Dopo quattro cambi d’abito opto per leggins neri da Pilates, maglietta a mò di poncho con scollo ampio, ma non troppo. Tutto nero e sandaletti alti neri. Trucco pesante sulla parte della barba offesa, rinuncio alle ciglia finte causa colla che si attacca ovunque tranne che sulle ciglia finte.
Imbratanata che sono ricordati di portare il mini kit da viaggio per eventuali ritocchi al fondotinta e rossetto. Farà caldo come ieri pomeriggio quindi vestito non impegnativo a strati e sono indecisa tra gonna e leggins.
Partenza con un’ora di strada da fare. Mentre viaggio mi chiedo se riuscirò a rovinare un’amicizia vecchia di 40 anni. Arrivo davanti alla casa del mio amico e gli telefono chiedendogli di scendere. Esce dal portone e mi vede non rinoscendomi, lo saluti e quasi gli piglia un colpo. Occavoli.
Si riprende parliamo un poco e mi dice “Potevi preparami di questa cosa“. “Sì, ma oltre che é una decisione di una settimana non sapevo cosa dire“. Il problema sono i suoi due figli, 15 e 20 anni, cosa gli diciamo come la prenderanno? Lascio a te la decisione.
Ci tenevo molto che fossero i primi a conoscere Iula. Decide di farmi entrare dopo che lui avrà accennato alla cosa. Mi apre la porta e saluto moglie e due figli. Ci sediamo sul balcone e svuoto il sacco. La cosa meravigliosa è che è stato un pomeriggio normale, simile agli altri quando andavo a trovarli. Parliamo un pò di me, di cosa dovrò andare in contro e via così.
Poi parliamo della scelta del figlio grande di cambiare indirizzo universitario, poi del lavoro del mio amico. La moglie intanto aiuta a fare i compiti al più piccolo. In serata cena insieme, noto che la mia voce causa influenza è scesa addirittura di tono.
Tra i vari argomenti la moglie mi chiede “ma perché vuoi cambiare voce?“. Detto da una donna la cosa è spiazzante. Il mio amico invece ha capito che non è il solo timbro di voce, ma dei pensieri che ci stanno dietro per parlare in quel modo.
Dopo le otto di sera saluto e torno a casa perché a breve chiuderanno mezza autostrada per lavori ed anche perché guardandomi allo specchio vedo le bolle e delle micro vesciche che al momento mi sembrano peggiorate, ma loro ‘da lontano’ non vedono nulla di ciò. Torno all’auto accompagnata dal mio amico saluti e i suoi auguri “noi siamo sempre qui“.
Mi guardo nello specchietto e vedo una signora, chissà come mi vedono gli altri mentre ci raccontiamo le cose.
E’ stata una giornata memorabile. Al termine non sono eccitata, sento solo la ‘bambina interiore‘ felice perché è stato tutto molto normale.
I prossimi amici a cui dirlo dovrò prepararli con messaggi e foto e parlarci come Gerardo, prima di mostrare Iula in tutto il suo splendore.