziata, Margareth, Elena, Ian, Edo, Ileana, Michela, Guido, Vincenza, Bianca, Michela L.) Serata del 15 Aprile 2021.
La serata è stata molto bella e rilassante, sono stata sia ad ascoltare che in attività per prendere appunti e gestire insieme a Pietro chi voleva parlare. Tutti si sono divertiti anche perché abbiamo terminato mezz’ora più tardi del previsto!
Giovedì dopo il lavoro mi sono fatta una camminata di quasi un’ora, ma devo dire che non me la sono goduta. Dovevo uscire di casa, fuori c’era un sole in tramonto, ma fare queste uscite perché “devo” non mi porta tranquillità né divertimento.
Venerdì ho lavorato come una matta per tutto il giorno. E’ stato stancante perché ho passato tutto il pomeriggio a fare copia incolla di testi per tradurre il sito in tedesco. Terminato il lavoro sono uscita per una breve camminata per “staccare” visto stasera avrò ben due collegamenti Zoom.
La prima è stata con le Nina’s Drag Queens che erano ospiti alla Bocconi. Era stato organizzato dalla mia ex compagna di corso “Pleyade“. Hanno trattato il tema di cosa è una Drag Queen e poi sono andati più sul discorso su chi frequenta i corsi e quindi se c’è un qualche denominatore di genere (gay, etc.). Anche se la maggior parte delle Drag Queen sono maschi gay, in realtà c’è molta varietà in tutto lo spettro con anche persone etero. Ho avuto la conferma da lui medesimo, Ulisse una delle due “maestre“, quando hanno chiesto il loro orientamento: maschio etero. “Peccato” che è fidanzato, ma almeno mi sono tolta il dubbio che fosse gay e quindi sarebbe stato irraggiungibile. Sembra, a furor di popolo, che se un maschio etero sta con una donna trans (quindi non per fare sesso con le prostitute) non è gay. Biologicamente sarebbero entrambi maschili, anche se la donna trans con una quantità di ormoni non indifferente, ma la donna trans è comunque una donna “di testa” e abbastanza di fisico, se poi fa l’operazione è una donna a tutti gli effetti.
Alle ore 20:00 è seguito il corso di cucina con il mio amico Luca-Chef, quello che faceva le serate in parrocchia dove venti persone a turno preparavano da mangiare e lui coordinava, si chiacchierava e si mangiava. Una figata di idea.
Ovviamente quest’attività è ferma dallo scorso anno. Io avevo partecipato quattro volte come maschietto e due come donna, e queste ultime sono quelle dove mi sono divertita di più.
Stasera cucineremo insieme anche ognuno a casa propria. Nel gruppo Whatsapp ha scritto solo gli ingredienti principali: un antipasto e un primo.
All’inizio del collegamento ci siamo salutati calorosamente, soprattutto con “Raffa” che nei mie due eventi di persona non aveva capito chi ero in precedenza. Si ricordava molto bene di me, anche se adesso ho un’altra parrucca. Il salutarci mi ha fatto capire che è passato davvero un intero anno da quando ho visto di persona tante, ma tante persone per l’ultima volta.
Nei giorni scorsi ho comprato i vari ingredienti che non avevo in casa, ma senza capire bene come sarebbe stata la realizzazione della ricetta.
Per preparare le due pietanze abbiamo impiegato un’ora e mezzo! Preparando da mangiare avrei buttato tutto in padella e mescolato, mentre cucinando le preparazioni sono state molto più impegnative. Alla fine avevo il tavolo pieno di scodelle, ciotole e attrezzi vari…tutti sporchi. Abbiamo fatto dei cannoli salati usando la pasta sfoglia e della carta forno arrotolata a cono, messi in forno 15 minuti. Una volta cotti li ho riempiti con del formaggio Philadelphia sbattuto con il cucchiaio, pezzettini di mortadella e pistacchi secchi. Sui cinque che ho preparato solo uno è riuscito somigliante a quello dello chef e ovviamente la sua cucina è rimasta immacolata.
Il primo è stato una pasta servita con una base di fave e basilico frullati, saltati in padella con del formaggio Robiola e serviti con sopra dello speck saltato in padella per renderlo croccante. Tutto molto buono e ci ho mangiato anche il giorno dopo.
