Sogni di questa mattina nel dormiveglia intorno alle ore 7.
Premesse: ieri sera ho mangiato una pizza take-away e ho avuto problemi di digestione nella notte.
Inoltre qualche giorno fa tramite LinkedIn mi hanno fatto gli auguri per i due anni di lavoro dove sono adesso,
li ha fatti il capo dell’amministrazione del mio lavoro precedente a cui ho chiesto se sa di me e ha risposto che glielo hanno detto
e che magari in futuro ci rivedremo. Quindi per qualche motivo ho utilizzato nel sogno persone prese da dove lavoravo prima, cosa che non è più accaduta dopo che mi ero licenziata per cambiare lavoro.
Ambientato con dei colleghi del mio precedente lavoro, dove sono stata per 17 anni e facevamo corsi per medici, ma in un luogo nuovo mai visto che è un albergo con area congressi.
Però sono Iula e non la parte maschile.
Mi dicono di andare al piano di sopra nell’ultima stanza a sinistra e io ci vado, entro nella stanza ed è pieno di pazienti con il Codiv-19,
io ho sui la mascherina, però non ho una sensazione di sicurezza. C’è anche il proprietario dell’azienda, ma è dimagrito tantissimo, indossa un camice da ospedale
e mangia patatine fritte da un sacchetto. Mi chiede come sto? Si appoggia alla mia spalla perché è debole, camminiamo fuori dalla stanza e ci troviamo in strada.
Mi dice una battuta a proposito della vagina: “le ragazze l’hanno avuta gratis dalla nascita, tu te la devi sudare”. E ride, io continuo a sorreggerlo, non rido, però penso che sia una bella battuta.
Stanza piena di persone, io sono Iula, molte di queste persone hanno il volto di ex-colleghe di cui alcune con cui siamo rimaste in contatto.
Devo andare in bagno e una volta dentro mi specchio e nel riflesso vedo me stessa di adesso, ma la mascherina è una specie di maschera di cartone rigido sagomato.
Ho una specie di muso tipo i Predator del film, tolgo la mascherina e sotto ho un muso quasi identico, ma con il fondotinta.
La parte del resto del viso è femminile e ben truccato.
Ho pensato che comunque sono accettata così come sono e non dovevo farmi problemi sul mio aspetto. Ho rimesso la maschera e sono tornata nella stanza, senza fare pipì.
E’ passato un giorno nel sogno, e devo tornare all’albergo per il congresso medico. Sono un autobus con due colleghi (non definiti), abbiamo ognuno una valigia con l’attrezzatura computer e videoproiettori.
Parliamo di qualcosa, il viaggio dura pochi minuti. Li avviso che scendiamo alla prossima fermata, si ferma l’autobus e loro scendono.
Scendo anche io e poso la valigia e risalgo sull’autobus che riparte. Dovevo scendere penso disperata, ora dovrò attendere la prossima fermata e prendere un autobus in direzione opposta.
Mentre viaggio penso che ho fatto lo stesso errore quando feci il sopralluogo all’hotel.
Scendo alla fermata che non è su una via, ma in una piazza piena zeppa di autobus, di gente che cammina e un sacco di autisti di autobus che vanno e vengono.
Non capisco quale autobus devo prendere per tornare all’albergo, le indicazioni sulle paline alle fermate non aiutano.
Chiedo a un autista che mi dice che devo prendere il 20 oppure il 54 e va via, solo che non capisco dove siano le postazioni per salirci.
Vedo in lontananza il cartello con il numero 20 e mi dirigo. Insieme a me c’è una mia ex-collega, che abbiamo fatto per anni il viaggio in treno per andare al lavoro.
Però lei mi segue e basta, non fornisce nessuna idea utile.
Attendiamo alla fermata, ma non arriva nessun autobus allora entriamo nel bar a fianco, dove dovrebbero fare i biglietti che non abbiamo.
Il locale è piccolo e pieno di gente, ci facciamo strada e arriviamo al bancone dove una svogliata signora dai lineamenti indiani dice che non hanno i biglietti.
Usciamo e alla fermata arriva una specie di trabiccolo monoposto con scritto il numero 20 con dentro una persona. L’autobus monoposto riparte senza di me visto che non posso salirci.
Allora decido di usare le mappe, ma anziché usare il telefono in mano ho un iPad, apro le mappe e non mi ricordo l’indirizzo e nemmeno il nome dell’hotel.
Apro l’app delle note perché inserisco sempre lì i dati delle cose che devo fare, ma l’app non si vuole aprire perché è bloccata da una password.
Perché non mi riconosce dall’impronta digitale? Uso il telefono che mi riconosce e si sblocca e fa sbloccare anche l’iPad (i prodotti Apple fanno cose simili, ma tra Orologio e Computer).
Apro le mappe vedo che non è lontano e ci posso andare a piedi.
Elisabetta “Anche nei sogni non ti perdi d’animo! Noi donne e la tecnologia lo intitolerei!
”
Elena “Mamma che faticoso questo sogno. Ti sarai svegliata più stanca di prima
“
Paola “Per fortuna no Iula! Ma credo che Il tuo riveli molto di te in questo momento, quasi come se tu vedessi degli ostacoli nel cammino verso la tua nuova 'identità, ma questo è ciò che leggo io, e i sogni vanno invece letti da chi li fa, magari con l' aiuto della persona che ti segue
”