Meditopia
“Il sentiero che stai percorrendo non conduce a un luogo immaginario: la meta sei tu stessa.
”
Maia “ti ho vista, ero a 2 metri da te, ma eri talmente concentrata in te stessa che non mi hai visto. Non ti ho chiamato l'attenzione perché ero curiosa di vedere se staccassi lo sguardo della ricerca dell'angolo migliore per i tuoi selfie. Dunque, la mia domanda é: La trasformazione fisica che stai vivendo e lo stato emotivo con cui carichi la tua giornata non ti porterà a creare un mondo di "Alice"? E in questo mondo sarai nuovamente piombata nella solitudine e assenza sentimentale? Anziché aprirti forse ti stai "racchiudendo" nel creare una immagine irraggiungibile ai più? Accettiamo che non è l'aspetto a farti donna, ma lo stato d'animo, perciò se ora togliessimo di dosso Iula del tuo corpo, cosa rimarrebbe di femminile? Il linguaggio non prevede un altro tipo di genere, perciò chiamarti al femminile è l'unica alternativa possibile. Penso che sai già della lotta per il linguaggio inclusivo di genere, se ne sta parlando molto a riguardo perché è necessario adattare la lingua al mondo. Dunque, tu come vorresti essere chiamata?
”
Iula, ribadisco che la mia è un indagine personale e perciò le domande sono puramente di analisi, sentiti libera di non risponderle, come sempre.
Nooo, non ti ho vista! In realtà quando mi trovo in luoghi pubblici non guardo il volto delle persone. Forse è una cosa che avevo come Gerardo e mi tengo ancora dentro. Oppure magari se li osservo pensano che mi interessino.
Ieri un vicino mi ha salutata, ma io lui non lo conosco, però era con figlia e nipotini dentro una villetta e ho guardato la scenetta forse più a lungo del necessario. Lui deve avere pensato che li conoscessi e mi ha salutata con calore.
La giornata di oggi è stata quasi una risposta alle domande di Maia. Dopo aver lavorato un’ora ho telefonato per capire come fare l’impegnativa dal supplente del mio medico di base, che da due giorni ha cessato l’attività.
Mi da l’appuntamento di lì a 30 minuti, Prendo un’ora di permesso al volo e vado a Treviglio.
Questa mattina ho solo il fondotinta Water Proof è una righetta nera alle ciglia e indosso la parrucca. La mia voce nella telefonata non era molto femminile, come mi vedrà questo medico?
Memore dei casini di ieri, parcheggio non così vicino e faccio 300 metri a piedi incrociando alcune persone ed altre sedute fuori da un bar a chiacchierare. Nessuno mi degna più di un fugace sguardo.
All’ingresso dell’edificio davanti a me c’è un signore e entro insieme a lui mentre tiro su la mascherina. Idem.
Nella stanza del medico supplente, che è un pediatra, al momento non c’è nessuno per cui anche se sono in anticipo mi faccio vedere “ho telefonato prima” gli dico e mi fa accomodare. Mostro i due foglietti che il Niguarda mi ha dato e gli dico che devo fare una eco addome per una terapia ormonale sostitutiva. Mi compila la ricetta e poi mi chiede se è urgente per indicarlo.
Prendo la ricetta lo saluto ed esco.
Mi sono resa conto che per lui ero una signora a tutti gli effetti con problemi ormonali. Infatti non gli ho detto niente della transizione e ha usato la grammatica al femminile più un paio di “signora”,
Questa mattina anche se non mi sentivo “donna” come lo ero ieri, poi la mia voce non mi era sembrata particolarmente femminile,
in realtà sono “donna” anche quando non mi rendo conto. Questo a giudicare da come gli altri si comportano verso di me.
Dopo pranzo vado dal dentista per farmi inserire gli impianti. Arrivo cinque minuti prima e parlo con Fabio, che gestisce lo studio in attesa che arriva il dentista che farà l’operazione. Gli accenno del Niguarda e della terapia ormonale, involontariamente mi chiamo un paio di volte Jerry, mi conosce da 15 anni e quindi ci può stare.
