Maia mi invia dieci domande su di me a cui rispondere, se voglio. Sì perché sono domande che mi aiutano a pensare e mettere a fuoco per iscritto le cose. Anche nel film ‘The Danish girl’ il protagonista trovava conforto nello scrivere un diario perché metteva le cose nella giusta prospettiva.
“Iula, sentiti libera di rispondere o no, non mi offendo se mi mandi a quel paese perché mi sono permessa la confidenza.In tale caso, torno ad ascoltarti e basta, a me va bene, ok?
“
“Ti rispondo stasera, nessun problema anzi mi fa piacere confrontarmi”, “fantastico Grazie
“

1- perché per te è importante sembrare una donna?
Il sogno di ogni transgender è di non essere notata, né sembrare un maschio vestito da donna senza stile e quindi vivere la vita comportandosi con il genere a cui si sente di appartenere.
2– Qual’è il tuo concetto di femmina?
Femminile è il sesso di nascita, il fisico e alcune modifiche mentali apportate dagli ormoni. Una donna è un genere, un modo di comportarsi, specie se ha classe e non sembra una che ha preso la prima cosa uscita dall’armadio. Femminile è anche un modo di comportarsi trascinata dalle emotività non dominata e spesso con voce a toni striduli/falsetto con movimenti esagerati, un comportamento che non mi piace molto.
3- Il sesso femminile ti attrai in quale caratteristica?
Il modo di muoversi sempre sinuoso e elegante. Le forme arrotondate. Il volto ovale.
4- Mi hai raccontato di essere andata in confusione tra i bagni femminili e maschili in piscina, secondo te, se non ci fosse l’impedimento educativo e religioso nella distinzione maschio e femmina, avresti avuto lo stesso “smarrimento”?
Non sono andata in confusione, mi hanno detto ‘vai di là’ e ci sono andata. Ho capito solo uscendo che gli spogliatoi femminili erano dalla parte opposta.
L’avere sezioni separate è una convenzione sociale per impedire ai maschi di osservare le femmine come sono davvero semi nude. Oggigiorno forse non serve più perché in occidente sono tante le occasioni dove le femmine mostrano parti del corpo scoperte, in spiaggia e piscina poi si mostra quasi tutto.
5- Travestire: “Mutare, trasformare, alterare profondamente l’aspetto di qualche cosa così che sia difficile riconoscerla” è questo che stai cercando, ovvero, di “adulterare” Gerardo?
Gerardo è accettato per il modo amichevole di stare con la gente, per le cose incredibili che riesce a fare sul lavoro. Però a parte qualche amico di vecchia data non riesce ad approfondire i rapporti umani e soprattutto con le donne che finché sono in un gruppo sono quello simpatico su cui contare per cose tecniche. Gerardo è bruttino come uomo e indossare abiti eleganti non è servito a migliorare i rapporti umani.
Iula ha tutto quello che ha Gerardo più una serie di cose che la liberano dalle limitazioni della società e dai comportamenti.
Tra l’altro Iula si muove in modo diverso e se sono in giro come Gerardo e cerco di muovermi da donna sono un uomo che imita una donna. Mi sono anche filmata per capire questa cosa e vedo due persone diverse nei video.
6- Come vivi la solitudine?
Ci sono abituata, da quarant’anni. Fino a 16 anni fa abitavo con i miei, ma la solitudine c’era anche allora. Come Iula adoro stare con la gente e mi fa sentire come vorrei essere sempre. Questa settimana di corona-virus dovendo lavorare da casa mi ha devastato e non fatto sentire come vorrei sentirmi.
7- Quale sentimenti vorresti provare che ancora non hai avuto modo di esprimere?
Qualche anno fa sono finita a un passo dalla depressione, non mi interessava più di nulla,
avevo chiuso tutte le emozioni perché non avevo nessuno con cui condividerle. Alla fine era come se ci fosse un buco al cuore.
Come Iula sono tornate le emozioni, anche troppe e me le godo. A Natale ho pianto di gioia aprendo due regali fatti da due miei care amiche, a volte sento la malinconia e l’assaporo. Sento l’affetto delle persone a me care, ho contatti fisici naturali (penso che a parte mia mamma non ho toccato nessuno per almeno vent’anni).
Ora vorrei sperimentare l’amore ricambiato, non so di quale sesso, ma non importa.
8- Di cosa hai paura?
