Svegliata presto e senza colazione per andare all’ospedale Niguarda per fare una ecografia addome.
Nei cinquanta minuti di viaggio in autostrada faccio gli esercizi vocali. Arrivo al parcheggio e entro. I cartelli indicano che hanno spostato l’ingresso all’opposto, seguo i cartelli, ma devo chiedere per capire dove entrare.

Finalmente trovo il triage dove compilo il modulo anti Covid-19 e vado all’accettazione.
L’infermiera mi dice se voglio fare un colloquio psicologico dopo l’ecografia, le consegno il nulla osta del mio psicologo e mi dice che dopo sentirà il dottore per sapere se serve ancora.
Mi consegna una busta e dice di andare in radiologia al blocco Nord.
Entro in sala di attesa e sono 30 minuti che aspetto senza che nessuno si fa vivo…
La pipì trattenuta inizia a farsi sentire.
Hanno appena chiamato la signora prima di me.
Intanto penso se già oggi potrei avere in mano la ricetta ‘bianca’ per la terapia ormonale, non so la tempistica per avere il referto dell’eco addome, ma se già parlerò con il dottore magari qualcosa già si potrà fare.
Dovrò fargli delle domande per eventuali emergenze nel caso non riesca a contattare il centro (un’altra pandemia?).
- quando vanno prese le pillole, prima o dopo i pasti? mattino e sera?
- se salto un giorno che succede?
- Ogni quanto si fanno le visite? Sangue ed eco addome? Al Niguarda? Chiamate voi?
- Per la rettifica dei documenti mi servirà una dichiarazione, quando ? La chiederò io?
- Si può avere un contatto email per domande e dubbi? Qui sono poco tecnologici
- Se uno dei due farmaci (anti-androgeno e ormoni) non è disponibile? Smetto anche l’altro finché non arriva?
se non riesco a contattarvi:
- in caso di effetti di testa come le emozioni incontrollate. Ridurre la dose ormonale? Cioè di dimezzo le pillole? Un giorno sì e uno no?
- Per smettere? Ridurre le dosi? Blocco per un mese e poi riprendo a mesi alternati fino a smettere?
- Se uno dei farmaci esce di produzione?
Questa terapia crea una dipendenza ed è molto importante conoscere anche queste cose, in linea teorica.

Quasi un’ora di attesa, ho fatto due passi in corridoio e mi sono “fatta vedere” , almeno sanno che ci sono anche io.
Si chiama “day hospital” perché impieghi un giorno?
Il mese scorso ho scoperto dalla busta paga che non è “pagato”, quindi stavolta ho preso 4 ore di permesso. A proposito di INPS, ieri mi ha chiamato il capo dicendo che il mio vecchio medico ha fatto casini con la richiesta di malattia lo scorso marzo e l’Inps non la paga, comunque anziché togliermi cinque giorni faranno ‘finta di niente’ per un valore di 274€. Diciamo che è una specie di bonus per i miei meriti lavorativi.
Mi è appena passato davanti un signore ed è entrato. Sento bene visto che parla a voce alta, che ha un testicolo ingrossato. Mentre sta entrando chiedo all’infermiera se almeno sono in lista, dopo alcuni minuti esce e dice che sono la prossima in lista, meno male e soprattutto sono nel posto giusto. Mi prende la busta con la mia cartella clinica. Questo è un vecchio ospedale e l’informatica non è davvero entrata in tutti i reparti.
Aspetto e tengo duro.
Un’ora e mezzo di attesa, il signore testicolo è uscito adesso, forse adesso sarà il mio turno?
Sì, mi fa entrare nello spogliatoio e mi tolgo il vestito lungo e rimango in perizoma, collant e reggiseno (senza tette finte).
Mi fanno accomodare sul lettino e prima il dottore mi chiede se posso far fare esperienza a una dottoranda. Posso rifiutare? Un medico esperto in più servirà comunque.
La dottoranda ‘gioca’ un poco e va tutto bene tranne una volta dove il medico le fa un piccolo ‘cazziatone’ perché impugna male il manipolo: deve tenerlo come se fosse un pennello.
Il medico intanto mi chiede se sono stata ricoverata in ospedale, rispondo “mai in tutta la vita”.
Terminata l’esercitazione tocca al medico che fa l’esame, mi chiede se fumo. No.
Mi dice ho tutto bello pulito! Non ricordo il termine medico che ha usato per descrivere quella parte anatomica.
Il fegato non è ingrossato e tutto è nella norma.
Chiede anche se ho già iniziato la terapia ormonale? No.
Sensazioni: non so perché, ma ci tenevo a non mostrare il ‘pacco‘, per cui questa mattina ho indossato il perizoma contenitivo, è come se volessi rimarcare il mio essere donna anche se in questo caso non era necessario, sanno benissimo quale è il mio sesso biologico e il loro lavoro è aiutarmi nella transizione.
A parte questo non ho avuto nessuna disforia di genere, nonostante fossi abbastanza nuda e il medico sapeva che sono un maschio, ma non ha usato nessun tipo di grammatica dandomi del lei (terza persona singolare). Non mi sono sentita in imbarazzo, nessun problema che sono una donna trans.
Quando occorre non devo farmi paranoie inutili e non mi vengono più.
Mi rivesto mentre il dottore detta al computer il referto della visita.
Riassumo che sono “sana come un pesce“.

Vado in bagno per fare l’agognata pipi, torno al Reparto Infertilità e rimango in attesa che arrivi qualcuno. Nella stanza c’è un’infermiera presa a fare fotocopie. Mi guardo intorno e vedo una cosa curiosa, c’è un’asta per la dialisi in disuso che ‘regge‘ la parte alta di una pianta in crescita. Un piccolo segno di umanità e di normalità.

