Oggi è davvero difficile svegliarsi, ieri sera ho fatto un’altro aperitivo e sono rientrata alla una. Due sere di fila con il caldo sono davvero troppi, ma sempre meglio che rimanere a casa da sola. Il piano di oggi è quello di non fare nulla e sopravvivere al caldo.
Ieri sera sono partita alla volta di Milano alle 18 e dopo venti minuti di strada di accorgo che non ho messo la mini dentiera, grave dimenticanza. Se apro troppo la bocca non sono un bel vedere con i buchi davanti. Questi tre mesi che mi separano dal mettere le capsule saranno molto lunghi. E’ troppo tardi per tornare indietro, cercherò di non aprire troppo lo bocca. Non se ne accorgerà nessuno o almeno non diranno nulla.
Arrivo ai “Bagni Misteriosi” che è una piscina molto bella con anche un palco teatrale per spettacoli serali, sempre la sera si può fare l’aperitivo. Sono con Maia e Luca, il suo compagno/marito e poco dopo arriva anche Daniela.
Siamo a piedi nudi e accomodati su un finto prato con due cubi di legno come tavolini. Come Gerardo ho sempre avuto problemi a stare a piedi nudi all’esterno, in estate perché avevo le unghie smaltate e le tenevo nascoste e quando non erano colorate sono sempre stato a disagio. Ora va tutto bene e mi fa piacere vedere i miei bei piedini con le unghie appena sistemate ieri e rosso fuoco.
Parliamo di un sacco di cose, ma nessuna relativa a quello di cui ci eravamo messaggiate. Luca è divertentissimo nei suoi interventi e interruzioni.
Siamo sul prato sintetico,non sono mai stata brava a stare a terra e continuo a cambiare posizione. A un certo punto mi accorgo che la gonna è salita e forse si vedono le mutandine, devo stare più attenta. Mi guardo poi i piedi nudi e quelli degli altri e i miei sono ‘belli‘, piccola soddisfazione in tarda età.
A un certo punto si avvicina qualcuno ed è una mia ‘sorella drag queen’ con cui ho fatto lo spettacolo: Frau Petra, la Lupa. Dopo il classico “cosa ci fa qui?” parliamo di montagne, entrambi facciamo trekking e poi lui torna al cubo dai suoi amici. Ha appena operato gli occhi e senza occhiali ha uno sguardo diverso, più candido e solare.
Il cibo che ci hanno portato è veramente poco e non giustifica i 15€ di ingresso, Maia propone di andare in un pub dove eventualmente mangiare qualcosa.
Tra l’altro la serata è davvero fiacca e l’aperitivo è quasi deserto.
Nell’uscire facciamo il giro della piscina e siccome con il buio e le luci sull’acqua lo scenario inizia a essere suggestivo le chiedo di farmi qualche scatto. Anche questa volta mi fornisce dei suggerimenti per essere ‘più sciolta’ e più fotogenica, inoltre non so come riesce a dare un taglio di inquadratura che sembrano scattate con una Polaroid negli anni ’70. E’ davvero una grande fotografa. Rinnova l’invito di farmi un servizio fotografico a breve.
Il pub è a 25 minuti di auto dalla parte opposta di Milano, con Daniela a fianco andiamo. La città è deserta, si vede in giro solo qualche delivery in bicicletta.
Nel pub ordiniamo birra e patate, Luca anche un grande hamburger. Ripenso a Gerardo che ne avrebbe mangiato uno pure lui, ma come Iula mangio meno e ‘mi accontento‘ della birra e patate che sono un bel pò di calorie comunque.
La serata termina quasi alla mezzanotte, saluto e rientro a casa ringraziano la coppia che riportano loro a casa Daniela che abita vicino, io non ne sono in grado per la stanchezza e un residuo di birra. Prendo l’autostrada che è tutta dritta e giungo a casa stavolta davvero stravolta.
Oggi quindi non avrei dovuto fare nulla di particolare e ci sono riuscita. Ho lavato il pavimento, letto un paio di capitoli del libro “Patto d’Amore” interrotto solo perché quando i protagonisti si mollano a fine capitolo mi metto a piangere.
Dopo un pranzo leggero dormo un’ora e mi sveglio più rinco di prima, esco sul balcone e sento il caldo umido addosso. Non posso rimanere a casa, ma dove andare? A Ferragosto è quasi tutto chiuso, ma forse al centro commerciale qualcosa è aperto ed è condizionato.
Arrivata, entro nel freddo condizionato, ricevo un lungo messaggio da parte di Rebecca,
non mi ha mai scritto così tanto, devo preoccuparmi?
Mi prendo una coppetta di gelato e seduta a un tavolino leggo il messaggio, le chiedo se posso condividerlo perché è molto bello e profondo, poi le scrivo una risposta.
Ne pubblico una parte perché è comunque una sua cosa personale.