Ho solo timori, non paure, come dice un mio amico riesco sempre a fare qualsiasi cosa voglia fare. A parte il ricevere amore spontaneamente che appunto non dipende solo da me.
L’unico timore al momento è che questa favola svanisca e torni la persona di due anni fa anche fisicamente.
9- Gerardo è in garage, perché non è stato “eliminato” nel sacchetto nero di plastica o nel bidone giallo degli abiti da donare?
In realtà ci ho provato, ma non è possibile perché è una parte importante di me, quella che sa fare qualsiasi cosa; che sa prendere le decisioni corrette in base a pochi indizi; che non si monta la testa. Ho anche tentato di unire a forza le mie due metà, ma anche qui non ha funzionato. Il difficile è stato e in parte lo è tutt’ora prendere il meglio delle mie due animee accettare che sarò sempre una transgender, mai una donna e che in molti casi sarò ‘splendida’ e ‘favolosa’ come dicono delle mia amiche.
10- Se l’identità non fosse un “dono” della società in cui apparteniamo e il Chi Sei il legame tra l’io e la cultura in cui viviamo, mi diresti che Gerardo è…? e Iula è…?
Gerardo è quello che vorrebbe sbilanciarsi, fare qualche pazzia, essere più appariscente, piacere alle donne. Ma è stato addestrato da piccolo a tenersi dentro tutto e quando ci prova appare goffo e innaturale, oppure non mostra nulla di quello che cerca di mostrare di sè. Ogni cosa è già vissuta, conosciuta e prevedibile.
Iula non ha avuto un addestramento da piccola, quello che sa lo conosce dai film, dalla poca esperienza di Gerardo con le donne. La società non ha potuto plasmarla, cerca di adeguarsi sul alcune cose che ritiene giuste, ma non ha vincoli e condizionamenti.
E’ passata da essere un’adolescente a una donna in pochi mesi, ora le danno della signora che le fa piacere, ma si sente una vent’enne. Ogni cosa è nuova, è la prima volta ed è tutto entusiasmante anche nei problemi.
“Che esercizio! Però mi è servito molto, potrebbe essere un bel test per qualsiasi persona, non solo trans.“
Silvia “Molto interessante a prescindere dal sesso di nascita
“
Elisabetta “Davvero Iula! Un test per chiunque. Due anime! Che incredibile espansione di cosc
ienza!”
Paola “Ecco, la modella ancora non l'avevi fatta Iula… Ma non possiamo venire anche noi che non sappiamo cosa fare?
”
“È una sessione privata…in casa della stilista …prove d’abito… io invece non so cosa fare domani! A parte studiare il copione del mio monologo…”
Evita “Certo che lo è! Tutti dovrebbero avere una amica Maia che dialoga, uno specchio in cui guardarsi e senza maschere, descriversi. Grazie per questa nuova condivisione. Aiuta anche me a capire meglio una sfaccettatura della tua anima!
”
Ulisse “Buonasera adorata! Molto molto interessante. È un viaggio pazzesco dentro di sé. Grazie di condividerlo. Hai ragione comunque, è un test estendibile a tutti… Ti abbraccio di cuore.
”
Korè “Ciao Paprika, molto bella questa intervista, l’ho letta oggi con calma. È molto forte vivere momenti in cui si scopre qualcosa in più di se stessi e si affronta il mondo esterno per affermare ciò che si ha dentro. Ognuno di noi ha diritto di ricercare la propria felicità. È dura, ma sono convinto che sei sulla buona strada
”
Barbara “Ciao Iula, ho letto di corsa questo supermessaggio… il mio telefono lo sta usando Bianca per adesso, sono stati due giorni incasinati per via del furto alla borsa. Documenti, serratura nuova e via dicendo. Appena riesco a fermarmi me lo voglio rileggere bene e meditarci sopra. Intanto grazie e a presto!
“
“Mi chiedevo come stavi…incasinata appunto…goditi il messaggio con calma…noi stasera cena a casa di Elena …mentre domani giocherò a fare la modella per quella cosa sul personal branding. “
Laura C “Grazie per la condivisione. Soprattutto per quella delicata sull'amore. Mi colpisce che tu ti definisca "una transgender" come se fosse un sostantivo, aggiungendo che non sarai mai una donna. Basterebbe considerare "transgender" un aggettivo, da aggiungere al sostantivo "donna", per definirsi "donna transgender
“
E’ quello che sento adatto a me, che non rinuncio a considerarmi donna, tanto più che è ciò che fa il resto del mondo attorno a me. Ma le autodefinizioni sono, appunto, molto personali, quindi la mia non è una “critica“, è una considerazione. Buona domenica “
Maia “Se per te va bene, ti faccio altre domande domani, ma non fai vedere ancora alla tua psicologa che puoi. Solo dopo il servizio fotografico. Così ci sarà il quadro completo di ciò che stiamo costruendo
.”