Entra una ragazza trans, la saluto automaticamente e lei risponde a voce bassa. Abbiamo entrambe la mascherina e quindi è tutto nei nostri sguardi. Vedo nel suoi occhi quel timore di essere riconosciuta come maschio (che avevo anche io agli inizi della transizione), la voce poi la tradisce con il suo mono-tono maschile. Da parte mia non so più che sguardo ho, penso di averne uno che non attira l’attenzione, ora sono al punto che ‘passo‘ per donna e non mi interessa cosa vedono gli sconosciuti in me.
Finalmente arriva l’infermiera e mi dice che per oggi non posso vedere il Dottore, ha visto il nulla osta del mio psicologo e quindi non occorre che parli con un loro psicologo. Mi ha preparato un’impegnativa (cavoli dovrò pagare il ticket di 28€) per vedere il dottore tra dieci giorni. Un suo collega, tale Davide, dopo aver armeggiato al computer mi dice che dovrò andare sul presto e mi farà un appuntamento in giornata. Nel computer è tutto prenotato fino al mese di Aprile 2021, ma in giornata può inserire un’appuntamento come urgenza. Basteranno dieci minuti con il dottore e non dovrebbero esserci problemi a trovarli.
Ci sono andata vicino ad avere la terapia ormonale in giornata, aspettiamo altri dieci giorni.

Torno all’auto e con l’autostrada mi dirigo verso casa, in giro c’è un traffico incredibile e la corsia nell’altra direzione è tutta una fila indiana. Prima di andare a casa passo dalla Bennet per comprare alcune cose e decido di premiarmi con delle costolette di maiale arrosto, quest’anno sarà la quarta volta che mangio carne rossa.
Arrivata a casa mentre parcheggio vedo che nel suo garage c’è Antonella. Vado a salutarla e mi tira fuori il suo vecchio portatile malconcio, era caduto. Lo prendo per recuperare le sue fotografie. In serata con la mia attrezzatura ci vorrà mezz’ora e il bello è che non dovrò preoccuparmi dei pezzi e delle viti …se scasso qualcosa.
Prima che io entri nell’ascensore Antonella mi dice, sorridente, che con il vestito rosa lungo, sto davvero bene.
Dopo mangiato faccio il mio giretto in paese per la digestione, torno e mi arriva in casa la vicina delle torte: Carmina che ha fatto una cheese cake, che io adoro alla follia, e mi chiede se le offro un caffè, certo. Mentre la moka fa il suo dovere parliamo un po’, quanto? Venti minuti di chiacchiere.
Le dico del Niguarda e mi fa alcune domande sugli ormoni, in effetti lei è l’unica a cui non ho raccontato nulla della transizione, non lo ha mai chiesto e mi ha accettata da subito. Quando le racconto dell’effetto che faranno “in testa” e l’emotività. Cioè se qualcosa sarà bello diverrà super-bello e le emozioni tristi diventeranno tristissime. Sarà una cosa che dovrò imparare a gestire e scherzando mi dice che diventerò una ‘vipera‘ come tutte le donne (un po’ stronza?). Non lo so, ma non credo, perché non ho ricevuto un’educazione da bambina e non ho fatto la pubertà da donna. Non sono stata ‘addestrata‘ a essere così.
La cosa fantastica è che non indossavo la parrucca, il make-up non era a posto e si vedeva un grigiore di peluria nel viso (che magari vedo solo io così intenso), ma tutto è stato bello e normale. Alla fine Carmina ha voluto il numero del mio cellulare, non ce lo eravamo ancora scambiato, e più tardi mi messaggerà su WhatsApp scrivendo “Che bella foto che hai
“. In effetti con le parrucche e truccata come si deve, non mi aveva ancora vista!
Nel pomeriggio lavoro intensamente e al termine esco al freddo della sera per staccare dalla programmazione, non c’è la luna e sembra notte fonda, in giro non c’è quasi nessuno forse anche perché fa freddo.
Per mezza giornata è stato bello staccare dalla monotonia della solitudine del lockdown, ieri sono stata da sola e ho parlato con qualcuno solamente al telefono per un minuto, rimanendo silente tutto il giorno!
Poi essere donna, in giro, in ospedale e soprattutto con le vicine mi ha tirato su di morale.

Elisabetta “Brava Iula! Sei molto forte!
”
Sara/Passiflora “Bene tesoro, sei SANA COmE UN PeScE! tOP!
”
Anna P “Iula sei forte ti ammiro molto bel tragitto ma purtroppo faticoso io non so se c'è l'avrei fatta complimenti
”
Elena C “non ho ricevuto un’educazione da bambina e non ho fatto la pubertà da donna. Non sono stata ‘addestrata‘ a essere così. cioè a diventare stronza, come dice la tua vicina!!! Mi ha fatto troppo ridere!
”
Barbara “Amica, ma che bel sapore che mi ha lasciato questo pezzo. Quando hai scritto ‘non sono stata addestrata ad essere così’ mi hai aperto un sacco di temi. Sono contenta di sapere che stai bene. Io da una settimana sto facendo un lavoro emotivo forte: sto buttando via tuuuuuuutti i miei diari. Ma prima li leggo però. Alle volte sorrido, alle volte provo nostalgia, alle volte dolore
“
Ma più che altro sono molto contenta della mia storia personale. Ciao amica bella. Oggi l’odore dell’inverno mi piace un sacco