Questa mattina avrei voluto dormire ma ieri sera Carmina mi ha invitato a fare colazione in centro, soprattutto perché poi la settimana prossima per due settimane chiudono di nuovo i bar. Però mi sveglio presto lo stesso segno che si sta avvicinando la primavera che tendo a svegliarmi sempre prima.
Parliamo una mezz’oretta, poi passiamo dalla mia fruttivendola e quindi ritorniamo verso casa. Salgo e mi cambio in versione più sportiva esco per fare una breve passeggiata. Chiamo mamma perché domani andrò un trekking e non mi rendo conto di quanto tempo passa e la breve passeggiata si trasforma in un’ora di camminata. Meno male che c’è un sole caldo, anzi sudo leggermente e mi accorgo che può essere un problema perché ieri sera è bruciato il phon e se la lavo la parrucca non posso asciugarla.

Torno a casa e vedo un messaggio di Barbara che mi invita a fare una camminata domani lungo il fiume Adda, però io sono già in parola per andare in montagna. Dopo alcuni messaggi le dico che potremmo vederci nel pomeriggio, lei farà di tutto per fare in fretta con la spesa.
Dopo pranzo vado verso l’autostrada perché c’è un centro commerciale e compro il phon, mi cade l’occhio anche sugli accessori per fare la manicure e compro anche quelli.
Barbara mi dà l’ok e parto per andare a Milano, in frattempo il meteo cambia e mentre rimane il sole arriva anche un venticello fresco, io mi sono investito in versione più primaverile anche se in auto ho portato alcune cose un po’ più pesanti.
Andiamo al Monte stella facciamo un trekking di 200m, quindi scendiamo cercando un baretto all’aperto e ci imbattiamo in un gruppo di ragazzi che stanno facendo qualcosa, tagliano, incollano, dipingono e verniciano. Proprio mentre parlavamo della curiosità e quindi scendiamo a curiosare.
Arriva una tipa e mi dice “Ciao“, guardo Barbara pensando che saluti lei che abita in queste zone, invece saluta proprio me. “Sono Roberta, come va?“. Gli occhi li ho già visti, ma non è nelle mie conoscenze di trekking o di teatro. Poi lei cita le Nina’s, ah è una drag queen del corso precedente, ci siamo viste a settembre in un raduno alle prove del nuovo spettacolo. “La sorellanza è potente” le dico, infatti sembra che siamo dappertutto.
Ci racconta che hanno organizzato un laboratorio di tre giorni con gli studenti di una scuola e che a breve metteranno tutti i lavori nel parco come “installazioni” e se si potrà faranno anche delle improvvisazioni teatrali.

Bello. Vedere i ragazzi che fanno il laboratorio mi fa venire dei flash di tanti anni fa a scuole e quei due che ho fatto a Berlino tre anni fa.
Dopo aver curiosato e scattato qualche fotografia di volti, appendiabiti trasformati, compact-disc che diventano alberi, salutiamo e andiamo a sederci su una panchina per commentare questa cosa che ha dell’incredibile. Cioè le connessioni. Vado a trovarla decidendo all’ultimo, scegliamo un percorso di camminata a casa e ci imbattiamo in una cosa che interessa a Barbara, ma i contatti sono miei!