Altre domande da parte di Andrea Maia:
11- Partendo dall’idea del gioco iperrealistico d’un quattordicenne oggi, usano le skin per personalizzare il loro “corpo” dentro la realtà del gioco, mi potresti descrivere come sarebbe la tua pelle ideale?
Quando ho dovuto scegliere il nome della mia drag queen: Paprika e fatto le prime prove di trucco e parrucco ho realizzato che stavo ricreando inconsciamente su me stessa il personaggio di un film giapponese a cartoni animati che avevo visto 15 anni fa, un film con tematiche per adulti perché si parlava di stupri e violenza alle donne. Il titolo del film e della protagonista era appunto Paprika. Una tipa fuori dagli schemi con capelli di lunghezza media e rossi, sguardo sensuale e sbarazzino, carattere forte nonostante i problemi che affronta, ben più gravi dei miei. Le somiglio molto. Quindi sono molto influenzata da quello che vedo in giro.
12- A proposito della tua frase: “L’avere sezioni separate è una convenzione sociale per impedire ai maschi di osservare le femmine come sono davvero semi nude.” Ti racconto la mia esperienza di quando ho fatto il cammino di Santiago nel 2016. I bagni e i letti dei posti che ci ospitavano lungo il cammino erano collettivi e senza divisori; eri li per fare le attività primordiali, cioè, riposare e nutrirti, il resto non era importante. Non c’è mai stato un doppio senso nei commenti o un sguardo malintenzionato visto o sentito da parte mia o dalle altre donne. Dunque, la domanda è: Hai mai considerato il fatto che la fisicità di Gerardo (altezza e corporatura) possa essere un ostacolo al vivere, la percezione degli altri, verso Iula? Se la risposta è positiva, come pensi di sorpassare tale ostacolo?
Anche io ho fatto il cammino di Santiago (Camino Inglés) ed è stata un’esperienza bellissima. Però penso che quello che dici funzioni solo lì perché è un’esperienza talmente particolare che davvero riavvicina le persone, in parte accade anche nei trekking con gruppi di sconosciuti.
Da poco conosco altre persone trans, ma sono l’unica che dopo il ‘coming out’ ha avuto dei cambiamenti fisici spontanei, cioè senza prendere ormoni e farmaci. Sono una donna alta di spalle robuste, ma non troppo. Al momento ho anche un seno rassodato che sta crescendo un pochino, grazie al fatto che da un mese grazie a una dieta di pillole di Soia (ormoni naturali) e una crema di Pupa. Però anche questa cosa non si spiega scientificamente, cioè ho dei risultati troppo rapidi.
13- Dicono che Shakespeare scrivesse i suoi personaggi “cucendo addosso” agli attori le loro caratteristiche psicologiche, partendo, dalla loro fisicità. Succedeva a volte però, che un’attore cambiasse città durante le messe in scena dello spettacolo. Shakespeare non si limitava ad adattare il personaggio creato ad hoc all’altro attore, ma procedeva allo stesso con il nuovo arrivato riscrivendo da zero le caratteristiche psicologiche; non solo, creava nuove battute alla storia, approcciava la gestualità dell’attore alla necessità registica in scena e al rapporto con i personaggi in maniera diversa, alterava il movimento in scena sul palco, ecc.
Perciò, se considerassimo l’affermazione “Una donna è un genere, un modo di comportarsi” come l’approccio lavorativo di Shakespeare su i personaggi e la fisicità degli attori, mi faresti un racconto di quale “abiti” cuciresti addosso a Iula, di quale caratteristiche psicologiche avrebbe e di quale tipo di gestualità farebbe uso per rendere credibile il suo ruolo?
