Oggi sono andata in ospedale per fare la donazione del sangue (AVIS), oggi c’era poca gente al mio orario. La signora alla reception ha preso la mia tessera, dato un’occhiata veloce alla fotografia, fatto finta di nulla. Lo stesso il dottore per la visita preliminare e le infermiere. Che carini, sono adorabili e mi hanno fatto sentire a mio agio.
Rispetto a sei mesi fa, adesso sono esteriormente una donna, prima non ero andata con così tanta sicurezza e l’aspetto fisico lasciava a desiderare (senza parrucca poi perché faceva caldo).

Il prelievo si è svolto a tempo record, solo cinque minuti! La metà del mio record precedente, alcuni impiegano anche quindici minuti. Nel lettino a fianco arriva una signora che ha i capelli simili alla mia parrucca, le sopracciglia uguali alle mie. La osservo pensando che mi piacerebbe essere fisicamente come lei, è proprio il mio ideale di come voglio essere. L’attesa per un cambio fisico più significativo sarà ancora lunga, devo portare pazienza e godermi i risultati raggiunti che non sono pochi.
Lei mi dice che una volta ha fatto il prelievo in quattro minuti, ma poi nella saletta dove si mangia si è dovuta sdraiare sul lettino perché aveva avuto un mancamento.
Me la prendo comoda rimanendo sul lettino più a lungo, anche perché c’è poca gente, idem rimanendo seduta con le gambe per terra. Non mi gira la testa, quindi saluto e mi dirigo nella saletta dove si mangia e si bene. Prendo un cappuccio d’orzo dal distributore automatico (passabile), succo di frutta, acqua (si deve bere molto in giornata), biscotti, crostatina e un panino al prosciutto (ogni volta è sempre più piccolo? due anni fa era uno sfilatino). Mangio con calma e invio il selfie che mi sono fatta.

Torno all’auto e mi dirigo in centro per andare dalle cinesi per sistemarmi le unghie. Non è ancora tempo per un ritocco, ma con la chiusura per un mese rischierei di avere problemi a prendere le cose e scrivere su computer, se crescono troppo. Sono in gel con resina, ho delle limette apposta, ma non servono a ridurre in maniera importante la lunghezza, l’unico modo è usare un mini trapano specifico per manicure. Quindi oggi è la mia ultima possibilità!
Per fortuna non hanno clienti e posso fare i ritocco. Sono indecisa sul colore, il rosso l’ho fatto già tre volte (con varianti), vorrei un fucsia. Mi sembra troppo esagerato, un rosa è troppo chiaro, il viola è bello, ma non mi ci vedo ad averlo almeno un mese. Alla fine trovo un fucsia più chiaro e scelgo quello. Peccato che posso scegliere un colore ogni 4-5 settimane, ci vorrà davvero tempo per provarne diversi.
Quando sono a metà del lavoro arriva un’altra cliente, una ragazza molto giovane che ha delle unghie veramente lunghe, sono leggermente quadrate e ha movenze molto femminili. Mi ricorda la prima volta che ho fatto le unghie e me le hanno fatte quadrate e ricordo che muovevo le mani anche io in quel modo, peccato che dopo due settimane avevo problemi anche a scrivere sul computer. Le mie di adesso sono arrotondate (a goccia) e sono molto pratiche anche se i movimenti non sono così ‘femminili‘.

E’ quasi mezzogiorno, torno al mio paese fermandomi per comprare della carne dal macellaio (negozio che esiste da 105 anni in paese!). Mamma mi ha scritto consigliando una bistecca, che non mangio da mesi e l’ultima non mi è nemmeno piaciuta, così decido per farmi fare un hamburger. Dopo averlo cucinato e mangiato mi faccio un riposino di 15 minuti, ma non riesco a prendere sonno.
Andrò in un centro commerciale a fare un giro e comprare qualcosa prima che li chiudono per un mese. Indosso una gonna perché il vestito lungo di stamattina mi faceva sentire ‘figa‘, ma forse è troppo corto. Ho attirato diverse occhiate per le mie gambe lunghe.