“Il maschilismo gentile…
“
oggi ho scoperto un altro punto da scardinare, quel maschilismo gentile, che ci vuole donne tranquille, pronte a ridere alla battuta del nostro cavaliere, donne con le lacrime in tasca, pronte a disperarci quando finisce un amore. Quel maschilismo nascosto da galanteria (come pagare sempre la cena, o aprire la portiera della macchina.). Ho fatto mia questa cosa, fino a diventare perfetta. Ho riso alle battute, ho lasciato il passo, ho pianto, come farebbe una vera signora, in ginocchio pregando che non andasse via, mi sono disperata per settimane senza di lui… Sentivo questa necessità di essere donna così come si deve. Poi, ogni tanto, in alcune relazioni o frequentazioni, veniva fuori quel mio lato intraprendente, forte. E l'uomo di turno, dopo avermi regalato dei fiori (che odio), o aver deciso che fare, si scontrava con il mio rifiuto di essere la ragazza perfetta.
Ho pensato che adeguarmi ed essere più docile fosse il meglio. Ma poi dopo un po', quella fiamma che avevo dentro, tornava a farsi sentire… Ed essere docile era impossibile. Ho lasciato, piuttosto che mettere io la parola fine, che fossero loro a stancarsi di me… Ci ho messo anni, a volte ancora oggi cado di nuovo nella mia trappola del maschilismo. Tutte queste cose, non sono mie. Le ho volute imparare per essere una vera donna. Come se esistesse un solo modo di esserlo e quel modo lo ha deciso un uomo.
“Non essere se stessi e sempre sbagliato, anche se ho scoperto molto di recente che osare di più e esprimersi meglio e da fare.
Nel nostro caso pero abbiamo molte limitazioni sui possibili partner per cui con una scelta più limitata, si cerca di essere la donna che si pensa possa piacere, ma secondo me questo non porta ad avere amore, ma è solo un accontentare qualcuno e darsi un illusione di normalità.
La dolcezza, la femminilità va dosata e non confusa con un cambiare per piacere, puoi ricevere e apprezzare un mazzo di fiori se questo non è un gesto giusto per “la prassi“, ma se ha una motivazione vera.
Il problema è che la maggioranza di uomini e donne cercano un rapporto di normalità, stabilita e noia. Fanno le cose che si dovrebbero fare e nulla di più.
Come maschio ero contro questa normalità e noia di abitudine, ma con la maggior parte delle donne non riuscivo a far vedere questo mio lato, con quelle a cui non interessavo forse loro cercavano un “cattivo ragazzo” (io sembravo sempre quello bravo con la testa a posto, uno noioso).
Molte amiche dicono che vogliono adesso un uomo con determinate qualità, ma non vogliono cambiare le proprie abitudini e modo di vita, non lo trovano questo uomo. Perché si chiedono?
Quindi come ogni cosa la verità sta nel mezzo, ma solo se l’altra persona è intelligente e aperta, altrimenti vale solo farci sesso.”
Elisabetta “Credo che il partner ideale sia colui che porta rispetto all’universo. Alle persone, agli animali,alla terra, all’acqua, agli alberi, alle idee altrui, agli umori di chi gli sta attorno. Una persona tranquilla, che ascolta i silenzi, che ti parla per accarezzarti. Una persona che non ti cuce addosso i vestiti che gli piacciono o che lo eccitano. Una persona che non ti proietta addosso ne’ i suoi demoni ne’ i suoi angeli. Una persona che vuole solo amare.
”
Rita “Io non subito mi accorgo dei "maschilisti gentili" ma, quando me ne accorgo, non li sopporto. E mollo!! Brava, Iula! Leggo e rileggo e sono sempre più maledettamente d'accordo con te!!!! Ti adoro!!!
“
Oltre a questo bello scambio di contenuti ho letto e gestito la valanga dei messaggi di “Buon Ferragosto“, poi stanca anche si stare lì al centro condizionato sono tornata a casa dove ho terminato il libro che mi ha delusa un pochino. Sono romanzi rosa per cui il lieto fine è assicurato e per rimettere insieme la coppia la storia prende un classico: dopo tre mesi che si sono lasciati e lui ha cambiato città, lui ha incidente e finisce in ospedale. Lei viene avvisata e va a trovarlo. Dopo un mese di convalescenza lui torna a da lei e le propone di sposarlo. E’ un pò più articolato di così e interessante, ma il lieto fine rimane in piedi per miracolo. Un paio di volte a metà libro ho pianto quindi è servito allo scopo nel tirarmi fuori delle emozioni che non ho mai avuto.
Per cena decido di ordinare un piatto Kebab, la tipa al telefono mi dice che se vado io a ritirare faccio loro un favore. Fa ancora caldo, ma posso fare 500 metri.
Dopo il kebab che ho divorato dalla fame nonostante la piccantezza esco di nuovo per un breve giro e prendermi un ginseng al bar. In giro non c’é quasi nessuno. Mi rendo conto che sono uscita con la maglietta senza aver messo il reggiseno imbottito e vedo le mie tettine che spuntano nella sagoma, meno male che non c’è nessuno in giro e penso a quando saranno grandi come sarà bello.