Su questo ci lavoro da sei mesi e alcuni risultati si vedono perché dopo tanto allenamento iniziano ad essermi naturali. Ho iniziato con l’osservare tutte le donne in giro, in treno, al lavoro. Inizialmente a capire come camminano, come si muove il piede, il portamento, la posizione delle spalle (Gerardo è sempre stato un pò ingobbito). Con il corso di drag queen ho imparato la ‘camminata della brasiliana’ e fare alcuni movimenti coreografici più morbidi e sinuosi. Con pilates a respirare visto che le donne respirano in modo diverso e non muovono il seno se non in grande affanno, a tenere la testa dritta e alta. A tavola come si tengono le posate, grazie a consigli di amiche. Il movimento della testa e del volto migliora in base alla vocalità che studio grazie a un corso di Logopedia durato sei mesi con esercizi quotidiani di mezz’ora.
Ora lavoro sulla gestualità nel muovermi più lentamente come se ogni movimento venga preparato con cura.
La psicologia è comunque la mia, calma e sempre pronta a qualsiasi scoperta nuova. Più frequento le persone in attività sociali e più mi sento sicura di me, a mio agio. A volte sono forse troppo espansiva, tipo il mondo è il mio palcoscenico, ma non metto tanta enfasi e falsetti nella voce, forse non appaio così femminile (frivola?) come vorrei.
14- Dalla frase: “Iula ha tutto quello che ha Gerardo più una serie di cose che la liberano dalle limitazioni della società e dai comportamenti.” Se così non fosse, ovvero, Iula rientra in un schema comportamentale regolato da bigottismo e della incapacità delle gente di accettare il diverso e non è libera, mi diresti quale sarebbero i suoi punti di forza per non subire ma affrontare e cambiare l’idea che la società ha nei suoi confronti?
Ho scoperto che la società può essere cambiata dall’interno, quindi una persona alla volta e poi il gruppo può influenzare gruppi più grandi. Già il fatto di essermi aperta ha fatto pensare molte persone che sono state influenzate positivamente al cambiamento. Ho visto che con alcune persone è difficile dialogare, ma ci ho provato lo stesso anche se inutilmente. In realtà mi spiace per loro perché sono appunto vittime di un comportamento indottrinato e soprattutto sono persone che guardano molto la televisione e ne sono influenzate.
15- Siamo della specie sapiens, la nostra evoluzione ha più di 70.000 anni e stiamo ancora crescendo. Quando dici “Ogni cosa è già vissuta, conosciuta e prevedibile.” non sarebbe un pensiero di morte, di estinzione, di limitazione? Se il cambiamento ti portasse ad un finale già scritto perché farlo allora?
Sono una persona sempre pronta a un cambiamento, a guardare oltre però come Gerardo sentivo che qualsiasi altra cosa avrei fatto non mi avrebbe portato nulla di nuovo dentro nell’anima. Appunto spegnersi dentro equivale a una morte, però anche se il finale è già scritto non sappiamo quanta trama c’è ancora da svolgere ed è proprio lì il bello, da anni ho compreso che conta il viaggio e non arrivare alla meta perché a parte la soddisfazione momentanea da gustare, poi ci sarà un’altra meta più in là da raggiungere.
16- Ci sono importanti scoperte sulla mente umana, le neuroscienze hanno fatto passi giganteschi negli ultimi anni. Una delle ipotesi scoperte a cui mi piace pensare è che la mente sia l’insieme delle informazioni ricevute dai nostri sensi nell’ambiente e dello storico delle esperienze personali vissute e poi rielaborate dal cervello che produrrà la visione di realtà di ciascuno di noi. Dunque, il rapporto con gli altri e il contatto fisico, in tale caso, sono fondamentali per la mente e di conseguenza per la formulazione del pensiero. Viviamo in un periodo di realtà virtuale dove viene a mancare alla nostra esperienza di vita proprio questi due fattori essenziali, contatto fisico e rapporto con gli altri, il problema da affrontare non è di Gerardo o Iula, ma del genere umano. Ad esempio, Hikikomori, la sindrome dei ragazzi che si chiudono in camera vivendo attraverso il mondo virtuale solamente. Tu come pensi di vivere la vita in questo scenario?
Da informatica e programmatrice di computer conosco come funziona a livello tecnico e non vedo una realtà alternativa, ma una serie di immagini e situazioni elaborate e progettate. Quindi mentre il cervello crea la sua realtà in questo caso si riceve una realtà ideata da qualcun’altro (i programmatori e l’interfaccia grafica). Per la persona può essere una cosa fantastica perché la sua realtà reale non è così colorata, così emozionante, così coinvolgente. Appunto si perde il contatto con il reale per vivere una fantasia.