Prendo l’auto e vado a Orio, qui da Decathlon provo varie scarpe e stivaletti, ma non trovo nulla di comodo. Al momento non hanno molte scarpe misura 41/42. Riesco comunque a trovare delle decolletée con tacco ‘basso‘ solo quattro centimetri, molto comode. Una cosa che non ho ancora provato come donna è andare in giro con questo tipo di scarpe. A casa ne ho quattro paia, ma con il tacco troppo alto e non sono così comode da rischiare di andarci in giro sulle strade dissestate.
Torno all’auto nel parcheggio perché abbiamo la riunione settimanale aziendale, oggi sono ‘in permesso retribuito per donazione‘, ma non pensavo i negozi fossero ancora aperti e avevo dato la mia disponibilità. Scopro che l’app da telefono non gestisce il video, forse è meglio perché ho appena messo la crema idratante in viso e una parte del make-up se ne è andata. C’è un nuovo dipendente nel settore vendita, a turno ci presentiamo, quando tocca a me cerco di avere la voce ‘nuova’ e per essere sicuri che mi inquadri come donna dico ‘sono una programmatrice backend
‘, è importante al telefono dichiarare subito che grammatica voglio che usino con me.

Terminata la conversazione torno dentro e giro un paio di negozi senza comprare nulla. Arrivo da Bottega Verde dove ho sconti e un prodotto omaggio ogni mese (oggi è un doccia schiuma), compro un rossetto liquido simile allo smalto delle unghie e vedo dei ‘matitoni‘ per labbra, mai visti. Penso a come li possa temperare. Uno ha il colore del mio smalto e quindi lo compro. Più tardi scoprirò che non è una matita gigante, ma una specie di pennarello molto comodo da mettere.
Mi fermo da YamamaY per comprare dei collant infradito, che hanno le punte fatte apposta, ma nel negozio non ne ha più.

Torno all’auto e mi dirigo verso casa, ma decido di fermarmi in un piccolo centro commerciale con un negozio di abbigliamento dei cinesi. Mi fermo al bar mi faccio un cappuccino con brioche alla crema, chiedo di mettermi anche il cacao pensando a chissà quando potrò berne un’ altro. Scambio due battute con la barista che mi dà del ‘cara’. Quindi visito la sezione scarpe, ma non c’è nulla di nuovo mentre nella sezione abiti trovo molte cose a prezzi molto scontati. Ci sono anche dei bei vestiti che mi sembrano troppo leggeri per la stagione, ma costano quasi come in un negozio di moda non cinese.
Compro cinque cose, dei collant autoreggenti e un reggiseno con mutandina abbinata, colore rosso e molto sexy. Perché? Oggi o domani è il giorno in cui dovrei tirare fuori lo sperma accumulato, mi viene l’idea stasera di ‘giocare‘ con qualche indumento sexy e masturbarmi.
A casa mi svesto, indosso le cose che ho comprato e metto delle decolletée tacco 20. Ondeggio mentre cammino. L’ultima volta che le ho portate è stato un anno fa provando i costume per lo spettacolo di Paprika, allora non avevo problemi. Ero all’inizio della transizione e forse la mia parte travestita era dominante. Ho notato che più divento una donna ‘normale‘ e più ho difficoltà con abiti e scarpe da travestito/sexy.

Mi osservo allo specchio, ma non mi eccita per nulla. E’ una cosa buona, ma anche negativa per sparare fuori lo sperma. Come faccio? Rimando? Non so perché, ma provo a indossare un’ abito lungo che ho appena comprato (per nulla sexy), le decolletée tacco basso e guardandomi allo specchio mi eccito. Essere una donna ‘normale’ come lo sono adesso è stato uno dei sogni/desideri durante le masturbazioni pre-coming out. Qualcosa del mio passato e la fisicità del mio presente scatenano qualcosa in testa e riesco a venire.
Altra cosa strana è che sparo lo sperma prima di ‘venire‘, è successo anche l’altro giorno. Il mio fisico e i miei pensieri non sono più in sincrono mano mano che vivo come donna a tempo pieno?.
Stasera ho scritto il diario degli ultimi giorni e domani inizierà questo lockdown di un mese, spero di resistere. Per domenica ho invitato a merenda Antonella, del primo piano dove abito, almeno potrò parlare con qualcuno di persona.
Altri eventi del mese: mi salterà l’epilazione delle gambe. Fino a due giorni fa non c’era quasi più nulla e oggi ovviamente sono spuntati un bel po’ di pelini, maledetti!.
Settimana prossima scoprirò se al Niguarda riuscirò a fare l’eco-addome, altrimenti cercherò di farla privatamente (anche pagando) in modo da poter iniziare la terapia ormonale sostitutiva (TOS) nonostante il Covid-19. Tra l’altro su Facebook ho letto che hanno spostato fisicamente il reparto dell’endocrinologo in un’altra sezione dell’ospedale, senza dare indicazioni.
L’alternativa al Niguarda e andare a Bologna, che non è dietro l’angolo, dove c’è un’ altro centro specializzato in transgender.
Incrociamo le dita.
Questo mese ho solo eventi online in videoconferenza, meglio che niente, ma non è vivere solo sopravvivere in attesa di giorni migliori.