Mattina iniziata lenta, seguita dalla lezione con Anna la Logopedista. Appena mi vede in video mi dice che sono radiosa. Sarà che oggi avrò lo spettacolo opprue che sono tre settimane che non la vedo e mi sembra di avere fatto progressi notevoli con la voce. Le dico che l’altro giorno sono andata a trovare un’amica ed ho parlato con gli ex-proprietari del locale e per loro ero una donna. Anche quando sono nei negozi mi esce sempre meglio la nuova voce. All’inizio della conversazione la nuova voce mi esce chiara e forte, mi stupisco di me stessa.
Dopo un breve ripasso degli esercizi, quelli nuovi sono più pratici e vertono sul leggere dialoghi da libri, iniziare a provare a parlare con vari toni (anche parti in falsetto, da ragazzetta) usando frasi di uso comune quali buongiorno, un cappuccino d’orzo grazie, etc. Alla fine dell’ora mi dice che la settimana prossima sarà l’ultima lezione che farò con lei, seguiranno due lezioni con Ariel, la transgender. Questo mi mette una leggera tristezza perché era diventato un appuntamento stimolante e io non mi sento totalmente pronta. Ho le basi e penso che dovrò rifinire da sola quanto ho appreso. Penso mi manchi di mettere calore nella voce e appunto di andare in falsetto ogni tanto, secondo Anna più spesso di quello che si pensa.
Pranzo con un piatto di pasta e zucchine per avere energie per la giornata, ritocco leggermente il trucco, tanto tra un’ora dovrò toglierlo e parto alla volta del Teatro Leonardo da Vinci. In auto provo la nuova voce e mi sembra vada sempre meglio.
Arrivo e parcheggio, entro in teatro carica di borse e valigia. Saluto Ulisse, Alessio e un paio di compagne animalesse già arrivate. Esco un attimo perché ho bisogno di qualcosa di caldo e di fronte al teatro c’è un baracchino dove prendo un ginseng e un biscottone gigante.
Pieno di gente e io oramai sono una donna anche nella voce. Bellissimo l’essere servita e poi ignorata da tutti mentre mi gusto il mio ginseng.
Rientro e inizio la preparazione del trucco da drag. Per non sporcare gli abiti rimango in sottoveste, tolgo la parrucca.
Mi guardo in uno specchio e non sono male, a parte che intorno a me c’è letteralmente di tutto visto che sono tutti e tutte mezze nude.
Arrivano anche le altre 2 Nina’s che offrono il loro aiuto nel make-up.
Da parte mia riesco a fare tutto da sola, Ulisse mi dà un paio di consigli alla fine, ma è uscito bene e non sembro un clown come le altre volte. Mi scatto un selfie.
Ho anche la macchina fotografica pensando di divertirmi ad usarla, ma non si possono fare due cose insieme e per fortuna c’è il fotografo ufficiale con una macchina fotografica professionale.
Quando siamo tutte presenti anche se siamo all’inizio del make-up andiamo sul palco perché abbiamo un regalo per le nostre ‘maestre‘. Una pergamena con una lunga serie di frasi che riassumono il corso. Mentre una legge tutte le altre mimano movimenti a tema, mentre io scatto fotografie. Alla fine il regalo di felpe dove sul retro ci sono i nostri nomi drag e un set di pennelli da trucco portatile. Le maestre si commuovono e ci diamo bacini sulle guance.
Il trucco è terminato con un piccolo regalo da parte di Passiflora che mi mette del glitter in gel sulle sopracciglia dove mi sembrava mancasse qualcosa. Mi vesto con gli abiti di scena e divento Paprika.
Con il fotografo facciamo alcuni scatti singoli e poi di gruppo, chissà quando vedremo queste fotografie.
Terminiamo in fretta le fotografie perché sono arrivate le otto e mezza e il palcoscenico deve essere vuoto perché entra il pubblico.
Rimaniamo venti lunghi minuti in attesa dietro le quinte. Non c’è tensione a parte la verifica che il costume non si smonti e la parrucca non caschi. Da parte mia è la sola preoccupazione perché ho due parrucche e la seconda che è una coda rossa ha il fermaglio pensatissimo e tende a tirare indietro la parrucca principale. Durante lo spettacolo mi muoverò meno di quello che vorrei per evitare guai, meglio leggermente rigida che senza testa. In realtà della rigidità non se ne accorge nessuno anche perché sulle spalle ho anche la coda/stola che mi rende più massiccia e nasconde i movimenti del collo.
Il segnale che iniziamo è il pezzo della musica di Love Boat, buio in sala e si inizia.
Non ho particolari emozioni, non è il mio primo spettacolo in teatro, inoltre io entro in scena dopo dieci minuti durante i quali cerco di sistemare la parrucca.
Rimango in attesa dietro le quinte pronta a entrare.