In stazione al bar ho incontrato Paoletta, amica di treno quando anni fa andavo al lavoro insieme a Francesca M. Ci eravamo viste prima di Natale per cui l’ho bombardata di cose sullo spettacolo e sul procedere della transizione. Mi sa che ho parlato troppo, in futuro dovrò dosarmi. La cosa bella è che in treno dove c’era più intimità, nessuno così vicino, è uscita fuori Iula con tanto di voce nuova. Per me è stato liberatorio e non vedo l’ora che arrivi il momento del tempo pieno.
Francesca M “Brava , sono contenta ma forse sì, dovresti provare a dosare la comunicazione e a farti fare domande. Quando a tempo pieno?
”
“Ha fatto tante domande anche lei, ma forse ho diretto troppo la conversazione…Dopo pasqua, metà aprile , dopo l’epilazione barba 5 di 6 (ma forse a settembre servirà un ultimo colpo di laser). Se cambio lavoro invece lo faccio prima…su LinkedIn con la foto da donna ho più successo …mi stanno scrivendo spontaneamente…”
“E perché mai secondo te?
”
“Perché donne programmatrici di un certo livello non ce ne sono…”
“Devono assumere gente esperta e magari pensano che una donna “di una certa età “ sia più affidabile? “
“Forse può essere. Valuta bene tutto.
“
“Chi mi scrive non sono i reclutatori, ma aziende che mi hanno trovata… certo che devo stare attenta…devono esserci le condizioni giuste e non solo di soldi, luogo, colleghi, orari e permessi e tipo di lavoro.”
“Esatto!
”
Terminato il lavoro mi sono ricordata di non essermi rasata quel poco di barba che mi rimane, mi chiudo nel mio bagno al co-working e la taglio. Vado a fare pilates che è sempre molto bello e impegnativo e oramai l’istruttrice non prova più nemmeno a parlare al plurale e cita ‘portate il nastro all'altezza del gancetto del reggiseno…
‘.
Che dire? L’adoro.
Al termine mi cambio e mi trucco, stavolta ho portato gli illuminanti di qualità e fanno la differenza, mentre l’ombretto viola da viaggio non tiene proprio e meno male che ne ho una palette di altri. Nuovo record di cambio e trucco in 15 minuti!
Esco e indosso le scarpette con il tacco mentre a fianco c’è la mia nuova compagna di pilates Giulia, che parla con la titolare e non fa caso a me, anzi ignorandomi mi fa sentire che il trucco è uscito bene.
Prendo la metropolitana stando attenta a non dimenticare la borsa, arrivo a Piola e cerco il bar dove Filippo e Elena stanno bevendo. Incrocio Federica che mi dice che è da quella parte, pensavo fosse una caffetteria invece è un enoteca con happy hour. Bevo un calice di rosso e mangiucchiamo mentre ci conosciamo meglio. Filippo e Federica sono persone fantastiche, come mi aspettavo. Più tardi arriva anche Lorenzo incasinato come al solito che ha perso il telefono, in realtà dimenticato a casa di Gina.
Restiamo lì fino al limite delle otto e mezza. Elena è al secondo bicchiere e ne avrò conferma più tardi, sarà leggermente ubriaca, mentre Lorenzo sarà partito per bene perché berrà anche della birra. Mai mischiare gli alcolici!
A lezione ci viene dato il secondo atto e scopro che non ci sono, però il terzo è quasi un monologo dove sono sempre in scena.
Terminiamo di leggere e interpretare il primo atto e ci attardiamo perché alcuni non hanno capito bene le intenzioni del proprio personaggio. Io mi godo tutto con un’idea di regia in testa imparando soprattutto dagli errori che vengono commessi.
Finisce il primo atto ed è ora di andare e alcuni schizzano via, insisto perché si provi l’inizio del secondo atto così Rosanna può capire come studiare il suo personaggio. Manca una donna in scena, che stasera non è venuta, Silvia mi dice di fare io la parte e vado in scena. Dopo un microsecondo di esitazione paro con la nuova voce leggermente in versione teatrale.
Mi diverto un sacco ed è la prima volta che faccio l’attrice. Provo a giocare con vari toni, alcuni mi sembrano striduli e innaturali, ma forse in versione teatrale sono proprio quelli che ci vogliono. Ci metto passione e calore nella voce, oppure secca da stronzetta. Sperimento nelle poche battute che ho e penso mi vengono bene quelle dette al taglio, cioè al seguito degli altri. Una figata.
Al termine ringrazio Silvia che mi dice che sono stata brava e anche Elisabetta concorda.
In gruppetto usciamo e andiamo verso la metropolitana, mentre qualcuno ha l’auto nei pressi. L’ultimo pezzo siamo quattro donne e Lorenzo e non so perché ma mi fa stare bene parlare con le altre ragazze camminando per strada, di solito siamo sempre seduti negli altri gruppi ed eventi.
Note a margine: Elena in enoteca mi sussurra che “mi vede pronta a buttarmi con un uomo“. Non devo andare a Ibiza, ma a Mikonos, noto posto per gay. Le dico che non voglio un gay, voglio un uomo.
Mi sorprendo di me stessa, mi sa che anche su di me ha fatto effetto il vino.
In vari momenti mi abbraccia e ricambio con piacere, ma sono un po’ rigida e distaccata, dopo 40 anni tesi a evitare ogni contatto fisico perché tra maschi non si fa e di fidanzate nemmeno l’ombra, faccio fatica a buttare tutto alle spalle.
Rosanna mi chiede se sono andata in palestra perché ho il borsone e lo zaino, non sa che ho il cambio da Gerardo. Pensa che sia donna a tempo pieno…già conto i giorni che mancano a Pasqua…ho guardato il calendario e l’epilazione è giusto prima, quindi il fulltime al lavoro sarà dopo Pasqua, ma lo dirò l’ultimo giorno di lavoro? Ci devo pensare e capire bene.