Purtroppo collegati eravamo solo in due, molti che avevano scritto di esserci poi hanno paccato, così ho postato sul gruppo le foto dei miei piatti così magari la prossima volta proveranno a cucinare insieme. A me è piaciuto molto e devo dire che mi ha rilassata a tal punto che ha spazzato via in un attimo la settimana lavorativa e anche una parte di dolore cervicale.
Sabato mattina mi sono svegliata davvero tardi con il proposito di non fare quasi nulla fino a sera. Sapevo che non ci sarei riuscita, infatti mi sono svegliata al solito prima delle 8:00. Mentre ho quasi terminato colazione suona il cellulare: è Gianpaolo con la videochiamata a sorpresa. Gli scrivo in chat di attendere un minuto che finisco la colazione e invece in quel minuto riesco a truccarmi, indossare la parrucca e darmi un aspetto “presentabile“. Collegati in video mi guarda e sorride, anche questa volta il mio esteriore è migliore di come mi sento davvero. Mi mostra la casa che ha arredato nel senso vero della parola perché di lavoro fa il falegname. Parliamo quasi venti minuti e ricevere delle attenzioni mi è piaciuto un sacco. Poi da lui suona il citofono e ci salutiamo. Mi scrive più tardi che era un tizio che gli ha consegnato la planimetria del bosco che ha comprato. Ecco, se voleva fare colpo su di me con questo ci ha preso. Molto più che con la casa con idromassaggio, sauna e cromoterapia e del suo fisico allenato. Per una che si sente bene nei boschi, conoscere qualcuno che addirittura ne possiede uno è il massimo.
Nella conversazione dice che sono unica e diversa dalle altre. C’è un motivo, ma lui non lo sa ancora. Tra qualche giorno gli scriverò di me e chissà se vorrà continuare a conoscermi, anche solo come amica.
Quindi sono uscita per andare a Treviglio per ritirare il “mattoncino per lo Yoga“, una specie di cuscinetto da mettere sotto il sedere, me lo danno gratis.
Appena esco dalla porta ci sono le mie due vicine che mi dicono di andare con loro a bere il caffè al bar. Accetto subito. A tal proposito il giorno dopo parlerò con Barbara e mi dirà che quando c’è da fare qualcosa, qualsiasi cosa, io sono sempre pronta e disponibile. Giovedì alla conversazione sulla felicità, non appena Margie ha proposto di fare un esercizio in piedi, un attimo dopo io ero già in piedi e pronta, l’unica però di quelli collegati.
Andiamo a prendere il caffè e poi mi dicono che alle ore 11:00 ci sarà l’inaugurazione degli orti comunali. Io ho dato la dritta a Carmina per fare richiesta al momento giusto e le hanno assegnato una piazzola. Facciamo un giro del paese per tirare l’orario e quando siamo lì sorpresa: non c’è nessuno.
Andiamo in comune e Carmina suona il citofono dell’ufficio tecnico e le dicono che hanno spostato l’inaugurazione di una settimana. Ovviamente a lei non l’hanno avvisata. Prima di salutarci ci mettiamo d’accordo per una camminata da fare nel pomeriggio, mi faranno vedere un percorso che non ho mai fatto.
Vado a Treviglio, parcheggio al solito posto e mi faccio una camminata per arrivare in centro. In giro c’è veramente un sacco di gente, ma davvero tanta, sembrano usciti tutti oggi che c’è un pochino di sole.
Arrivo all’indirizzo e scopro che è la vetrina di una pittrice, che fa anche l’istruttrice di Yoga. Mi presento come Bianca e mi consegna il mattoncino, che tanto “ino ino” non è. Le racconto che sono una ex illustratrice passata a malincuore all’informatica, giusto per farle capire che i complimenti per la qualità dei disegni è data da una persona competente. La saluto “ci vediamo stasera“, anche se lei in realtà non vede i quadratini dei volti di chi è collegato in Zoom.
Nel pomeriggio, dopo un veloce make-up con prima la crema solare, già settimana prossima farò l’epilazione al viso e non posso rischiare di avere poi delle macchie sul viso! Infatti terrò anche su la mascherina per quasi tutta la camminata, come ulteriore protezione solare.
