Intorno alle sei del mattino mi sono svegliata per andare in bagno e ho avuto un vago ricordo di un breve sogno. Per l’ora successiva mi sono svegliata alcune volte, senza andare in bagno, e ogni volta avevo il ricordo di un pezzetto di sogno. In pratica ho sognato dei ‘corti’ con scenette più che una storia.
Mentre ascolto il vocale che ho registrato ho una voce ‘cisposa’ da sonno, però ho una tonalità più femminile, che bello.

Ed ecco i corti.
Giravo la città, anzi il mio paesino, per andare a consegnare qualcosa, non ricordo cosa se erano prodotti, la spesa. Anzi in mano non avevo nulla. Ero una lei e percorrevo la via via ‘bassa’ con la pavimentazione di sassi che uso ogni tanto per i miei giretti del mondo reale. Avevo una sensazione di tranquillità.
Andavo a fare acquisti in un negozio che dava direttamente in strada, come se fosse un chiosco, il luogo sembrava il paese dove abitavo da giovane da un lato, mentre di fronte c’era un vialone enorme con dei palazzi e grattacieli molto lontani. Penso dovessi comprare del pane. Fuori c’era gente in attesa. Il cielo era di un azzurro limpido. Una signora guarda in cielo oltre me e ci giriamo tutti. In lontananza ci sono delle nuvole a forma di fungo atomico, io penso ‘Siamo morti’ e la signora lo esclama subito dopo.
Una di quelle nuvole cambia forma e diventa un drago che vola sopra di noi e sparisce in lontananza. Però non siamo preoccupati di quello che ci succederà.
Faccio la mia spesa e il negoziante mi da un sacchetto di plastica, il cliente dopo chiede qualcosa e gli dicono che io ho comprato l’ultimo di quel prodotto.
Nota: ieri sera avevo fame, ma erano le dieci e sono riuscita a trattenermi facendomi la mia tisana serale con un biscotto, forse la fame si è travasata nel sogno.
Sono fuori di fronte a un edicola. Questa edicola in tutti i miei sogni si trova nella piazza del paese dove abitavo da giovane. Lì di fronte ho anche rischiato di rimanere sotto un’auto tornando verso mia mamma, sbattendo contro la portiera e finendo a terra. L’edicola nei sogni cambia forma, prodotti, ma è sempre in quel posto.
Succedono delle cose intorno a me che non ricordo, poi l’edicola diventa il negozio dell’ ACI ed entro. C’é un’impiegata nuova, non so come sapessi questa cosa, che parla con un ragazzo riguardo all’esame e io aspetto. Il ragazzo fa una pausa e guarda nel suo zainetto e io ne approfitto per chiedere una cosa all’impiegata se può lasciare un messaggio all’altra sua collega. Lei mi dice che hanno ridotto del 10% il personale, ma il titolare le ha rassicurate che cercherà di tenere quasi tutti e quindi, immagino, anche la collega, che non so come è una mia amica. Prendo uno scontrino che ho in borsa per lasciare il messaggio e scrivo in grande sopra Iula, poi lo inserisco in una busta di plastica trasparente. La busta è una che ho riciclato davvero nella vita reale e sopra c’è un’ altro nome a pennarello, allora inserisco il foglio da lasciare e cerco di scrivere Iula da qualche parte in vista. La commessa legge l’intestazione stampata e mi chiede quale è il mio cognome, le dico Gerardo, che è un cognome strano. In quel momento non mi sento a mio agio dicendo questa cosa. Lei prende nota e il sogno termina.
Il resto della mattina lavoro, anche oggi mi sono truccata quasi per nulla, ma mi sono vestita da donna e ho indossato anche delle zeppe tacco 10. Ho parlato con due colleghi e mi sembra di avere avuto la voce giusta, con uno mi sono impappinata perché con la nuova voce da parlare non mi venivano la parole.
Dopo pranzo sono andata in discarica a buttare anche i rasoi vecchi e guasti. Ho un flash di quando ho lanciato nel cassone una scatola e avevo i movimenti femminili del corpo nell’atto del lancio. Almeno non era un movimento maschile di potenza.
Ho indossato una maglietta sopra i leggins attillati, ma si vedeva il pacco, così ho optato per una maglietta lunga. Il resto senza parrucca e con poco trucco, anzi niente fondotinta.

Dopo che ho scaricato sono andata a fare GPL per l’auto e il benzinaio mi ha salutata come una donna. Avevo la mascherina e non mi sono sentita a disagio senza make-up. Tornando verso casa mi è venuta voglia di un piccolo giro per andare al supermarket, mi dirigo alla Bennet e una volta qui al baretto interno prendo un Ginseng. Quando è il momento di berlo mi ricordo che non ho il fondotinta, mi giro in una direzione dove non c’é nessuno, poi penso ‘chi se ne frega?‘ e lo bevo tranquillamente.
Faccio la spesa e mi giro tutti gli scaffali, ogni tanto noto che quando mi fermo ho una posa femminile, bello questa cosa che mi viene spontaneo e ogni volta sempre di più.
Alla cassa automatica scambio due battute con la tipa che gestisce i problemi di lettura codici a barre e da quel che ho visto per lei ero una signora.
I capelli iniziano ad essere abbastanza lunghi da darmi un ovale sul volto, non sparano più in giro come una matta, però sopra si vede che sono radi.
Torno a casa e in garage pulisco gli interni dell’auto e mi stanco abbastanza da tornare di sopra, bere una tisana alla Menta Spicata (anti androgeno) e mi sdraio sul divano ko.
Mi sveglio dopo 30 minuti, mi sistemo un minimo il make-up e vado dalla vicina a restituire i piatti della torta e lasagna. Il marito ha ancora un problema con la stampante, gli dico che tornerò domani sera perché stasera ho impegni. Già, tra poco avrò il corso di ballo caraibico con Giuliana e poi l’ultima lezione online del corso di teatro.

La lezione di ballo è stata molto bella ed è stata la prima volta come donna a tempo pieno e questa volta ero davvero me stessa. Rivendendo la registrazione ho visto mi muovo meglio, più fluida e più dritta di schiena. Di profilo non vado ancora molto bene, ma anche qui c’è stato un miglioramento.

Mi sono goduta tutta la lezione e mi sono anche ricordata quasi tutti i passi, compresa la coreo finale dove non c’era Giuliana da seguire perché era lei a guardarci.
