Questa mattina sono uscita a fare carburante per l’auto poi sono andata in centro , parcheggiato e andata al baretto per fare colazione con cappuccino di soia e una brioche allo sciroppo d’acero.
In realtà non avevo così tanta voglia di fare colazione fuori, ma volevo assaporare la libertà di uscire dopo tutti questi giorni in casa.
Lo stesso anche nella pausa pranzo, faceva un po’ fresco, ma da due settimane non mi facevo un giretto come si deve.
Oggi poi ho scoperto che da giovedì ci sarà una nuova limitazione in Lombardia con il coprifuoco dalle ore 23, il problema sarà il corso di teatro che anche se ti dicono che finiremo alle 22:00 non è detto che riuscirò ad essere a casa per tempo. Limitazioni incomprensibili… anche questa volta dopo sei mesi che non hanno combinato nulla in regione Lombardia continuano a prendere decisioni a caso e di facciata.
Stasera non ero sicura di voler andare a Milano a fare il corso di teatro, ma questo punto ci devo andare perché non so se settimana prossima riuscirò a farlo.
Dopo essere guarita, volevo evitare di strapazzarmi per due sere di fila.
Dopo una giornata lavorativa intensa, alle ore 18:00 smetto e mangio qualcosa velocemente perché ho la lezione del corso di teatro. Un’ora di viaggio e arrivo per scoprire che non c’è un parcheggio libero da nessuna parte. Giro per 20 minuti battendo i dintorni, mentre mi scappa sempre di più la pipì. Ho quasi deciso di tornare a casa, poi girando a caso vedo dei parcheggi. Sono a 700 metri dalla destinazione, ma 5 minuti a piedi si possono fare. L’unico dubbio è: questa è una zona sicura per una donna la sera?
Mi faccio la camminata con la vescica che spinge sempre di più, spero di non farmela addosso. Finalmente arrivo e la prima cosa che faccio è andare in bagno, senza salutare nessuno.
Quando esco vedo che sono in piedi in cerchio discutendo di qualcosa, anzi qualcuno. Ci sono delle persone che venendo solo quando fa comodo a loro hanno minato la possibilità di fare lo spettacolo a dicembre, non ci sono abbastanza giorni di prove per preparare come si deve lo spettacolo. Tutta la sera la passiamo discutendo poco fruttuosamente.
Niente spettacolo di fine corso in teatro e si cercano alternative per una decorosa conclusione.
Martedì prossimo ci diranno cosa si è deciso, una delle proposte era di realizzare un video a tema teatrale. Unico problema, sono l’unica dotata di attrezzatura decente e competenze di montaggio video, forse Nathan ne sa qualcosa e dovrò vedere se potrà farlo lui.
Torno all’auto nelle strade deserte, meno male. Inizia a fare freddo e ho un leggero mal di stomaco, mangiato male e in fretta? il freddo? il non avere fatto lezione? Tutte queste cose.
Nel viaggio di ritorno penso a questo periodo e quello dello scorso inverno. Prima era un inizio di un sacco di cose, come fosse la preparazione per una vacanza da sogno, attesa, agognata. Ora sono nella fase vivi come una donna, non devo più dimostrarlo a nessuno, non devo camuffarmi troppo con parrucche e abiti vari. Quindi cosa c’è adesso?
L’epilazione del viso è nei mesi finali, a breve inizierò la terapia ormonale per un ultimo adeguamento del fisico, i capelli iniziano a essere lunghi (ma non abbastanza), magari a febbraio farò le labbra tatuate oppure un refill.
La normalità a lungo agognata c’è, ma causa Convid-19 tante attività sono precluse. Anzi a causa di questo rispetto allo scorso anno, sono troppo a lungo in casa senza vedere nessuno.
Ho appurato oggi che farmi il viaggio a Milano nel buio della sera, mi stanca parecchio. Ora si sono ridotte anche le cene e le conversazioni siamo tornati a farle online. Unica nota positiva è il corso di Lettura Espressiva del lunedì sera dove mi sono trovata bene e con gente nuova. E’ vicino casa, per tutti sono una donna, non devo dimostrare nulla tranne le mie capacità recitative e di lettura.
Questa freschezza di persone mi è mancata al corso teatrale, con alcune delle nuove abbiamo stretto delle belle amicizie, ma quando siamo in gruppo sento che mi manca qualcosa, c’è come una barriera tra me e loro.
Forse è solo la tensione del periodo del cavolo che stiamo vivendo.