La camminata dura due ore con soli 5 chilometri che se fatti per le strade di campagna non sono pochi. Sono state anche due ore di chiacchiere. Su cosa? Di tutto di più e molte chiacchiere tra donne, di quelle che poi non ti ricordi di cosa si è parlato. Sono uscita senza parrucca, sistemando appena i capelli davanti con un gel e devo dire che mi sono sentita comunque “al femminile“, come lo scorso anno quando però per il caldo era impossibile indossare le parrucche sintetiche che avevo. Con loro che mi chiamano Bianca molto spesso, questa cosa della transizione inizia a essere davvero dentro di me perché a volte dentro la testa non mi sento per come mi propongo al mondo. Sentirsi chiamare con un nome femminile mi aiuta davvero tanto. Anche Iula è un bel nome femminile, ma siccome è il mio cognome quando lo usano non mi fa lo stesso effetto cerebrale.
Tornata a casa ho giusto il tempo per una doccia fatta come si deve, fare merenda e sono già le 18:00 per la lezione di Yoga e provare il mattoncino.
In realtà serve più a stare comodi durante la meditazione e con lo Yoga solo nella parte iniziale dove ci si siede con le gambe incrociate e si fa il saluto “Namaskar“. Questa terza lezioni è stata differente dalle altre e mi fa piacere non ripetere le stesse cose ogni volta, nella parte finale abbiamo fatto la “Kaoshikii dance“, ma molto in velocità perché l’insegnate ha presupposto che la volta scorsa l’abbiamo imparata tutte.
Al termine dell’ora facciamo del rilassamento e auto massaggio e mi sento sbloccata di fisico. Procediamo al quarto d’ora di meditazione guidata e ci sediamo…al termine dopo essere stata immobile ero di nuovo incriccata! Comunque sono riuscita ad avvicinarmi un pochino alla meditazione e concentrarmi sul momento e sul mio respiro, quando ho sentito tutti i rumori del condominio. La maggior parte del tempo però la mia mente andava a mille pensando di tutto e di più.
Dopo cena ho fatto la “conversazione del sabato” e stavolta eravamo in sei e nonostante il capitolo non offrisse grandi spunti di discussione siamo riusciti a conversare su svariati argomenti. Paola M. a un certo punto ha detto una cosa sul sistema del “punti” del Karma, che siamo in debito/credito che a lei sembra una stupidata…e Pietro è intervenuto scherzando “in due minuti hai demolito tutta la cultura buddista e quella della chiesa cattolica
“, siamo scoppiati tutti a ridere di gusto. Quando si fanno queste cose online è davvero difficile trovare la rilassatezza di spirito.
Barbara “Madonna ma che donna super impegnata!
”
Domenica in riposo? Altra teoria non realizzata. Dopo colazione mi preparo e esco per camminata con telefonata a mamma. Mi ricordo solo sul tardi che mi sono dimenticata di pulire il bagno, cosa che se non faccio di prima mattina poi non ho più voglia e nemmeno mi ricordo di fare. Dopo un’ora di chiacchiere saluto mamma e ricarico per dieci minuti le cuffie wireless, quindi chiamo Barbara e ci facciamo un’altra ora al telefono. Lei ha più bisogno di me di sfogarsi con qualcuno, ma la sua energia si arriva comunque ricaricandomi. Si siamo come due dinamo. Terminata la conversazione arrivo a casa e scopro che oggi ho camminato per dieci chilometri e sono molto stanca, ma ne è valsa la pena.
Appena arrivo di fronte casa vedo che un messaggio di Carmina che mi chiede se sono a casa, passo io da lei visto che abita al piano di sotto. A sorpresa mi dà un bicchiere con una mousse al cioccolato che ha appena fatto. Mi dice di conservarla in frigo, ma io rispondo che non durerà due ore. Era squisita per davvero, poi non me l’aspettavo come pensierino di affetto. Cosa è la felicità? Un dolce domenicale a sorpresa.
Nel pomeriggio rimarrò quasi tutto il tempo sul divano a cazzeggiare con il telefono, leggere Donna Moderna sull’iPad e guardare la motoGP in TV. Non riesco a dosare le mie attività e sembra che si accumulino per non darmi del tempo per recuperare se non quando poi crollo sul serio.
Ovviamente scrivere il blog non mi è nemmeno passato per la testa, anzi sono due giorni che ho avuto la “nausea” solo a pensare di mettermi davanti al computer a scrivere. Addirittura devo cambiare stanza per scrivere il diario perché nella stanzetta dove lavoro altrimenti mi sembrerebbe di continuare a lavorare e non uscire mai da quella stanza…brutta sensazione.