Sveglia alle otto e qualcosa, avevo sonno, ma non riuscivo a dormire anche perché avevo un erezione, roba da maschi. Ora devo riuscire a capire come gestire la mia sessualità, perché le cose che riuscivano a portarmi all’orgasmo non funzionano più. Toccarmi i capezzoli in quel momento è stata usa cosa pazzesca con un godimento mai provato, molto superiore al solo sfregare del coso. Ho avuto come dei rantoli e spasmi di piacere mentre ero distesa nel letto. Ad un certo punto però stavo pensando ad altro, mentre la mano continuava il suo lavoro. Non riesco più a stare concentrata su quell’atto…minuti più tardi finalmente riesco ad arrivare alla conclusione ed uno dei pensieri che mi ha portata lì è stata la consapevolezza che in quei momenti la donna dei miei pensieri, che mi ha eccitato negli anni ed una tipa senza un volto preciso, solo dettagli del corpo…ero io. Cioè l’essere donna. Quasi tutte le mie fantasie durante l’atto erano che in qualche modo diventavo donna, spesso per costrizione, a mia insaputa e mi svegliavo così, con modalità che si potrebbero scrivere interi romanzi di fantascienza.
Uhm…volevo scrivere una cosa toccante accaduta questa mattina e iniziando a scrivere mi è venuta in questa cosa sulla sessualità, perché? Ah…già uno dei regali di Natale deve avermi tirato fuori dal profondo molto di più di quello che pensavo.

Dopo una breve colazione e aver deciso che una camminata fuori con il freddo non è un bel modo di iniziare il Natale, mi siedo vicino all’albero e ci sono le due borse di carta con i regali di Paola e Elena. Fuori non ci sono i nomi e neppure un biglietto, ma va bene così tranne che non ricordo bene da parte di chi…ma non è importante perché lo sono le due persone che me li hanno regalati.
Ne apro una e dentro c’è un piccolo libretto, un centinaio di pagine dal titolo ‘Amare in consapevolezza’ un celebre maestro Zen. Leggo la postfazione e sembra interessante, parla dei cinque passi necessari a vivere pienamente l’amore. Intanto qualcosa dentro di me inizia cedere. Vado a pagina uno e scopro che ad ogni pagina c’è un breve testo, quasi come delle poesie, leggo la prima e non riesco ad arrivare a metà del testo che scoppio a piangere.
Cavoli piango anche adesso che lo sto scrivendo. Pausa. E’ un pianto di gioia misto a non so cosa e mi fa stare bene come una carezza nel cuore. Pausa, non riesco nemmeno a scriverlo che salta fuori.
Lo metto da parte, cerco di respirare e calmarmi, ho un’altro regalo da aprire. Una scatola della ‘Bottega Verde‘, che recentemente ho scoperto essere la mia marca preferita riguardo a prodotti per la persona. Dentro ci sono due tubetti, un doccia schiuma ‘Emozioni dei sogni‘ e una crema corpo. Come sapevano che vado pazza per la vaniglia? Il cuore ricomincia come e prima e piango ancora…non so bene per cosa…per l’amicizia, per un legame profondo? Pausa…eh sì mi sono rimessa a piangere.
Cosa dire, cosa scrivere? ora mi calmo e invio questo breve testo alle mie amiche così piangeranno un po anche loro, che fa solo bene. Anzi vi voglio bene.
a Dina “Mattina di Natale..la più strana della mia vita…ti metto il diario senza censura e mi metto a nudo letteralmente…ma a qualcuno lo devo comunicare, mentre la seconda parte l’ho inviata alle mie due care amiche…” , segue il diario di oggi intero.
“Grande dono l’aprirsi di un cuore. Grazie, Iula, d’avermi concesso questo privilegio. Ricambio il bene che ho per te. Ps una camminata al freddo è un’ ottima scelta per iniziare il Natale, invece.
”
a Elena A. “Buon Natale e un messaggio dal mio diario…la Elena non sei tu ovviamente , ma potresti…sei importante anche tu.”,
“Grazie per questo bel regalo di Natale
“
a Laura A. “Auguri di buon Natale! mentre X la nostra serata, scegli tu: serata più intima con cena? Serata con più persone (sabato leggete il libro? Potrei esserci anche per quello ) ma non troppe altrimenti ci saranno davvero troppe domande su di me. Fammi sapere giorno e orario.(ven/sab)”
“Buon Natale anche a te… per la lettura saltiamo tutte queste feste… adesso sono malatissima se per te non è un problema farei sabato sera… spero vada meglio
”
La cena alla vigilia di Natale e il pranzo Natalizio
Scrivo alle ore 19 di Natale, le due feste sono passate e ho sentimenti contrastanti. Più che altro di delusione e malinconia. Alla cena della vigilia c’era anche mio zio e mia zia, eravamo in otto. Mia sorella che si sbatte a preparare da mangiare, mio Padre che è arrivato con X chili di pesce, mio zio che dice che sta mangiando troppo, ma è vero. La nipotina che prima di cena fa i capricci perché vuole mettersi la gonna, ma non le calze. Mio cognato che alza la voce su di lei, poi sbollentandosi si riesce ad arrivare ad un compromesso.