Il problema non è la tecnologia e la scienza, ma come al solito come viene usata e commercializzata. Se in virtuale apprendo quanto può essere bello passeggiare in un giardino e poi scopro che nel reale esiste veramente può essere una cosa stimolante a cercarne uno. Se invece quello che ricevo è una sorta di film fantastico non avrò nessuna volontà di migliorare la vita reale.
Qualche giorno dopo ricevo altre domande di Maia:
17- Chi sei tu?
Qualcuno che può fare qualsiasi cosa se mi impegno, però il me dentro non sempre riesce a essere visto dall’esterno, ma quando sono Iula si vede molto.
18- Nel film “un giorno di ordinaria follia” ci sono due episodi in particolari:
- Primo, quando il protagonista chiede di fare colazione https://www.youtube.com/watch?v=1DuYVuLgQ9U
- Secondo, quando fa esplodere la strada
https://www.youtube.com/watch?v=wG7B9HttK9Q
Dal fastfood la domanda è: “qualcuno mi sa dire perché il burger vero non è uguale all’immagine del burger del menu?” – cosa hai da dirmi a riguardo… se quella nella foto non è uguale nella vita reale, quale sono i miei punti di riferimento per vedere Iula nella realtà?
Puoi trovarli solo conoscendomi di persona e parlandomi, mentre solo in parte leggendo i miei scritti. Con la fotografia mi sembra di essere meglio che nella realtà perché viene bloccato l’attimo, però dalle reazioni dei miei amici quando sono con loro è molto meglio la Iula della realtà.
Dalla scena in estrada: la domanda è: “Hai superato il punto di non ritorno… Sai qual è?“
Non ho l’ho ancora superato perché non ho ancora fatto modifiche fisiche. Quando dopo Pasqua sarò Iula anche sul lavoro quello sarà un primo passo a riguardo perché da quel momento inizierò a delle modifiche semi permanenti come le sopracciglia ‘tatuate’ in microblanding, le unghie semipermanenti, ciglia finte idem.
Da quel momento non potrò più fare finta di essere Gerardo.
Il momento di vero non ritorno sarà il prossimo anno quando farò il seno in chirurgia.
19- Ti capita di pensare che forse la strada intrapresa verso Iula non è quella giusta?
Ci ho pensato dieci anni e non ho visto altre strade che non siano chiuse o che non portino a nulla di buono per me.
Quella intrapresa è davvero interessante e piena di sorprese ogni giorno.
20- Le due cose, essere e esistere, secondo te, possono essere contrari?
Sono legate in modo indissolubile anche se esistere può essere visto in molti modi. Esistere sentendosi vivi e esistere trascinandosi senza cambiamenti.
21- Alla frase: “La felicità non è nel denaro. Tutta la gioia è nel lavoro.” Potrebbe essere il fattore dominante che ci ha portato alla crisi nei rapporti umani che stiamo vivendo oggi?
A me sembra che il casino creato dalla società sia il contrario cioè felicita = denaro, lavorare poco e guadagnare tanto. I rapporti umani sono in degrado perché possiamo spostarci facilmente e ignoriamo chi abita intorno a noi cercando persone con interessi similari. Un tempo c’erano meno cose, meno attività e quindi si avevano interessi comuni e anche un’informazione comune (non so quanto pilotata) tra TV e giornali.
Il problema è trovare le persone con interessi simili.
22- Cos’è la verità per te?
Non raccontare cose in modo parziale o modificate per il proprio tornaconto.
23- Qual è il tuo primo ricordo?
Avevo quattro anni, ero dentro un salvagente in riva al mare, intorno a me dei giganti penso fossero mamma e papà.
24- Mi daresti una definizione per l’eleganza?
Accostamenti che creano un’armonia tra forme e colori, ma senza che i singoli elementi siano dominanti.
25- L’occidente ha parametri di bellezza diversi dalle altre culture, perciò, affermiamo che una cosa è brutta, quando s’intende che la bruttezza sia l’opposto della bellezza. Pertanto, basterebbe definire la prima per sapere cosa sia l’altra. Ma le varie manifestazioni del brutto attraverso i secoli sono più ricche e imprevedibili di quanto comunemente si pensi. Dunque, la bruttezza può essere soggetto d’attrazione così come per la bellezza? Se la risposta è positiva, quagli attributi deve avere la bruttezza per essere attraente, ma senza decadere in compassione, rifiuto, attacchi violenti, ecc.?
