Ieri sera ho passato la serata online in conferenza con l’iPad in connessione con il gruppo teatrale, eravamo in 14 e a parte qualche rallentamento di connessioni, oppure poca reattività di noi a incalzare nelle battute, tutto bene. Siccome nel secondo atto mancava Gina, ho letto io la sua parte usando la nuova voce che mi sembra sia andata bene anche perché qualcuno ha poi postato un breve video di noi in conferenza e sembrava una voce femminile. Al termine ho letto anche il mio monologo, cercando di fare una voce femminile differente (e mi esce sempre più naturale ogni volta che ci provo) e mi hanno dato alcune dritte su parti di cui non avevo capito come interpretarle e renderle divertenti nonostante le avessi già lette dozzine dio volte, ma Massimo che è l’autore mano mano ci dice cosa intende nel testo e le intenzioni.
Unica nota negativa della serata è che dopo due ore e mezza di prove Massimo mi ha chiamato Gerardo un paio di volte, mentre all’inizio mi aveva fatto i complimenti.
Stanchezza di tutti? Il mio make-up é andato a farsi friggere? Non mi ero truccata molto.
Mi fa sempre male quando sbagliano il genere oppure salta fuori Gerardo quando si parla di questioni tecniche, mi sembra di non essere all’altezza delle mie aspettative e poi molto più tardi mi dà la forza di migliorare e andare avanti nella mia ricerca di me stessa e della femminilità sopita per troppi anni.
Paola “Iula devi essere comprensiva con chi ogni tanto ti chiama col tuo vecchio nome, talvolta non si è attenti o per abitudine ci si sbaglia… Baci
“
Nel pomeriggio ascolto la conversazione dell’associazione transgender, intanto sposto un pò di file, video e immagini in una nuova cartella per costruire il nuovo sito e nuovo CV. In realtà non guardo molto lo schermo perché devo attendere la copia ogni volta. Nella discussione che prima verte sul virus e poi secondo mio suggerimento a Laura C di parlare di come ci sentiamo in questa situazione di isolamento. Io sono la prima a cui viene chiesto visto che il suggerimento è stato il mio, racconto che ho scoperto che la mia femminilità si basa molto sull’essere con la gente e all’esterno e che quindi l’isolamento mi ha messo un poco in crisi da questo lato. Essere una donna solo per me stessa in solitaria non è sempre facile e mi escono le abitudini e movenze di Gerardo. Però sembra che solo a un’altra persona ha la mia sofferenza, gli altri anzi sono felici dello stare per conto loro, anzi alcuni sono felici di mettere la mascherina così gli altri non sbagliano a usare i pronomi del genere sessuale che si vuole essere.
Poi l’argomento vira sulle prescrizioni di ormoni, la difficoltà a reperire i farmaci e via discorrendo sui costi da affrontare con gli endocrinologi sia pubblici che privati. L’impressione che mi sono fatta, senza averne ancora incontrato uno, è che hanno una specie di potere prescrittivo, ma che spesso ignorano i pazienti che lasciano messaggi a cui non rispondono e non solo in questo periodo del cavolo. La dipendenza ormonale è davvero una cosa brutta, forse peggio di eventuali effetti collaterali. Tra l’altro sono iscritta in un gruppo Facebook e leggo messaggi terribili di richieste di aiuto e consigli. Gente che ha la pelle delicatissima e che appena tenta di radersi si squama e altri problemi fisici che non conoscevo. La transizione è davvero un mondo a parte e ogni persona transgender è davvero un caso a sè.
Alle cinque esco per la passeggiata intorno a casa, fa freddino ma riesco a fare quasi 3 chilometri prima di assiderarmi. Nel mentre provo a fare dei discorsi con la nuova voce che stamattina mi sembra di avere affinato ulteriormente, provo anche a registrarmi in strada, ma non ho ancora ascoltato il risultato che sentirò domani per non farmi influenzare sui prossimi esercizi. Magari sarà davvero la voce che cercavo e magari mi sentirò il vecchio Gerardo che parla.
Tornata a casa, dopo aver acquistato l’indispensabile Settimana Enigmistica, leggo alcuni messaggi e c’è un esercizio da fare per domenica con il gruppo di teatro: scrivere dei nomi dei compagni di corso, quindi ascoltare una canzone che mi piace tanto e a ognuno scrivere cosa mi viene ispirato. La prima canzone che scelgo dalla mia playlist top 100 è una cantante giapponese, una specie di Orietta Berti locale che però ha inciso questo pezzo molto moderno dove c’è di tutto. Mentre lo ascolto mi viene in mente che è perfetto per una scenetta per lo spettacolo di Drag, provo a fare il playback di fronte allo specchio e mi vengono in mente molte idee per una coreografica buffa e drag. Grazie Silvia per l’ispirazione.
Silvia “Grazie a te Amica mia grande
“
Stasera su Facebook il teatro Martinitt trasmetterà la registrazione di uno spettacolo dello scorso anno che mi sono persa, chissà se renderà anche in salotto?