Facciamo comunque finta che siamo una famiglia felice, come tutti gli anni. Se non ci fosse la nipotina sarebbe meglio non fare nulla.
Cosa importante per me è che prima di cena mia mamma mi dice che ha detto di Iula a mia sorella. Le dico che ha fatto bene perché non sapevo come fare a dirlo. Purtroppo riusciamo ad avere libero solo quel momento di intimità.
Durante la serata mi è tornata la sensazione al petto della gastrite, un senso di vuoto e di disagio che però in parte avevo sentito anche gli anni scorsi. Anzi saranno trent’anni che non sento più ‘la magia del Natale‘, da quando ho chiuso i vari negozi e vedevo solo il lato del consumismo, che era il mio business principale: vendevo computer.
La sera arrivo a casa e ho solo sonno.

Stamattina parto per andare a casa di mia sorella e lei mi messaggia proprio mentre sono uscita di casa, quindi non leggo nulla. Quando guido sono offline e non voglio distrarmi. Arrivo da lei e scopro che è sola in casa perché sono a messa, mentre mio cognato è andato a prendere sua mamma. Parliamo di cose generali, poi visto che siamo soli le dico che la mamma mi ha detto che lei sa. c’è un attimo di gelo e la cosa che mi dà fastidio è il muro che c’è tra noi. Ok che non vuole che la nipotina mi veda come donna. Il resto è che secondo lei non ho nulla di effeminato e non capisce la mia scelta. Tra l’altro non ho mai visto nessuno effeminato tipo checca voler diventare donna.
Non capisce la mia decisione di volerlo dire ai nostri genitori. Secondo lei ho spezzato loro il cuore. Dice che la mamma non ha dormito per settimane e che sono state spesso al telefono al parlarne. Quindi lo sa da molto tempo.
Quello che mi disturba è che non ne hanno mai fatto cenno con me.
Le dico che dovevo dirlo perché il segreto mi lacerava dentro, ma non capisce. Pensa che sia una specie di stravaganza, anche lei dice che dovrei travestirmi in casa. Poi parla del posto di lavoro, che dove è lei anche solo se uno è effeminato può essere emarginato e perdere il lavoro. Le dico che dove sono io non dovrebbero esserci problemi del genere, ma non recepisce molto. Lei accenna alla mentalità bigotta che ci può essere a Pontirolo, piccolissimo paese. Le dico che vado a fare la spesa nei negozi, al bar, in banca, anche il mio medico lo sa, pure i vicini e che nessuno si è fatto problemi di sorta, soprattutto i vicini che mi vedono ogni tanto da uomo e ogni tanto da donna.
Dice di non fare cose da cui non si può tornare indietro, forse intende l’operazione? Non abbiamo approfondito. L’ultima cosa è un accenno al sesso, ma perché questi umani pensano solo a quello? Uno si veste da donna perché gli piacciono gli uomini? E’ così impossibile che una persona vuole apparire come si sento dentro senza dover sottostare agli stereotipi delle persone comuni? Non le chiamo normali perché non lo sono, hanno più preblemi è solo che fanno finta che non li abbiano.
Finisce il discorso, la aiuto a preparare la tavola e non ne parliamo più.
Poi arrivano tutti, stiamo a tavola e stavolta non ci sono problemi con la piccola, con lei faccio lo Zio che non facevo da almeno un anno. Stiamo vicini a tavola, dall’altro lato c’è l’altra nonna e giochiamo tra una portata e l’altra. Terminato il pranzo, dove ho mangiato anche una fetta di pandoro e bevuto un liquore, la mia gastrite si è fatta sentire parecchio. Alla fine sono andata via dopo le 18:00 con un po di sonnolenza. Avrei voluto parlare un pò con mia mamma da soli, ma non c’era modo stasera.
La famiglia che invece di ascoltare sa solo giudicare. Non ho avuto modo di parlare a lungo, ma nessuno mi ha chiesto “come stai?“. Tutti a preoccuparsi di quello che pensa la gente, dei casini che subirò per la mia scelta basandosi su nessuna informazione. Mi andrebbe bene qualsiasi idea e suggerimento, discussione, ma invece c’è solo un muro che viene alzato ancora di più. Va ancora bene che non hanno troncato i rapporti completamente. Tutte le persone ‘nuove’ conosciute negli ultimi due anni hanno capito, mi hanno dato il loro supporto costruttivo. La maggior parte di queste amicizie sono persone che sono separate, divorziate e forse è quello che le ha rese più umane e pronte all’ascolto. Hanno avuto i loro traumi soprattutto affettivi e quindi sono più disposte all’ascolto.
Una delle mie preoccupazioni era che tra un po di anni sarei rimasto solo senza amici e senza familiari, questo lato l’ho anticipato di un decennio. Meglio adesso che in futuro mi dico. Siccome però non sono un essere umano, non so cosa sono, ma possibile che come me ci sono solo io? Proverò a fare sì che questo cambi almeno in parte e se non ci riesco ho una mia vita da vivere. Senza dover sembrare chi non sono, fare cose che ci si aspetta da me e che nessuno davvero mi chiede ‘Sei felice?’.