La bruttezza indica qualcosa di diverso da quello che si è abituati e quindi tra culture diverse e generi è normale. Se si accetta il diverso per quello che é, cioè una cosa a cui non sono abituata, non esiste più la bruttezza. Se proprio è difficile si può fare un piccolo passo nel cercare di capire in cosa è diverso e cercare di accettarlo almeno in parte e poi piano piano non sarà così diverso e brutto.
Qualche giorno dopo ha inviato altre domande!
Maia “bene, mancano le ultime domande e poi ci vediamo per gli scatti di esercitazioni. come ti senti fin qui?
”
“Bene , tranquilla e pronta a divertirmi con voi per una cosa totalmente nuova per me!Nelle foto senza parrucca ho capito i due problemi: uno è la testa che non sta dritta (non so perché con le parrucche sta alta), l’altro è che serve un make-up diverso per rendere il mio volto più androgino…e la forma dei capelli tirati indietro è troppo maschile”
“il trucco ha sicuramente il suo ruolo, ma per come la vedo io, deve essere molto più leggero. Discuteremmo con Sarita e decidiamo insieme dopo le foto di esercitazioni: trucco e parrucco.
”
“Forse non è ancora momento per togliere la parrucca. il grosso lavoro, secondo me, sarà rendere i tuoi gesti plastici. Il tuo corpo per le foto che mi piacerebbe fare dovrà eseguire delle posizioni diverse da quelle che hai usato finora, ma penso tu sia più che disponibile a lavorarci su, perciò non ho fretta, quanto vorrei ottenere un immagine che non sia un misto tra Gerardo e Iula, ma sia solo Iula.
”
26- com’è essere l’altro?
L’altro lavora troppo perché non riesce più a godersi le amicizie e quando è solo a casa lo è davvero anche dentro l’anima.
27- chi comanda chi?
Nessuno dei due. Quando è necessario c’è uno oppure l’altra. Spero presto Gerardo non sarà più necessario, ma se dovesse capitare un emergenza dove occorrono i suoi talenti so che ci sarà.
28- cosa ti fa soffrire? Cosa fa soffrire gli altri intorno a te?
Nulla, ho tanti dubbi e incertezze, ma non soffro. Gli altri sono mia mamma e mio papà. Lei che deve mediare tra noi visto che lui vuole ‘continuare a vedermi come ero prima’, ma dovrò farsene una ragione perché non posso rovinare la mia nuova vita per accontentarlo. Spero presto mi accetti così da non far soffrire più mia mamma a stare nel mezzo.
29- cos’è normale?
Il colore grigio. Nessun eccesso, poche emozioni, poca vita. Una noia.
30- come fai a sapere ciò che è giusto?
Ho un mio senso morale sin da piccolo che mi dice cosa è giusto. Non centra nulla con la legge oppure l’educazione. In generale è il non approfittarsi degli altri in modo sleale e opportunistico, una sfida ad armi pari, più o meno.
31- cosa ti farebbe dubitare che qualcosa non vada bene in te?
Nulla, se qualcosa non andasse non me ne accorgerei ed è per questo che prima di fare coming out ho voluto parlare con un’estranea specialista, la mia psicologa.
32- Nei 10 punti sotto mi puoi scrivere una frase che spiega il tuo concetto a riguardo di:
- Inferno
sofferenza prolungata. - Fame
vuoto allo stomaco. - Istinto
capire cosa fare in anticipo in situazioni anche fuori dall’ordinario - Collera
inutile arrabbiatura perché si è leso il proprio ego - Tranquillità
stare in un bosco e ascoltare i rumori della natura - Estasi
mai provata, penso sia quando si è talmente felici che non si ragiona più - Apprendimento
mi sono sempre chiesta come faccia a imparare rapidamente qualsiasi cosa - Realizzazione
un progetto, idea, lavoro dove ad un certo punto si deve smettere di immaginare e creare l’oggetto - Aiuto
chiedere per qualcosa che non si è in grado di fare da soli. L’avrò fatto cinque volte in tutta la vita e metà delle volte ho dovuto arrangiarmi - Risveglio
capire che si era perso qualcosa della propria vita in un torpore di quotidianità