A un certo punto arriva un tizio col casco che mi sembra quasi un corriere, invece è il dentista che a dispetto dell’aspetto fisico e di come si veste è veramente in gamba.
In studio c’è anche la sua assistente personale. Dopo avermi fatto un po’ di iniezioni per l’anestesia inizia lavorare, poi si ferma e parla con Fabio sul tipo di perno che si può mettere.
Mentre li ascolto mi rendo conto che sia per il dentista che per l’assistente, che non mi hanno mai conosciuta, sono una signora e non sbagliano nemmeno una volta la grammatica.
Dato che per gli altri due sono “al femminile” anche Fabio non ha sbagliato nemmeno una volta, quindi l’ascoltare anche come parlano gli altri influenza come reagiamo. Ad un certo punto una voce dentro la mia testa ha esclamato “heiy!parlano di me!“
Prevedendo schizzi di acqua e quant’altro non ho portato la parrucca, il trucco è inesistente e rimane solo un minimo di fondotinta da stamattina. Questa volta per farmi passare come donna non posso contare su niente che mi aiuti. Eppure per loro era una signora.
Scopro che le ossa del mento sono corte e deve farmi un impianto specifico, quindi anche di mandibola sono più femminile di quello che pensavo.
In 40 minuti abbiamo finito, prendiamo l’appuntamento la settimana prossima per togliere i punti saluto e esco con un sacchetto di ghiaccio sul mento.
Tutto il resto della giornata l’ho passato spostando il sacchetto di ghiaccio e sentendomi dolorante, ma non così forte da farmi prendere antidolorifici che infatti io non prendo mai.
Sdraiata sul divano un po’ a dormire e un po’ a guardare YouTube sulla televisione, mi sono chiesta quanto ero femminile? Non lo so perché in realtà quando sono da sola io mi sento “normale” come lo ero prima della transizione. Mi viene da pensare che quando ero in casa in solitaria ero già una donna, ma non lo sapevo.
Non mi influenza più di tanto come sono vestita, però quando mi guardo le unghie smaltate le vedo come una cosa “normale” che mi dà un piacere di testa.
La risposta alle domande è che quando sei trans lo sei davvero, soprattutto dentro e solo quando interagisci con gli altri che è più facile esserlo.
Riguardo “l’assenza sentimentale”, ora mi pesa molto meno perché so che ho tante persone a me care che mi vogliono bene e mi pensano.
Tutte queste persone mi arricchiscono e mi presentano a loro volta altre persone, rispetto a come ero prima, la mia cerchia di conoscenze si espande continuamente, mentre prima era bloccata a quattro persone (maschi). Con una battuta potrei dire che adesso “ho del materiale su cui lavorare”.
Sul cercare la persona giusta non ho fretta, non ho più quel senso di solitudine e di non vedere un futuro davanti a me, anzi è proprio il contrario.
Ora torno a mettermi il ghiaccio, devo risolvere una cosa alla volta.
Silvia “È sempre un regalo leggere di te
”
è sempre un regalo sapere che leggete di me
Pietro “Prima parte c'è qualche refuso, in una frase dici "sono rimasto solo con…" sarebbe meglio "sono rimasta da sola con…"
”
Alcuni pensieri sono un po' difficili Di comprensione a causa della frase troppo lunga o punteggiatura assente. Dovresti rileggere con calma prima di postare nel blog.
Un'altra cosa, non voglio assolutamente giudicare, ma non tirartela troppo, potresti sembrare antipatica. Forse dovresti ammiccare di più con chi ti leggerà. Buona notte.
Barbara “Ieri sera prima di addormentarmi mi son messa a leggere il tuo blog. Bello, devo essere andata avanti quasi un’ora.. Stanotte ho fatto un sacco di sogni, e in OGNI sogno c’eri tu. Non mi ricordo i sogni, delle immagini sbiadite tipo che eravamo in viaggio, una volta che ridiamo tantissimo e poi boh..
”
Ma so che verso la fine della dormita, in un sogno, ti ho chiesto proprio come mai eri ancora li. Ma non infastidita, più incuriosita. Ecco, così so che oggi penserò spesso a te
Ecco perché ero così stanca stamattina tutta la notte nel tuo sogno!