Dopo una mezz’ora di scambi di notizie riprendiamo a camminare e mentre torniamo verso l’auto mi accorgo che non la guardavo negli occhi. Forse sono troppo abituata ad uscire con gente di statura più bassa, Barbara è più alta di me, e poi Gerardo teneva sempre lo sguardo verso il basso, mi do’ una svegliata e mi sembra che la qualità della conversazione migliori.
Le propongo di sederci da qualche parte a bere, lei dice che ci sono due chioschetti. Il primo è super affollato di gente in attesa di essere servita, nel secondo c’è poca gente e riusciamo anche a sederci all’aperto.
Mentre eravamo in piedi in fila al baracchino, dietro di noi arriva una tipa con una mascherina trasparente e da vedere era abbastanza inquietante: la parte sopra del viso si vedeva che era stata tirata col botulino, mentre la parte sotto soprattutto le labbra erano a canotto visibilmente finte. Siamo rimaste senza parole.
Beviamo una spritz e mangiamo focaccia e patatine, un happy hour misero, ma conta la compagnia.
Parliamo finché il sole tramonta e inizia a fare fresco, io poi ho messo dei leggins a mezza gamba e l’arietta si sente eccome, ma la voglia di primavera era così tanta che ho rischiato. Invece previdente lo sono stata a portarmi il blazer (golfino aperto) che ho messo quasi subito sotto la giacca.
Consiglio un paio di libri e lei mi consiglia un paio di serie TV e poi mi manda un link di uno spezzone TV dove c’è una comica con un pezzo su “vorrei essere uomo perché“, davvero divertente e arguta.
Ci salutiamo con un super abbraccio che vale i due mesi di attesa. Sono già passati così tanti giorni dal nostro ultimo incontro e ci sembrano giorni “rubati“, cioè passano in una routine senza che ci sembra di aver fatto qualcosa di utile o interessante.
Con Barbara ho uno scambio di vitalità ed energia pazzesco, siamo come due batterie che ci carichiamo a vicenda. I nostri discorsi non sono mai banali, a volte anche profondi e riguardano qualsiasi argomento. Davvero. Oggi mi ha parlato della comunicazione degli alberi tra loro tramite le radici.
Abbiamo parlato dei rispetti corsi di Improvvisazione teatrale e Lettura Espressiva e ci sono tematiche e situazioni che si collegano tra loro. Inoltre ci stimola e fornisce nuove idee e visioni del mondo.
Parto alla volta di casa mia prendendo l’autostrada, arrivo giusto per cenare e leggere in fretta il capitolo di stasera delle “conversazioni del sabato“, non si capisce nulla di cosa vuol dire l’autore.
Sulla chat scrive Paola che causa trekking è stanca e non partecipa, Elena e Tania sono a delle cene, Pietro è KO perché ha fatto sci di fondo per la prima volta in viat sua, ma riuscirà a collegarsi da metà sessione. Grazie davvero perché ero davvero sola a gestire il tutto.

All’inizio sembra che siamo solo io e Gabriella e parliamo di cose generiche, poi finalmente si collega qualcun altro. Dovrei fare il riassunto e introdurre il capitolo, ma non ho capito quasi nulla di quello che ho appena letto.
Decido di dirlo in maniera chiara e racconto le cose ho vagamente inteso e chiedo il loro aiuto. Anche loro hanno avuto lo stesso problema e insieme un intervento alla volta riusciamo a dare un senso al testo del capitolo che riguardava “L’intenzione” per riuscire a far accadere le cose come vogliamo, ma siccome funziona solo se è una cosa inconscia non è facile da spiegare e comprendere. Molto in breve dobbiamo sempre vivere il momento e chiederci “quale è la migliore decisione che posso prendere in questo istante?”.
Un esempio è quello che accade in questi giorni dove si cambia colore in base allo stadio del contagio, sapendo che lunedì torniamo in zona arancione con chiusura di bar e ristoranti la gente li affolla e fa le cose che non potrà fare per alcune settimane, quindi si deve davvero “cogliere l’attimo“.
La conversazione termina dopo i novanta minuti e ringrazio tutti per i loro interventi che ci hanno permesso di capire meglio, sorridono tutti. L’onestà intellettuale premia sempre, ognuno ha dato il suo contributo per creare la visione d’insieme gratificando tutti.
Mi stupisco sempre di quanto ora sia carismatica, come Gerardo fornivo suggestioni, ma sembrava che a nessun importasse più di tanto delle mie idee.
Penso al trekking di domani, alla sveglia alle sei, del meteo che si saranno quattro gradi con vento e nuvole. Provo a sollevare lo zaino e la vocina dentro di me dice “non fare la stupida, la voglia di andare a camminare con i gruppi di trekking e vedere vecchie conoscenze e farne di nuove è davvero tanta, per marzo probabilmente non lo si potrà fare quindi anche se è un’occasione unica…ti fa male la schiena e non devi fare sforzi inutili“.
Messaggio il gruppo avvisando che pakko.
“Dai tranquilla! Alla prossima e riprenditi!”, “Peccato
!”
Appunto finale: dopo essere svegliata alle sei e poi riaddormentata mi sveglierò alle 9:30! Avevo davvero più stanchezza in corpo di quella che pensavo.