L’ideale sarebbe di cambiare proprio luogo di lavoro così da evitare dubbi, problemi, imbarazzo da parte di tutti, ma magari andrà tutto bene però dato che ed importante che mi tenga il lavoro…ci devo pensare un poco prima.
Saluto le ragazze e salgo sul vagone e noto che alcuni mi osservano, ma non capisco se vedono Gerardo oppure Iula, oppure la mia giacca a vento color bordeaux. Lo stesso sul treno dove una sola ragazza ogni tanto mi tira un’occhiata. Mi sono truccata ben quattro ore fa, in fretta e senza fissante, ma sembra che il tutto tenga. Non ho il rossetto che mi sarò mangiato in enoteca e lo stick è sepolto nella sacca. Dovrò tenerlo più a portata di mano, comunque non ci tengo a fare bella figura con gli altri passeggeri ed è mezzanotte!
Ora smetto di scrivere perché ho gli occhi stanchi, altra giornata con piccole cose interessanti da vivere e scrivere.
Dina “Sorrido sempre, mentre ti leggo. È un sorriso pieno di bellezza, per la tua vita così piena. Ma io preferisco il silenzio, al tuo frastuono. Non sarebbe davvero la mia natura vivere una vita come la tua. La mia vita è di passi leggeri e respiro e ricordo. E tanti libri, e ascolto silenzioso. E silenzio. Tanto. Brava Iula, che hai saputo ascoltare e seguire la tua voce interiore. Brava a me, che mi dicono strana e orsa, che ho saputo farlo. Un abbraccio.
”
Paola P “Ho dato ora un'occhiata.. sei brava in questa comunicazione. Spero che tu possa così entrare in contatto con persone che condividono il tuo percorso. Intanto ti trovo sempre più bella!
“
“più tempo sono me stessa e più mi diventa naturale e noto che si vede!”,
“Scusa se ti rispondo con dei tempi biblici… Sono incasinata e stanca… Ma ti penso e so che stai facendo un bellissimo percorso
”
Laura C “sto leggendo il tuo blog e credo davvero che sia molto utile tracciare questo viaggio, l'ho fatto anche io sebbene privatamente e non con un blog, ma ogni tanto rileggo e tutto ridisegna un senso alla mia esperienza.
“
“Grazie mille ! In realtà come tutte le cose che faccio mi sta’ sfuggendo di mano…che si ingrandisce di cose…al punto che devo farmi un piano editoriale! Sarà multi blog , la mia storia, storie di altri, consigli vari, links, un glossario perché le mie amiche non hanno ancora capito la differenza tra transgender e transessuali…e non sapevano che esistono le FtM…
Insomma un portale più che un blog…”
“Conoscerti e fare il blog mi ha aiutata molto al far convivere la mia parte maschile e confrontarmi con essa e capirla senza cercare di distruggerla. Come mi ha detto domenica il mio più caro amico ‘ricorda che sarai sempre una transgender’ e come hai detto tu siamo di sesso ‘maschile e donne’ e non devo soffrirne.”
“non solo non devi soffrire: devi gioire. a volte ci viene ricordato che saremo sempre trans, oppure mi è capitato di dire, alla casa delle donne, come relatrice a un convegno anni fa, che "io sono una donna trans", e a distanza di tempo una delle partecipanti mi disse che aveva apprezzato molto il fatto che avessi specificato che ero trans, ma sapendo come la pensa il retropensiero era "bene che tu riconosca che non sei una donna-vera".
“
le risposi: certo, ma mica questa è una diminuzione, è una differenza, di cui peraltro vado particolarmente orgogliosa, perché direi che dovrebbe essere la missione di ogni essere unano, quella di assomigliare a se stessi.
rimase in silenzio, e io fui soddisfatta, perché se noi pensiamo che donna trans sia meno di donna, c'è qualcosa che non funziona, noi siamo, come si usa dire, "favolose"
è una cosa che dice sempre mia moglie, ormai per gioco, "tu sei favolosa", perché sti cazzi, mica tutti sono in grado di sostenere una cosa come quella che facciamo noi.
be proud
Maddalena (amica di Sara/Passiflora) “Ciao Iula, Sara S. che è una mia amica dai tempi del liceo mi ha girato il link al tuo blog che ho letto sta mattina con grande piacere. Anche se sono donna e mi sento donna, abbiamo tutti delle insicurezze e delle fragilità, e mi sono identificata molto. Grazie per condividere e complimenti per il tuo coraggio!
”
“Ciao, ogni amica di Passiflora è amica mia, siamo sorelle drag…
Mi ha fatto molto piacere il tuo commento. In effetti piace a tutti questo stile di scrittura che privilegia le mie emozioni che come hai scritto non sono solo per noi transgender.
Tra l’altro è stato tutto scritto minuti oppure poche ore dopo che i fatti sono accaduti per quello è così vivo. Il blog è appena stato messo online e ho iniziato a buttarci dentro un po’ di cose per capirne il senso e funzionamento. ‘Peccato’ gli articoli sono indietro di 5 mesi rispetto a come sono adesso…ma il diario in forma privata è già tutto scritto!”
Passiflora “Ciao Coniglietta, mi ha appena scritto Maddalena che commentato il mio blog e mi ha fatto molto piacere. “
“Siiiiii!! Siamo tue grandi supporter! Gliel’ho condiviso proprio perché lei è una mia cara (carissima, anzi) amica e le avevo parlato di te. Ma, a proposito, tu per caso vieni da Elisabetta il 27?
”
“Siiii! Sono stata anche al precedente teatro in soggiorno…”
“Beh, dunque ci vediamo in quell’occasione!
”